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Il tempo ha un ritmo jazz

Il tempo ha un ritmo jazz. Non è lineare. Ha variazioni improvvise per cui un giorno impenna il caos e il caso con virate spericolate. Cosa capiterà? Non ci è dato saperlo.

Nel mare calma piatta sale uno tsunami che tutto sconvolge. E ogni cosa centrifuga in fughe e schizzi come un frullatore impazzito.

In questo tempo sospeso non resta che ricordare una storia zen di cui ho spesso scritto. È la storia di un monaco buddista a cui capitano eventi in successione. Viene accusato, ingiustamente, di aver messo incinta una ragazza che abita vicino. Lui non batte ciglio e dice: – Ah.

I genitori della ragazza gli chiedono di sposarla. Lui li ascolta, la sposa e dice: – Ah.

Cresce il figlio come se fosse suo. Quando più tardi, non ricordo dopo quanto tempo, la ragazza trova il coraggio di dire ai genitori che lui non è il padre, ma un ragazzo di cui è innamorata, il monaco viene congedato e tutto quello che dice è:

– Ah.

Accettare tutto quello che ci prepara il Fato con lo spirito di questo monaco imperturbabile non è facile, ma cercare di avere questo spirito… aiuta.

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Natale senza neve

Come spesso accade, per amor del paradosso e della burla, l’anno scorso qui c’era neve da affondarci con metà gamba… Ma le piste erano chiuse e le funivie spente. Quest’anno tutto pronto ma, dal cielo, non lacrimano fiocchi soffici e bianchi per far coltre ai slittanti sci.

Forse qualche fiocco giusto a Natale. Due centimetri qui sono nulla.

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Attimi

Tutto passa

Lago bauxite

Tutto passa e si trascolora, tranne le immagini che pietrificano un istante.

A differenza dello specchio che segna l’immagine in presenza del soggetto, la fotografia porta impressa la presenza dell’oggetto anche in assenza del soggetto.

Per questo l’immagine fotografica rimanda a un tempo che fu. Per questo reca un alone di nostalgia, di distanza fisica e temporale. Segna l’impermanenza.

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Il cielo dà spettacolo

Oggi il cielo dà spettacolo. Protagonista assoluto della scenografia marina. Le nubi si rincorrono, si accavallano, s’inseguono in giochi continui fantasmagorici.

Resta qualche buco d’azzurro profondo tra la soffice vaniglia, più in là nubi nere in contrasto con il verde smeraldo di un pino.

Eppure brilla il sole e ritaglia i suoi merletti di luce sul turchino del mare.

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Attimi

Tredici anni fa

Ecco a cosa servono certe applicazioni. A ricordare.

Su Google Foto invece del solito tre anni fa oggi è apparsa un’immagine fotografica di tredici anni fa.

Incredibile. Ecco: allora è questa la distanza temporale da quando giocavo agli indiani costruendo tende dopo pranzo nella radura di un’altra valle…

Caspita! Sono già passati tredici anni.

Ho uno strano rapporto con il tempo: non ricordo le date, neppure di avvenimenti importanti… Infatti sembro un po’ scema quando mi fanno domande precise: quando ti sei sposata? Quando è morto tuo padre? Quando sei stata in Turchia?

Vado per approssimazione. Balbetto. Non rispondo. Non so. Non ricordo. Non mi interessa collocare un evento sulla linea temporale. Mi interessa l’evento e non il tempo.

Così, per persone fuori tempo come me, certe app servono a dire: ma va?

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Stagioni, Tempo

Oggi sole

Pare incredibile, ma oggi potrò sorbirmi il sole con una cannuccia ecocompatibile a grandi sorsi.

Dopo 5 giorni di pioggia battente insistente e di buio assillante.

Ieri ho spento la stufa alle due dopo pranzo. Ringrazio mia madre che a Natale mi ha regalato una coperta elettrica che, se va avanti così, userò fino a Ferragosto ( non c’è nulla di più piacevole che entrare in un letto caldo).

Mi consolano le notizie di grandinate con chicchi di mele che distruggono parabrezza e di bombe d’acqua e frane giù in pianura… Qui solo cielo nero e pioggia da maggio. Tre mesi così.

Ma oggi… Oggi prenderò tutto il sole e mi scalderó dopo tanto freddo e umidità. Pensare che ho scelto la montagna per il clima secco. Persino in inverno sulla neve io non ho freddo e mi tolgo la giacca se c’è il cielo limpido e blu.

Mi sono coperta più in questi mesi pseudoestivi che in inverno…

Mah.

