Categorie
Amore Senza categoria

In sintesi : Lessico Amoroso di Massimo Recalcati 

Sembrerà strano a qualcuno che io dedichi molto tempo a trascrivere in sintesi la prima lezione di Recalcati che, d’altra parte, è visibile su Rai Play.

Ci sono parole che vanno scritte perché l’ascolto non basta. Ci sono parole che vanno gustate sciogliendole lentamente in bocca per meglio assimilarle.

L’amore, come il desiderio, è ciò che rende la vita viva
É la meraviglia del fuoco
La vita del fuoco associata all’amore
Non si può spiegare il fuoco

Novalis : sono i poeti che custodiscono il segreto dell’amore

L’amore è una sostanza stramba particolarissima
Il mistero dell’amore é che più io do, più io dono, più io offro: più ho

Giulietta di Shakespeare: nell’amore che io provo per te più ti do più ho

L’amore assomiglia al fuoco, ma in questa somiglianza c’è già un problema: brucia o dura?

L’amore è destinato a bruciare a consumarsi o a durare?
Grande domanda: l’amore se brucia non dura? O se dura nel tempo é destinato a non bruciare?
Come se nel bruciare e durare nell’amore non ci fosse alcuna sintesi possibile

Freud vuole togliere la maschera dell’illusione dell’amore, Freud non crede nell’amore: se l’amore fosse una impostura, fosse un affanno, un dolore inutile, un inganno, un miraggio, una pura illusione? Freud direbbe: No, l’amore non è la meraviglia del nuovo, dietro la donna che io dico di amare c’è la grande ombra della madre.

Seconda tesi di Freud: ma é così vero l’amore in cui crediamo o é falso? Esiste un amore altruistico? No. È un inganno. L’amore è sempre narcisistico. Quando dico ti amo sto dicendo: mi amo attraverso di te. L’amore si consuma allo specchio. L’amante sceglie l’amato come ideale inconscio di se stesso

Tesi di Freud sconvolgono la rappresentazione romantica dell’amore

L’evento dell’incontro presupposto dell’amore
Cos’è un incontro
Un incontro é un evento che altera modifica rende discontinuo lo scorrere ordinario del tempo
L’incontro é uno spartiacque tra un prima e un poi
Il mondo è cambiato da quando ti ho incontrato
L’incontro é nell’ordine dell’evento dell’imprevisto
L’incontro avviene sempre per caso
L’amore è esperienza della luce e anche al tempo stesso l’esperienza dell’oscuro dell’indecifrabile del mistero del segreto

Questa la prima parte del lessico.

Anche per me gli incontri d’amore sono sempre stati dovuti al caso. Hanno sempre prodotto un mutamento nella mia vita, anche importanti come la separazione.

È tramite l’ultimo incontro che io, mutando ordine e direzione, ora sono residente in un’altra regione, in un piccolo borgo di montagna.

L’incontro con l’Altro se non ti altera non è un incontro, solo uno sfioramento.

Categorie
Psiche Senza categoria

Come sta?

Domani la psico chiederà “come sta”?

Sto bene perché l’ambiente che ho scelto per vivere mi regala ritagli pittorici ogni giorno.

Sto bene perché, nel mio nuovo paesino, ho trovato nuove amiche con cui tessere esperienze e confidenze.

Sto male perché lui non vuole lasciarmi, ma non fa niente per tenermi.

Il guerriero non cala lo scudo e attacca con arroganza.

Il guerriero pavido non si presenta alla giostra e non mette in campo la sua forza.

Sto male perché ci sono gravi disturbi di comunicazione.

Comunico con tutti e i messaggi vengono recepiti. C’è una risposta.

Lui non riceve la mia posta elettronica. Mi tornano indietro con ricezione fallita.

Lui non sente i messaggi su WhatsApp.

Lui se gli parlo guardandolo bene negli occhi pare non decifrare il mio alfabeto.

