Non sono una giornalista per cui ve la racconto così come l’ho sentita alla radio: avete presente quelle macchinette tecnologiche, tipo Alexa, che ormai sembra impossibile non avere in casa per sapere se prendere o no l’ombrello?
Ecco. Queste magnifiche macchinette registrano anche i vostri amplessi. Pare che un team umano in Amazon ascolti tutti i vostri comandi e comunicazioni comprese le vostre voci, in situazioni molto private, come i vostri gridolini durante un amplesso.
Mi è venuto in mente perché sto leggendo su Repubblica l’articolo: “Lotto perché Internet torni di nuovo libero” di Roberto Saviano.
L’inizio è davvero sconcertante:
” Immaginate di aprire il vostro computer e di trovare sul desk un documento non redatto da voi che raccolga in ordine tutti i dati della vostra vita”.
E qui seguono gli esempi: foto porno, filmati imbarazzanti, cose e momenti intimi, registrazioni, tutto quello che avete cercato on line e avete detto in WhatsApp, selfie nudi, commenti pesanti e sessisti fatti al telefono…
Veramente imbarazzante. Chi di noi non sarebbe imbarazzato a sapere che questo materiale può essere pubblicato, reso noto, usato contro di noi?
Tutti, indifferentemente tutti, avremmo qualcosa di cui vergognarci. Qualcosa del passato di cui neppure pensavamo fosse rimasta traccia.
Da quando siamo nell’era digitale noi lasciamo tracce ovunque. Non possiamo neanche copulare senza pensare di non essere uditi o visti. Occhi artificiali ci seguono ovunque. Orecchie ci ascoltano. Tutti i nostri spostamenti sospiri tradimenti vengono registrati analizzati catalogati…
Ogni tanto qualcuno qui, in questo sito, mi chiede dove vivo, qual è il monte che protegge le mie giornate. Non do dati personali. Proteggo, per quanto mi è umanamente possibile, la mia libertà.
Non prenderò mai Alexa e simili.
Per il resto, si sa, tutti loro hanno memoria di ogni mia mossa.
Sicuramente più memoria di me.
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