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Attimi

Non restano

Non restano che nubi nere in questa estate che non decolla. Il cielo è un antro scuro con squarci di vita. Ribolle il cielo di secchiate d’acqua. Tuona e scroscia in una sinfonia infinita. Giacciono i fiori sotto il peso marcio e anelano luce. Un altro giorno di camini accesi e clausura dietro porte inzuppate.

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Attimi

Piove sempre

Che strano periodo. Dieci giorni che non bagno l’orto e i fiori perché piove sempre, ogni giorno.

Non volevo accendere più la stufa ma poi ho desistito: 16 gradi di temperatura non sono piacevoli in casa soprattutto la mattina. Una grande differenza dalle regioni con 40 gradi e, francamente, preferisco il mio freddino.

https://youtu.be/3LgBfE-u9XY

Questa canzone mi sembra perfetta. E pensare che l’anno scorso in pieno lockdown c’erano giornate di sole e cielo blu, ma non si poteva fare due passi in più e chi saliva alle vette veniva multato. Paradossi della vita.

Avevo fatto il cambio degli armadi molto tempo fa perché erano arrivate improvvisamente giornate calde. Ora ho ripreso giacche e felpe. Gli ospiti che arrivano dall’afa non possono crederci che qui occorre coprirsi e che la mia stufa sia accesa. In giardino le sdraio sono sempre umide. In cerchio aspettano l’estate vera con raggi di sole a scaldarle e asciugarle.

( Ringrazio tutti per la partecipazione al gioco linguistico del lunedì. Per chi vuole allenare le sinapsi c’è tempo tutta la settimana per inviare testi )

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Che tempo…

Pare novembre. Piove da giorni. Dalla mattina alla sera.

Forse, ripeto forse, domani mattina riuscirò a fare due passi e, finalmente, fare colazione al lago.

Sto scrivendo di sera e sta partendo la luce.

Il monte appare e scompare dietro le nubi. Ho notato che in questi casi, quando solo una parte del suo maestoso corpo di roccia e neve – è scoperta, pare ancora più imponente. Mi spiace che l’immagine non renda l’idea ma non avevo con me la macchina fotografica.

Incredibilmente non mi spiace questo tempo. Come ho già scritto: amo l’inverno e quindi l’estate non è tra le mie stagioni preferite.

I colori della natura sono più vividi in contrasto con il cielo plumbeo.

Stamattina è ancora nuvoloso… Ce la farò a salire al lago per colazione? Mah…

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Ritmo circadiano #oralegale

In cronobiologia e in cronopsicologia, un ritmo circadiano è un ritmo che si svolge in 24 ore.
Il termine è stato coniato da Franz Halberg e viene da latino: circa diem e significa appunto intorno al giorno.

L’esempio più classico di ritmo circadiano è il ritmo sonno/veglia.

Oggi e nei giorni successivi della settimana i nostri ritmi saranno alterati per l’introduzione della maledetta ora legale. Non l’ho mai sopportata. Ecco, sotto, i nostri ritmi naturali.

Ore 6: L’ora del saluto al Sole, la testa si erige. La mente non è ancora in azione e le intuizioni possono affiorare.


Ore 8: L’ora delle prove, i nostri piedi concretizzano il contatto con la terra. Si riesce a dare il via ai pensieri, ai programmi.


Ore 10: l’ora dello scambio delle informazioni. Si incontrano gli altri.

Ore 12: Si espongono le proprie idee con fermezza e con coraggio. Non si ascolta. L’espressione di sè è al massimo.

Ore 14: E’ l’ora del silenzio, dell’ascolto di sé. Non si programma, non si discute.

Ore 16: La mente è più fervida e chiede il confronto. E’ l’ora delle opposizioni, dei litigi. Non è il momento delle sagge decisioni.

Ore 18 : Le tensioni calano. E’ l’ora dell’incontro con gli altri, dei contatti, delle riunioni e anche dell’ascolto.

Ore 20 : L’esigenza di far chiarezza. Suoni e colori rilassano la mente.

Ore 22: E’ l’ora della creatività, della sessualità più sentita; l’armonia richiama all’umorismo, all’allegria. 


Ore 24 : Sentire le proprie emozioni. Le tensioni del corpo si sciolgono nel sonno, meglio se qualcuno ce lo massaggia dolcemente.

Ore 1-6 : Il contatto con il mondo interiore. La realtà dei sogni.


Considerate le diversità di ciascun soggetto, il ritmo circadiano mi pare comunque  interessante.

Peccato che ora le ore son tutte saltate.

