
Mercoledì la catena montuosa sarà ancora più bianca: danno neve.
Il monte appare più presente e imponente ammantato di bianco. Si staglia all’orizzonte con tutta la sua presenza stabile.
Oggi il vento spazza il cielo e toglie le prime foglie secche, fa mulinelli di pensieri e li sposta via.
Ho sentito l’altra sera che sono notevolmente in aumento le depressioni. Per forza. Da otto mesi siamo sottoposti a una pressione allucinante: a un’ansia ondivaga.
Qui in montagna non è tutto rose e fiori: ne parlavo stamattina. Alcoolismo dilagante, in alcuni casi sfociante in suicidi. Anche droga. Comunque qualsiasi cosa che dia momentaneamente una pausa amnestica al mal di vivere.
L’inverno in arrivo porta una solitudine ancora più insopportabile perché si sta sepolti nella neve che, talvolta, impedisce anche i normali spostamenti.
Quest’anno aggiungeremo l’impossibilità di minime attività socializzanti per via della epidemia. Ci aggireremo con la mascherina azzurra tra la neve bianca come spettri.
Se non si baratta un po’ di tranquillità con alcool e droga, come nel mio caso, conviene darsi alle attività creative.

Sto facendo biglietti augurali, cuscini e guanti all’uncinetto, pensando progetti editoriali, scrivendo, curando immagini grafiche e fotografiche, leggendo diversi libri, riordinando lo spazio libreria ( troppi libri e poche pareti libere ), tenendo contatti con amici e parenti, pulendo la casa, facendo passeggiate, sistemando l’orto prima del riposo invernale, vedendo bei film, pensando a novità che mi possano rendere felice.
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