“DITEMI QUANTO TEMPO E DENARO SIETE DISPOSTI A SPENDERE PER UNA PERSONA E IO VI DIRÒ QUANTO È IMPORTANTE PER VOI”. Jung

In questa settimana, dottoressa, il mio compagno ha speso più tempo e denaro per sé ( e il suo cane ) che per me.

Ho la mano fasciata?

Sì, lo so. Dal primo gennaio.

Mi ha lasciata sola.

https://youtu.be/UmE7nrfzcCo

Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te.

Categorie
Comunicazione, Linguaggio, Senza categoria

Conversazione 

A me piace analizzare, sezionare, osservare, capire. Non mi piace sostare sulla superficie, non gradisco i muri, i recinti, i box, gli ” alt “, i ” basta “. Non mi accontento dell’evidenza, della maschera, del ruolo.

Credo che la realtà sia complessa e vada analizzata tenendo conto di tutti i punti di vista, di tutte le angolazioni.
Una sera, parlando con il mio uomo, che é divorziato, gli dicevo: – Mi piacerebbe parlare con tua moglie.

Sapere il suo punto di vista, conoscere la sua lettura.

Preferisco la panoramica, dopo aver osservato un dettaglio.

Il frammento fa parte di un insieme, come la tessera di un mosaico.
C’è qualcuno che, invece, chiude tutte le porte a chiavi. Non ammette indagini. Non ammette intrusioni. Non vuole mettere le carte sul tavolo. Teme il giudizio e si chiude a riccio.

Chi sei tu? Non solo quello che racconti di te, ma anche la somma dei racconti che gli altri fanno su di te. La lettura sociale. Il volto che mostri quando il tuo comportamento é semplicemente mostruoso.

Dobbiamo dare conto di ogni nostra azione perché ciascuno é responsabile delle scelte che fa e ne subisce le conseguenze.

In una conversazione con amici e conoscenti io pongo domande, mi piace scavare. Conoscere è non fermarsi allo stato teatrale: ciascuno con il suo ruolo imparato a memoria, recitato ogni giorno dalla mattina alla sera. La coda del pavone per farsi ammirare. Vedi quanto sono bello e intelligente? E sotto cosa c’è? Come vivi soffri gioisci senti? Cosa veramente desideri o provi?

Cosa vuoi dire con questa battuta? Che desiderio ti muove? Che ne pensi di questo fatto?

Ci sono persone che fanno monologhi continui. Neppure ascoltano. Si lamentano incessantemente. Non ho dormito, non ho mangiato, ho un sacco di cose da fare, nessuno mi ama. Mi fa male la cervicale la schiena il piede la testa. Se poi, momentaneamente, sei tu ” fuori uso” l’attenzione non si sposta dal proprio centro egoico per vedere le necessità dell’altro. Non chiedono: come stai? Come posso aiutarti?
Il rimbalzo della pallina comunicativa non c’è.

Io stanotte non ho dormito, e tu?

Ho passato la giornata facendo questo e quello, e tu?

Io esco per andare dalla fisioterapista e tu?

Io vado in città a prendere una cosa che mi serve, e a te cosa serve?

Io vado a giocare con il vicino, e tu che programmi hai?

Io mangio e tu?
In questo ” e tu? ” c’è tutta la magia della comunicazione efficace, inclusiva dell’interlocutore.
L’altro che ci sta davanti, al tavolo a cena o al tavolino del bar, non occupa solo uno spazio fisico.

Ieri ho detto a una persona: – A volte penso che se invece del mio corpo, fermo e muto in ascolto, ci fosse una bambola di plastica, non cambierebbe nulla.

Possiamo educarci a considerare la sua presenza come valore aggiunto in una comunicazione o conversazione? Possiamo sforzarci di uscire dal nostro EGO e vedere anche i desideri, problemi, vissuti dell’altro?