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Immagini

Archivio foto

Acquerello di Eletta

L’arrivo di un nuovo apparecchio digitale comporta una infinita serie di operazioni di inizializzazione e messa a punto della funzionalità.

Ieri, per una di queste operazioni, ho voluto pulire l’archivio fotografico.

È vero, come si è detto giorni fa, che le istantanee di un tempo su carta ci permettevano un contatto materico, ora inesistente.

Ma le immagini digitali ci permettono una rapidissima visualizzazione prima non possibile.

In un colpo d’occhio ecco apparire le icone di centinaia e centinaia di immagini…e di ricordi.

E così tra gli occhi, più che tra le mani, passa il tempo…

Quando abbiamo visto le case per un acquisto, quando il lago era color Tiffany, quando sono andata all’allenamento a vedere Edo, quando sono arrivate le mie amiche, quando…

Un accumularsi di istanti che creano il nostro personale tempo.

Siamo alle soglie di un nuovo anno: chissà quali saranno le nuove immagini da archiviare…

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Attimi

Anche il tempo

Anche il tempo pare fuori controllo. Ieri, a milletrecento metri c’erano 14 gradi. Si andava in giro senza la giacca. Bastava un maglione. Cielo terso e sole. Un anno fa verso il quindici qui ha fatto tanta di quella neve che la mia auto era sommersa: non si vedeva più.

Se guardo le previsioni danno bel tempo ben tempo bel tempo per settimane. Poi magari cambia. A settembre era caldo come in agosto.

L’unica cosa che è in tema è il buio che arriva presto, come è previsto per novembre.

Le belle giornate allietano il cuore e l’umore. Peccato che qualcuno non ha ancora capito che, nonostante il sole e il caldo, non è proprio il caso di affollare lungomare struscio e spiagge come se non ci fosse una epidemia in corso. Ho sentito ieri sera che manderanno l’esercito a presidiare. Perché i vigili non bastano. Mi chiedo se qualcuno ha ancora bisogno della mamma per seguire tre semplici regole.

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Tempo

Ritmo circadiano

Uno dei vantaggi di essere blogger da molti anni consiste nel trovare tracce e contenuti di argomenti già trattati direttamente sul nostro sito vecchio o nuovo.

Dato che ieri hanno rimesso l’ora solare e io, come sempre, sono andata completamente in tilt, ho pensato a un articolo che avevo già trattato su Tranellidiseta e, infatti dopo una semplice ricerca l’ho trovato e, quindi lo ripropongo qui.

Eccolo:

( … )
In cronobiologia e in cronopsicologia, un ritmo circadiano è un ritmo che si svolge in 24 ore.
Il termine è stato coniato da Franz Halberg e viene da latino: circa diem e significa appunto intorno al giorno.
L’esempio più classico di ritmo circadiano è il ritmo sonno/veglia.
Ore 6: L’ora del saluto al Sole, la testa si erige. La mente non è ancora in azione e le intuizioni possono affiorare.
Ore 8: L’ora delle prove, i nostri piedi concretizzano il contatto con la terra. Si riesce a dare il via ai pensieri, ai programmi.
Ore 10: l’ora dello scambio delle informazioni. Si incontrano gli altri.
Ore 12: Si espongono le proprie idee con fermezza e con coraggio. Non si ascolta. L’espressione di sè è al massimo.
Ore 14: E’ l’ora del silenzio, dell’ascolto di sé. Non si programma, non si discute.
Ore 16: La mente è più fervida e chiede il confronto. E’ l’ora delle opposizioni, dei litigi. Non è il momento delle sagge decisioni.
Ore 18 : Le tensioni calano. E’ l’ora dell’incontro con gli altri, dei contatti, delle riunioni e anche dell’ascolto.
Ore 20 : L’esigenza di far chiarezza. Suoni e colori rilassano la mente.
Ore 22: E’ l’ora della creatività, della sessualità più sentita; l’armonia richiama all’umorismo, all’allegria.
Ore 24 : Sentire le proprie emozioni. Le tensioni del corpo si sciolgono nel sonno, meglio se qualcuno ce lo massaggia dolcemente.
Ore 1-6 : Il contatto con il mondo interiore. La realtà dei sogni.
Considerate le diversità di ciascun soggetto, il ritmo circadiano mi pare comunque interessante.

Mettere o togliere un’ora in più o in meno – a mio parere – altera il ciclo portando disagio e malessere.

Ieri ero tutta scombussolata, stamattina la mia stufa che segue il suo ciclo di programmazione si è accesa alle sei perché non l’avevo avvertita. Dovrò riprogrammare il suo crono per le sette.

