Che cos’è l’orgoglio?
È uno stato eccessivo della propria personalità che porta a isolare la persona, alterandone i rapporti sociali e affettivi.
L’orgoglio mura la persona in una prigione.
È praticamente molto difficile per una persona orgogliosa abbattere queste mura o rompere queste sbarre.
Probabilmente perché l’essere rinchiuso è davvero troppo fragile e senza questa protezione cadrebbe in mille pezzi.
La chiusura e la prigionia porta una sorta di clausura spesso difficilmente accettata da chi sta vicino: non c’è scambio, non c’è altro che resistenza, un muro invalicabile davanti a cui non è piacevole stare.
L’orgoglio è il contrario dell’umiltà.
L’orgoglioso non si abbassa, deve dimostrare al mondo che non ha bisogno di nessuno.
Così rimane solo perché, anche quando viene aiutato, non riconosce e non è grato.
La sua frase tipica è:
– Io non ti ho chiesto niente.
Uguale a:
– Io non ho bisogno di nessuno.
Così, chi gentilmente ha dato una mano, si sente svilito e si guarda bene dal ridare una mano a questo essere così ingrato e stupido.
L’orgoglioso è fiero, smisurato, vano, fatuo, superbo.
Crede di essere sempre nel giusto, anche se riconosce un proprio errore non si abbassa a chiedere scusa.
L’orgoglio porta inevitabilmente all’arroganza.
Potremmo paragonare l’orgoglioso a un cactus. Impossibile raccogliere i frutti senza pungersi. Infatti si usa un lungo bastone con una pinza finale. I frutti così si colgono. Ma senza con-tatto.
La persona cactus è intoccabile. Trattiene l’acqua: nutrimento per sé.
Facile ricordare anche la favola della rana che – per essere grande e grossa come un bue – alla fine scoppiò.
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