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Giardino

Per non parlare del fatto che ogni giardino è diverso: ha la sua personalità, che non dobbiamo piegare, la sua geografia e la sua cultura.

L’italiano é geometrico e formale

il francese simmetrico e sontuoso

l’inglese più selvatico e meno incline alla visione d’insieme

il persiano è come un tappeto un microcosmo profumato con al centro l’ombelico della fontana

né un fiore, né un’ombra – dice Barthes del giardino giapponese. Dov’è l’uomo? Nel trasporto di rocce, nella traccia del rastrello, nel lavoro della scrittura.

Adoro avere un giardino. Tra questi elegantemente elencati da Vittorio Lingiardi nel libro: Mindscapes – Psiche nel paesaggio, quello che preferisco è il giardino all’inglese senza geometrie e pulizia, un giardino dove macchie cromatiche e aromatiche si accostano esaltandosi in modo apparentemente selvatico.

Ho iniziato a prendere delle viole e quattro vasi… Piano piano, appena le temperature saliranno, metterò all’aria i gerani che ora riposano nel locale vicino alla legnaia.

Come scrive Cicerone :

Se vicino alla biblioteca hai un giardino, nulla ti mancherà.