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Graffio Testo aperto,

Piccolo uomo 

Piccolo uomo pennuto con file ordinate di bianchi denti ai lati dell’ossuta faccia e le tue dita di falena con unghie rosicchiate dal sole a picco sulla calce viva.

Piccolo uomo apache con piccoli spilli d’occhi e tutto l’azzurro dentro serrato a forza.

Che avrai pensato del mio abitino fucsia corto sulle gambe scure e della sbucciatura sul ginocchio, che ormai è guarita. Ormai è guarita.

Piccolo uomo che stai appeso alle pareti e costruisci senza pianto il tuo muro stabile.

Tu che nella notte accarezzi il suono di civette lamentose.

Di me e della mia solenne civiltà della mia auto cabriolet.

Degli occhi penetranti.

Che avrai pensato ponendo la tua livella e il filo a piombo per misurare la distanza d’astri e pianeti tra la tua vita e la mia.

Piccolo uomo che sei caduto nel mio misero piatto come un moscone non invitato.

Io, misera, piena di stagnanti pregiudizi.

Ho ricevuto un’altra solenne lezione perché i servi lasciano la stanza mentre i padroni mangiano.

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P.s. Questo testo ha avuto diverse letture ed interpretazioni. Come ho spiegato nei commenti a volte parto da una frase che mi stimola a livello linguistico e immaginifico e vado avanti come scivolando sulla neve senza agganci reali al reale.

Chiamerò questi testi : Testo aperto. Proprio per questa duttilità interpretativa.

Riporto il commento di Massimo Legnani. Le sue interpretazioni aggiungono note surreali al brano. Io le ho trovate davvero esilaranti.

Eccole:

Azzardo ipotesi:

la piu’ ovvia, un indiano d’America, di riserva, in questo caso di scorta, che ti tenevi buono per i tempi bui, sopravvalutando il miraggio di Dustin Hoffman.

Altra ipotesi: da ragazzina ti eri invaghita del tuo maggiordomo, sai di quelli in gamba che stanno appiattiti alle pareti ma a cui nulla sfugge, nemmeno le tue gambe adolescenti (s)coperte dalla brevita’ voluta della gonna. Ti piacevano i suoi occhietti a spillo che ti trafiggevano la pelle. Ma poi lui si ritirava a mangiare in cucina e questo non lo sopportavi.

Terza ipotesi: un capomastro, di quelli tutti cantieri e mattoni, ma con il pallino dell’astronomia, cosi’ credevi, ma era astrologia della piu’ sciatta, carte sgualcite che interrogava di continuo.

Altre ipotesi?

Massimo Legnani orearovescio.wordpress.com

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