
Come già osservato da me, e da molti altri qui nel blog, sfogliare toccare guardare le fotografie su carta indubbiamente ha un altro e più denso senso e significato che guardare le migliaia di foto ordinate nei nostri archivi digitali.
Io direi che la fotografia su carta emana.
Terminato ormai da settimane il trasloco vero e proprio, ora è il momento del riordino e organizzazione delle minuterie.
Così oggi è toccato alla scatola delle fotografie. C’è dentro quel che sono stata nei vari periodi della mia vita.
Man mano che prendevo in mano e guardavo, pensavo:
Com’ero magra in quel periodo, quasi anoressica
Com’ero giovane e bella
Quante foto mi ha scattato chi mi amava (direi che la quantità di foto scattate è in relazione proporzionale all’amore o all’innamoramento: più lui ti ama, più ti vede bella, più desidera immortalarti e viceversa)
Come ero sempre sorridente
Come ero felice nel periodo della maternità e nella crescita di mia figlia
Come molte persone vicino a me allora, sono andate perdute lasciate o morte
Come sapevo osare di più: look anticonformista e, talvolta osé
Quanti posti ho visto e abitato e quante esperienze ho fatto che non ricordavo nemmeno
Quante storie ho vissuto unica protagonista su diversi palcoscenici e diversi scenari
Come sono stata sempre diversa: mai uguale a me stessa
Rivedere e sistemare le immagini fotografiche su carta può servire a rinfrescare la memoria, relativamente al percorso che abbiamo alle spalle, e che ci ha fatto giungere a quello che siamo oggi.
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