Possiamo imparare ad ascoltare veramente, e non superficialmente l’altro? Possiamo includere anche la persona che abbiamo vicino in una con-vers-azione? La conversazione prevede un movimento “verso” l’esterno e ” con ” cioè insieme all’altro.
Se non possiamo comunicare o conversare, tanto vale chiuderci in una stanza e parlare ad alta voce al muro.

Categorie
Senza categoria

Riflessioni sulla EMPATIA

Dopo aver condiviso il breve ma intenso filmato a cartoni animati, vorrei ancora riflettere con voi sul termine EMPATIA.

Innanzitutto per empatia si intende la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo le emozioni e i pensieri di un’altra persona.

Cosa significa mettersi nei panni dell’altro? Significa capire comprendere – con il cuore – quello che sta passando l’altro e dare vicinanza, calore, presenza.

Esempio: una vostra amica ha avuto una grave malattia? Le state vicino emotivamente, ascoltando le sue paure e fatiche. Comprendete il periodo che sta vivendo e le telefonate o la vedete più spesso.

La parola deriva dal greco, en-pathos che significa “sentire dentro”.

L’empatico è in grado di:

riconoscere le emozioni degli altri come se fossero le sue

si mette nella realtà assumendo il punto di vista dell’altro ( c’è un detto che recita: prima di giudicare un uomo cammina per tre lune con le sue scarpe ).

La persona dotata di empatia è in grado di captare intuitivamente i pensieri, i sentimenti, le emozioni e il “pathos” cioè le passioni della persona che ha vicino. Sente “a pelle” cosa non va. Non c’è bisogno di chiedere aiuto: l’empatico c’è.

L’empatia è un’importante competenza emotiva: attraverso questa è possibile entrare più facilmente in sintonia con la persona con la quale si interagisce.

Si assume la stessa tonalità emotiva: se uno soffre, soffro con lui. Se uno gioisce, sono felice con lui.

Chi non sa entrare in sintonia, chi banalizza un dolore, la tristezza, la sofferenza… non è empatico.

Ti sei fratturato un polso? La persona non empatica banalizza, non vuole neppure vedere il danno, e dice: – Metti una crema che ti passa. Il giorno della frattura e i successivi non ti sta vicino. Non sa mettersi nei panni dell’altro, non sa camminare con le sue scarpe.

L’empatia è una fondamentale abilità sociale: rappresenta uno strumento base per una comunicazione interpersonale efficace e gratificante”.

Attraverso l’empatia io posso entrare nello stato d’animo di un’altra persona e posso capirla.

Non si tratta solo di afferrare il senso della frase: “sono solo” oppure “ho bisogno di aiuto” o “sto male”: la persona veramente empatica sa afferrare tutto il linguaggio del corpo anche in assenza di parole. Capisce dai gesti, dalla postura, dalle espressioni come sta veramente l’altro.

Nelle scienze umane, l’empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione del prossimo, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale”.

Molto importante questa frase finale: escludendo ogni attitudine affettiva personale: simpatia antipatia e ogni giudizio morale.

Ci sono persone che sono apparentemente empatici solo con chi sta loro simpatico.

O, in totale assenza di comprensione e cura verso la persona malata o bisognosa di aiuto, adducono la scusante: è intrattabile. Grazie tante. Se una persona sta male non è certo al settimo cielo dalla gioia. Sarà più nervosa preoccupata stanca. Facile essere vicino a chi sta bene. Più difficile stare vicino a chi ha problemi.

L’empatia è parte del corredo genetico della specie. Noi nasciamo con questo dono. Poi una corretta educazione può favorire lo sviluppo pieno della capacità empatica. Qui il ruolo genitoriale è fondamentale: vedi quella persona quanto soffre? Ha bisogno del nostro aiuto… Cosa possiamo fare per lui?

Nella vita quotidiana l’ empatia è l’attitudine a offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.

Ci sono persone continuamente rivolte verso il proprio centro egoico che, anche in situazioni evidenti di difficoltà e bisogna del partner, come bambini lamentosi e queruli continuano a piagnucolare perché non sono accuditi. Non li sfiora nemmeno il pensiero che c’è un tempo per essere accuditi e un tempo per accudire.

