C’è un infinito bisogno di abbraccio. L’abbraccio è caldo, intimo, comunicativo, includente.
In questo periodo di incontri sfuggenti, virtuali, superficiali ancor di più sentiamo il bisogno di calore fisico e affettivo. Attraverso lo schermo possiamo abbracciare l’altro solo con le parole, manca il con-tatto perché mancano i sensi: l’odore, la fisicità, la temperatura del corpo.
Purtroppo non è possibile chiedere di essere abbracciati: l’abbraccio non si chiede, si riceve o si dà.
Scrive Aldo Carotenuto in ” Il gioco delle passioni “:
“Il gesto dell’abbraccio regala la sensazione, seppur breve, di un’unione appagante ed eterna”.
Fin da piccoli, essere accolti tra le braccia della madre o di qualcuno che ci ama ci rende tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere: amore, nutrimento, calore e protezione.
L’abbraccio non è essenziale solo nella fase dell’infanzia: è indispensabile anche nella vita adulta.
Gli adulti che non sanno abbracciare sono stati piccoli bimbi senza abbracci, per questo si sono dovuti costruire una dura corazza, per questo appaiono gelidi.
Scrive Carotenuto:
“La corazza avvolgendo la nostra anima non può che peggiorare le cose, perché ostacola ogni tipo di contatto o di partecipazione emotiva con le persone che ci circondano.
Gli altri ” sentono ” che non desideriamo essere abbracciati che non siamo disponibili perché avvolti da una sorta di filo spinato che impedisce l’accesso alla nostra anima.
(…) queste persone rischiano di isolarsi sempre di più, privandosi degli aspetti migliori dell’esistenza, delle emozioni più piacevoli e positive”.
L’abbraccio tra due amanti ricostituisce quell’unità mitologicamente persa. Quando un amante tiene tra le braccia l’amata comunica più o meglio di mille parole.
” L’abbraccio è un potente mezzo di comunicazione”.
” La conoscenza dell’altro è resa più profonda dal contatto con il suo corpo, la comunicazione più sincera”.