Normalmente mi ci vogliono giorni per riprogrammarmi anch’io.

Francamente mi auguro che in primavera sia l’ultima volta che siamo sottoposti a questo dannoso cambiamento dei nostri naturali cicli e ritmi.

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Attimi

Strani eventi

A volte accadono strani eventi. L’immagine si riferisce a uno dei quattro film francesi dedicati – su Rai Play – al regista:

Nel film: Primavera con mio grande stupore noto l’incredibile somiglianza dell’attrice con me in una fase della mia vita quando portavo i capelli corti.

Il mio stupore cresce quando nella sequenza girata in giardino lei, la mia sosia di un tempo che fu, è seduta sulla sdraio di legno con tela a righe. Esattamente uguale alla mia. La cosa ” strana” è che quelle due sdraio sono arrivate per caso nella mia vita solo alla fine di questa estate.

La doppia coincidenza mi fa entrare nella sequenza come se fossi lì, veramente seduta sulla mia sdraio a impersonare la parte.

Siamo, come nei sogni, in più luoghi realtà età situazioni contemporaneamente. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Pensiamo di vivere nello scorrere lineare del tempo, ma non è così. Pensiamo di vivere una sola vita, ma ne viviamo molte.

L’assenza della quantità tempo nelle equazioni fondamentali non significa un mondo congelato e immobile. Al contrario, significa un mondo dove il cambiamento è ubiquo, senza essere ordinato da Padre Tempo: senza che gli innumerevoli accadimenti si dispongano necessariamente in bell’ordine, né lungo la singola linea del tempo newtoniano, né secondo le eleganti geometrie einsteniane. Gli eventi del mondo non si mettono in fila come gli inglesi. Si accalcano caotici come gli italiani.

Ma sono avvenimenti, cambiare, accadere. L’accadere è diffuso, sparso, disordinato, ma è accadere, non stasi”.

Da : L’ordine del tempo – Carlo Rovelli

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Stagioni

Mercoledì

Immagine fotografica di Eletta

Mercoledì la catena montuosa sarà ancora più bianca: danno neve.

Il monte appare più presente e imponente ammantato di bianco. Si staglia all’orizzonte con tutta la sua presenza stabile.

Oggi il vento spazza il cielo e toglie le prime foglie secche, fa mulinelli di pensieri e li sposta via.

Ho sentito l’altra sera che sono notevolmente in aumento le depressioni. Per forza. Da otto mesi siamo sottoposti a una pressione allucinante: a un’ansia ondivaga.

Qui in montagna non è tutto rose e fiori: ne parlavo stamattina. Alcoolismo dilagante, in alcuni casi sfociante in suicidi. Anche droga. Comunque qualsiasi cosa che dia momentaneamente una pausa amnestica al mal di vivere.

L’inverno in arrivo porta una solitudine ancora più insopportabile perché si sta sepolti nella neve che, talvolta, impedisce anche i normali spostamenti.

Quest’anno aggiungeremo l’impossibilità di minime attività socializzanti per via della epidemia. Ci aggireremo con la mascherina azzurra tra la neve bianca come spettri.

Se non si baratta un po’ di tranquillità con alcool e droga, come nel mio caso, conviene darsi alle attività creative.

Sto facendo biglietti augurali, cuscini e guanti all’uncinetto, pensando progetti editoriali, scrivendo, curando immagini grafiche e fotografiche, leggendo diversi libri, riordinando lo spazio libreria ( troppi libri e poche pareti libere ), tenendo contatti con amici e parenti, pulendo la casa, facendo passeggiate, sistemando l’orto prima del riposo invernale, vedendo bei film, pensando a novità che mi possano rendere felice.

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Attimi

Al centro

Al centro e sempre fuori, al confine.

Che strane storie. Sono sempre stata al centro e mi sono sempre sentita fuori luogo, sempre con un passo fuori, pronta a fuggire.

C’è sempre stato un profondo punto interrogativo: perché proprio io? Nel salotto milanese con scrittori attori e pittori. Io la musa nella sala che sapeva di vernice. Io ritratta in molti quadri.

Mi sono sempre chiesta come mai io fossi lì. Mai stata completamente a mio agio.

Forse troppo giovane e spaurita tra adulti troppo adulti.

Ora che adulta sono io finalmente mi sento a mio agio, ma non ho più salotti, solo mucche capre e pecore in transumanza.

Com’è divertente la vita a rimescolare e scompigliare i “giusti momenti”.

Francamente mi diverto più ora. Sono finalmente a mio agio nel mio intimo spazio.

