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Invettiva

Sovrana indifferenza

Nella tua sovrana indifferenza leggo interi apparati dissonanti, poca logica e cervello.
Il tuo volermi sgorga da un congegno cigolante, assai poco lubrificato e mal congegnato. Perde colpi, perde olio. Purtroppo non perde orgoglio.
Vivi in un laboratorio di fili scoperti con un fondale stinto. Forse solo la notte, nella sterpaglia del delirio, sfinito coi nervi esausti, ricordi vagamente le ore insipide che servi.

Io sono la tempesta magnetica che ti sfibra. Sconvolgo la patina grigia delle insonnie. Sono uno strano addensamento di energia che rompe l’aria come un temporale. Sono colei che divide il memorabile e l’effimero. Nata per cingere d’alloro le divine teste e far rotolar giù le altre.