
È mancato questo suono per tutto l’inverno. Prima è scesa la neve che cammina in modo felpato senza lasciare tracce sonore, solo visive.
La pioggia invece si fa sentire. Ha una continua cantilena di note ripetute. Stare sotto il piumone con la sua sinfonia tintinnante è magnifico. Fuori/dentro. Caldo/umido. Tepore/freddo.
Non ho paura di camminare sotto la pioggia. Martedì sono uscita dalla parrucchiera e non mi importava delle gocce, anche perché desidero che i miei capelli siano solo lavati e non pettinati: sono selvatica anche in questo.
Detesto gli ombrelli che fanno più danni che favori. Al limite calzo il mio cappello nero. Ad asciugarmi poi basta una sosta accanto al calore della stufa che ora sento respirare.
C’è chi detesta la pioggia. Io la trovo così intima. Come i gatti mi acciambello e sto nel calore della casa.
Ci saranno giornate di sole con farfalle svolazzanti su saturi fiori. Verranno i giorni delle scalate e dell’esposizione alla luce solare. Giorni primaverili ed estivi in cui, nell’intimità della pioggia, verrà sostituita l’esteriorità del sole.
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