( Acquerello di Eletta )

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Attimi

Ritmo del tempo

Il tempo ha due diversi ritmi a seconda della cornice soggettiva.

Lento, lentissimo, sospeso, molle come gli orologi di Dalí:

Lento, ovattato come sul fondo melmoso dello specchio lacustre. Fermo. Tra sonnolenti pesci.

Dolcemente ozioso con un’aria esausta e sgualcita: composto dal leggero contrappunto dei riti quotidiani, sempre uguali e confortanti. Il caffè l’aperitivo le notizie la tavola – rotonda o quadrata – la fetta di torta con il the.

Oppure: veloce ossessivo con tamburi e rumori metallici e clacson nei ruggiti e fremiti del traffico cittadino nel sole mai veramente limpido nelle noie e guai imprevisti nel telefono che squilla schioccante e liquido. Che squilla. Riallacciare reti contatti rivedere amici e parenti difendendosi dagli strilli aprire la posta pagare le giacenze riaprire le imposte togliere la polvere che si deposita col manto temporale. Fare fare fare. Franano addosso tutte le cose sospese come oggetti scagliati a terra. Aprire l’agenda barrare gli impegni man mano che si fa. Barrare sbarrare brancolare. Smuovere dal torpore arti e artifici per sopravvivere tra fittizi dialoghi.

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Attimi

Il tempo

Il tempo è la nostra carne

che si sfarina

ed evapora

nella distesa infinita…

non siamo che comparse

eppure ci crediamo eterni

con le lance rugginose

– inutili e fuggevoli –

tra orme trascorse

e polvere.

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Frammenti

La storia saltella

La storia non striscia come un serpente: salta come una lepre. Saltella di qua e di là e, a volte, scompare tra libri polverosi di cipria. Gli avvenimenti esterni si riverberano all’interno come la luce che filtra dalle finestra. Tu sei contemporaneamente al centro e alla periferia del mondo. Mentre gli anelli di Saturno e Giove così distanti e così vicini. Mentre tu pensi all’abito da indossare domani. Mentre ricevi applausi e sberle. Mentre sei dotta e stupida. Mentre ogni cosa che ha un senso è vuota. Mentre ti togli il velo onirico e ti affacci alla realtà. Mentre studi rifletti approfondisci cerchi e poi nulla ti ricordi. Mentre cammini sospesa su un filo sottile sempre barcollando. Mentre non sai se guardare in su o in giù. Mentre tuona nero nel cielo di luglio. Mentre non hai ben presente il senso del nostro perenne cammino circolare. Mentre la parola è amarezza.

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Attimi

Tempestività

Immagine fotografica di Eletta

Mai come in questo momento ci rendiamo conto dell’importanza della tempestività dell’agire. Soccorrere, intervenire, esserci.

Mai come in questo periodo ci rendiamo conto che alle parole devono seguire i fatti. Subito. Niente sospensioni tentennamenti ritardi. Occorre agire subito.

Il tempo è prezioso. Agire nel giusto tempo è corretto. Ci sono momenti in cui non ci si può permettere di rimandare a domani quello che non si può fare oggi. No. Non è proprio più possibile.

Tutti abbiamo seguito nel tempo del corona virus le direttive. Siamo stati chiusi tanto tempo. Abbiamo cercato modi per vivere un tempo diverso nello spazio della nostra abitazione. Ci siamo adattati nel tempo ai continui cambiamenti. Dall’allarme, al lockdown, alla fase due. Alla timida riapertura.

In questo tempo forse abbiamo imparato a fare i conti col tempo. Tempo più vuoto. Tempo da riempire con un minimo di fantasia e invenzione. Anche soltanto riflettendo sui temi su cui non si riflette poi molto: come la morte. Quando sappiamo che la morte sta bussando alle porte è bene fare quello che bisogna fare, decidere in modo tempestivo e non procrastinare. Perché magari non ci sarà un domani.

In questo è davvero cambiata la nostra vita in questo periodo di emergenza nazionale. Nella percezione e gestione del tempo. Perché prima c’era la cosiddetta routine quotidiana con una normalità che non ci faceva davvero sentire l’importanza di ogni secondo minuto e ora.

Non è stato un tempo facile. In certe città, come Milano o Bergamo, tempo punteggiato dal continuo suono delle sirene delle ambulanze. Un tempo chiuso tra pochi muri con poche e limitate ore d’aria con la falce sempre sulla schiena.

È stato comunque un tempo denso. Un tempo nuovo. Dopo questo tempo, nel bene e nel male, nulla sarà più come prima. Chi non ha preso decisioni in modo veloce in questo tempo non avrà mai più tempo per recuperare.