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Leggere Viaggio

Entrare in un mondo nuovo

Aprire e iniziare un nuovo libro è iniziare un nuovo viaggio.

Tra i libri presi l’altro ieri c’è: I geroglifici di Sir Thomas Browne. Chi era costui? E come mai un letterato come Roberto Calasso gli ha dedicato un libro?

Ho iniziato a leggere. Si è spalancato uno scenario. Tutto appare ancora nebuloso ma, passo dopo passo, ogni cosa sarà illuminata. Occorre dunque continuare il viaggio.

Leggere un buon libro è come iniziare un viaggio e imparare e vedere realtà prima sconosciute.

Mi piace viaggiare. Non amo le mete previste e programnate. Non mi piace spiluccare un po’ di tutto superficialmente e velocemente. Un viaggio come un libro abbisogna di tempo anche meditativo. Vedere gustare pensare.

Un viaggio, come un libro, apre orizzonti nuovi. Occorre immergersi a lungo. Non farsi una nuotata per dire ho attraversato lo stretto. E non mi sono accorto dei pesci delle correnti delle sirene. Sono andato alle Maldive ma non ho vissuto le Maldive. Sono stato a mollo nella turchese acqua. Più bella di quella riminese.

Non mi importa di andare e dire.

Mi importa vivere. Un luogo e un libro come lenta esperienza che mi arricchisce. Non per dire “ho visto” o ” sono andato”. Non per brillare perché posso dire di essere andato. Un viaggio lascia tracce silenziose dentro. Un vero viaggio ci trasforma. Se torniamo come siamo partiti a nulla serve.

Per questo, anni fa, detestavo partire in magnifici posti dove tutto era scontato organizzato già visto. Ombrellone mare piscine infinite crema abbronzante animatori e chef che ti facevano le crepes al momento. Per non partire l’ultima volta per l’ennesimo viaggio scontato mi sono ammalata. Ho preferito stare in ospedale a farmi curare piuttosto che stare con chi non mi stimolava: odio fare quel che non mi piace fare e che sono obbligata a fare.

Ora posso scegliere, senza costrizioni, un libro e un viaggio come scoperta e trasformazione degli occhi e del cuore.

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Viaggio

Diario di viaggio

Prima di Pasqua mi è stato regalato un taccuino. La persona che me l’ha regalato ha scoperto da poco il piacere di annotare, attraverso la scrittura o un disegno, un attimo di un viaggio di scoperta.

Un viaggio di scoperta è qualsiasi viaggio, non necessariamente il deserto o un luogo esotico. Un viaggio di scoperta può essere qualsiasi escursione, percorso, cammino: l’importante è avere i sensi allertati e la mente aperta e rilassata. Proprio il contrario di un viaggio organizzato in cui l’importante è consumare tutto il visibile – magari dietro la bandierina di una guida o in un villaggio turistico.

Ieri sera questa persona era da me a cena e ho pensato fosse carino fargli vedere un mio diario di viaggio. Le pagine sono fitte di schizzi, disegni, acquerelli, scritte.

Invece di essere contento di questa condivisione, lui si è arrabbiato. Perché, mi ha detto, io non ho ancora usato in questo modo il taccuino che lui mi ha regalato. Così non ha guardato con interesse le pagine del mio diario di viaggio, anzi era visibilmente infastidito.

Forse perché in alcune pagine era ritratto il mio ex compagno. Per una sorte di gelosia retrospettiva che, a mio parere, non ha senso di esistere.

Il passato appartiene al passato. Non si può cancellare: perché fa parte della nostra storia terrena, ma lo abbiamo alle spalle e non vibra più. Mi ha persino accusata di non avergli fatto ritratti: abbastanza incredibile perché proprio quel giorno, era andato a ritirare una cornice per un bel ritratto che gli ho fatto ultimamente. Mah.

Quindi ho dovuto spiegargli perché fino ad allora non avevo ancora usato il taccuino, che mi ha regalato: perché per riempire un diario di viaggio deve esserci un approccio meditativo che lui non ha. Deve esserci la calma, non la fretta.

Vedi, gli ho detto, in queste pagine c’è dentro un tempo lento. In ogni pagina c’è la calma meditativa. Non la corsa il cammino, ma la sosta. Con te faccio bellissime camminate anche ascese sulle vette. Ma manca la sosta, la pausa. Ricordi? Anche in primavera e in estate ho dovuto chiederti e dirti: – Ti spiace se mi fermo mezz’oretta qui, accanto al torrente? Tu puoi proseguire, se vuoi. Mi troverai qui al tuo ritorno, ferma a contemplare l’acqua. Rilassata.

Per fare un taccuino di viaggio, serve fermarsi, non solo andare. Serve il tempo per guardare e vedere, serve avere nello zaino penne e colori, serve trovare un angolo tranquillo e comodo. Serve un modo che non privilegia la meta, ma il cammino. Non il fatto, l’obiettivo di arrivare in cima o alla fine, ma l’atteggiamento di chi – ad ogni passo – gusta i colori gli odori i sapori il calore del sole o il gelo del ghiaccio il volo di un insetto quel verde speciale di una profumata erba o quel giallo zafferano di un fiore.

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Viaggio

Ho visto

cavallo2

Ho visto un cavallo che vola sopra una porta; ho visto giganti che mi guardavano dall’alto con occhi affamati, ho visto Amore e Psiche con l’energia intrinseca della vita, ho visto i segni zodiacali guidati dalle redini intime, ho visto scale infinite e lente, i giardini segreti e romantici tra verdi fossati e antichi ponti.

giardino

Ho visto il cielo nel soffitto, le nuvole nei muri, l’apertura sensuale di fiori che diventano corpi, i grappoli dorati appesi alle colonne.

camera degli sposi mantegna

Ho visto Mantova uscire dalla nebbia, apparire come una dama velata. E intorno la lucente acqua dove ogni cosa respira con un abbandono languido e sensuale di carezza lieve.

Immagini fotografiche dell’autrice