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Classici

Che dire della veste

Immagine fotografica di Eletta

Come giustamente mi ha scritto Paola prediligo la saggistica. Ma leggo un po’ di tutto. Assaggio un pezzettino di ogni autore d’epoca e stile. ( Un pezzettino significa almeno un libro o due ).

Quando ho un attimo mi piace prendere “a caso” un libro dalla mia libreria o dalle pigne che s’innalzano da terra come grattacieli verbali… ( devo proprio farmi fare una nuova libreria ).

Stavolta, a caso, è toccato un libretto di un autore di molti secoli fa.

Ecco un po’ di testo:

Che dire della veste?

O frange d’oro,

non siete voi che cerco,

né te o lana, che per due volte immersa,

rosseggiante sei di porpora tiria!

A poco prezzo altri colori trovi

così belli; e dunque perché mai

cotesta smania

d’avere indosso tutto un patrimonio?

Somiglia questa lana

al ciel turchino,

quando tiepido l’Astro

ne allontana le fredde piogge.

L’altra pareggia

il fiammeggiante croco:

è con velo di croco

che l’Aurora rorida

aggioga i lucidi cavalli.

Ecco i mirti di Pafo

e l’ametista color di viola

e la pallida rosa…

Bellissimi versi. Pare incredibile che siano stati composti in un tempo così lontano. Sono tratti da : L’arte di amare di Ovidio.

Come germina di mille fiori

il prato a primavera,

quando al tiepido soffio

della vite spunta la gemma

e fugge il pigro inverno,

così prende la lana mille tinte.

Siamo legati a un ricordo tedioso degli studi scolastici, in realtà gli autori classici greci e latini sono semplici e a volte più moderni di certi moderni.