Quando il partner si fa male è il momento di smettere di piagnucolare e occuparsi fattivamente dell’altro: cosa posso fare per te? Ti serve una mano a rifare il letto? Ti vado a fare la spesa? Ti porto fuori a pranzo? Ti aiuto a pulire la casa?

Dopo queste riflessioni, come scrivevo a Rain l’altro giorno: purtroppo, pur essendo una dote innata, a me viene il dubbio che sia impossibile addestrare una persona adulta a diventare empatica se non lo è.

Ho voluto approfondire questa tesi e ho saputo che ci sono tre categorie, nella classificazione psichiatrica, che hanno un forte deficit di empatia. Sono le persone che hanno un:

***Disturbo Istrionico di Personalità (DIP)

***Disturbo Antisociale di Personalità (DAP)

***Disturbo Borderline di Personalità (DBP)
“Tale disturbo di personalità è una condizione caratterizzata da pattern a lungo termine di instabilità emotiva, interpersonale e comportamentale”.

In questi casi inutile cercare empatia.

( Alcune parti in corsivo e altre sintetizzate sono state prese da:

Empatia definizione e significato. Empatia in psicologia
https://www.stateofmind.it/tag/empatia/ )

Categorie
Indice

Argomenti


Ecco gli argomenti affrontati in luglio:

*Ciccio: comunicazione

*La colazione: riti e ritmi

*Mi piace ( fischiettare ): suoni

*Che accade ai vostri beni? : meditazione

*Osavo: gioco con un amante

*La cima delle T: scrittura

*Gratitudine: riflessioni

*Narcisismo: osservazione dei comportamenti di un ospite

* Le calze: gioco e comportamento

*Il quadro: gioco e comportamento

*Scampanellio: suoni in montagna

*Quattro emozioni: riflessioni e meditazione

*Straccetti: riflessioni sul buttare

Categorie
Senza categoria

Sfumature

Basta guardarsi intorno per scoprire le sfumature. Nella prima immagine che inserisco tutte le sfumature dei colori caldi: arancione giallo ocra fino ai colori freddi: turchese verde smeraldo celeste… con qualche venatura di porpora magenta viola appena increspata dall’acqua.

Stamattina in alto c’era la brina: primo regalo dell’autunno in arrivo. I prati e i pascoli si trasformano in pizzi scintillanti.

Allora regna sovrano il bianco con tutte le sue cromie. Crea un velo di panna cristallino sui verdi. Quando arriverà la neve il bianco si tingerà di azzurro blu e indaco nelle ombre. Arriveranno i tulipani bluastri e le ninfee di ghiaccio.

La luce così si diverte a creare tavolozze sulla sdrucciolevole facciata della flora e del paesaggio.

Attendo il ballo autunnale per danzare nel turbinio dei colori.

( Fotografie dell’autrice )

Categorie
Senza categoria

Alla ricerca del nulla

Ieri ho avuto il piacere di pranzare in un luogo dove il tempo era fermo e quieto. La stradina che portava all’agriturismo era un nastro tra i boschi. Il parcheggio era pieno: quindi il ristorante funzionava, segnalato anche dal camino fumante. Siamo entrati e la sala era calda e antica, rustica. Altre tavolate ospitavano allegre compagnie. La ragazza è arrivata dopo dieci minuti a prendere l’ordinazione, dopo aver deposto sul tavolo una brocca d’acqua e un cestino di pane. Il pane era nero e squisito: in bocca si esaltavano i profumi e le consistenze di diversi chicchi. Noci, anice, pinoli.

Poi è arrivato il cibo. Mai ho mangiato uno spezzatino di cervo così buono: i pezzetti di carne si scioglievano in bocca, accompagnati ed esaltati dai funghi porcini. Il vino che abbiamo ordinato era ottimo.

A fine pasto, accanto al calore del camino, ho chiesto alla ragazza dove compravano quel pane squisito. Mi ha risposto che lo facevano loro.

Dopo pochi minuti è tornata con un sacchetto: – Omaggio del cuoco, ha detto. C’erano dentro cinque panini neri.

Così quando è sbucato dalla sua tana odorosa il cuoco e mi ha guardata sorridendo l’ho ringraziato di cuore per il prezioso dono. Si è avvicinato a spiegarmi gli ingredienti e la lavorazione del loro pane. Poi ha iniziato a parlare del tempo lento che a loro piace avere e donare. Della inutile fretta e nervosismo che, purtroppo, notano anche in periodo vacanziero, da parte dei villeggianti che passano a pranzare o cenare. Tutto deve essere consumato velocemente. Anche le passeggiate: è importante arrivare in cima per dire: sono arrivato in cima, non fare meno tragitto per fermarsi a guardare e vedere.

L’aneddoto più curioso raccontato dal cuoco in questa amabile conversazione del dopo pranzo è stato: Un giorno avevamo la sala piena ed è entrato un signore sui sessanta anni con lo smartphone in mano, il capo chino sul suo apparecchio che si muoveva nella sala in modo piuttosto agitato. Alla domanda cosa desiderasse, ha risposto che ” era alla ricerca di un Pokémon”.

É così che qualcuno, alla ricerca di un Pokemon, non trova nulla e si perde il meglio. 

Inutile dire che lì nessuno prende il cellulare in mano mentre si mangia. Chi va da loro sceglie l’antica abitudine di mangiare buon cibo, accanto a un camino acceso, facendo conversazione e guardandosi in faccia. 

Vecchie usanze che, in questo folle tempo di iperconnessioneeterna qualcuno ancora apprezza.

Inserisco il link di questo filmato che trovo dica più di tante parole l’enorme solitudine che ci stiamo scavando attorno con l’uso spropositato compulsivo e eccessivo dello smartphone.

Categorie
Senza categoria

Fato

Ci sono giorni ch’entrano nella macina del tempo con un fuoco mattutino. Entrano nel crogiolo delle trasformazioni, con piglio decisivo. 

Sulla squadra geometrica si oscilla: precipitando giù o ascendendo verso il cielo. 

I fischi e richiami del Fato tu odi. 

Non ti é dato sapere: se entrerai nel mare platino e oro o se scenderai nella cantina ferrosa.

Così stai immobile come una trasparente medusa in balia della corrente che ti porterà. 

Categorie
Senza categoria

Quando con la gallina 

Ho appeso in sala un telo. Sopra ci sono io, sdraiata e immortalata dieci anni fa con i jeans stracciati. Una bella fotografia in bianco e nero, diventata poster su tela.

La guardo, mi guardo. Come ero innamorata allora. Avevo un uomo che mi adorava come una dea. Così giocavo. Quel giorno ero scesa con una gallina di stoffa. Un bellissimo peluche preso in Austria per mia figlia quando era piccola. Ora che ero piccola anch’io avevo voglia di giocare. Quindi abbiamo camminato io e il mio uomo per la stradina lungo le acque del canale e io tenevo nella mano destra la gallina. Sorridevo e ridevo. Lui mi scattava fotografie a ogni angolo. E i ragazzi nel prato suonavano i tam tam. E mi urlavano gridolini.

Giornate bellissime quelle dell’innamoramento. Estasi ed eccentricità. Fuori dalla noia. Giornate uniche. Surreali. Meravigliose.

La gallina poteva essere chiusa nel suo corpo rovesciato e diventare uovo. L’uovo poteva essere lanciato e diventare palla. Io potevo diventare bimba. Inutile dire quanto mi manca il gioco.

Categorie
Senza categoria

Grazie 

Questo per dire un grazie sincero ai cento amici che hanno scelto di seguire questo nuovo blog. Siamo proprio una bella compagnia e io qui mi trovo davvero molto bene.

Buona serata a tutti

Eletta