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Cinema,

Stupore e tremori

Avevo letto il libro di Amélie Nothomb quando era uscito, anni fa. Stupore e tremori copertina gialla.

Mi era piaciuto e stupito. Per l’ironia, la trama asciutta eppure surreale e tragicomica.

Non sempre i film tratti dai romanzi mantengono l’atmosfera e non la tradiscono. A mio parere il film, che ho visto ieri, traduce molto bene le caratteristiche dei personaggi e la trama.

La protagonista attrice – Sylvie Testud – è davvero strepitosa nell’interpretazione della progressiva discesa di status nella prestigiosa ditta giapponese in cui, con fatica, ha trovato un impiego. Mirabile il suo stupore estatico per la bellezza nipponica del suo capo: l’algida e perfida Fubuki.

Un film che ho visto in francese con i sottotitoli.

Un film che mi ha fatto molto ridere perché adoro l’ironia e la povera ragazza nata in Giappone, ma cresciuta in Belgio, è talmente brava nel descrivere i suoi voli dalla finestra mentre i capi le infliggono le più bestiali umiliazioni…

Non penso di aver mai visto questa attrice che la impersona: Sylvie Testud. Capelli scarmigliati, senza trucco e inganno, corpo mingherlino. Eppure scopro che ha recitato in molti film e che lei stessa è una scrittrice.

Bello. Bello il libro, per chi non lo avesse letto, e bello il film.

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Cinema,

Lacci

Sempre della serie “cose che accadono” e che forse hanno un senso: in due giorni – tra ieri e oggi – ho riletto il libro Lacci di Domenico Starnone e ho visto il film presentato al Festival di Venezia tratto dal libro regista Luchetti.

Come sempre fantastica l’interpretazione di Alba Rohrwacher. E come accade spesso la trasposizione cinematografica di un libro lascia qualche dubbio e segna qualche inevitabile diversità.

Il libro l’ho molto amato, letto d’un fiato quando è uscito e, come dicevo, riletto per caso ieri.

Il film cambia e accentua il focus sui bambini, sui figli: togliendo la sorpresa finale – quasi da giallo ben costruito – del romanzo, in cui le due voci narranti della moglie e del marito fanno da apertura progressiva – come le tende di un palcoscenico: a quello che è la vera scena.

I cocci dei lacci troppo stretti o troppo sciolti dell’amore.

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Cinema, Parole

Cinema

Tra le diverse arti, adoro il cinema.

Nell’immagine vedete due tra i registi che prediligo. L’immagine è tratta da un magnifico lavoro che ho visto ieri sera su Rai Play e di cui consiglio la visione.

Di Truffaut ho amato Jules e Jim, dopo aver letto il libro. Film sulla libertà di un amore a tre.

Ho amato la storia: il ménage à trois.
Il personaggio di Kathe e l’amicizia virile tra i due suoi amanti.
Una donna tra due uomini, uomini con molte donne, presi entrambi dalla passione per Kathe.
Kathe che non ha scrupoli morali. Che punisce la sensazione di tradimento, tradendo.

( Da Tranellidiseta )

Di Alfred Hitchcock ho amato tutti i film. Finestra sul cortile l’avrò visto almeno quattro volte. E così gli altri. Visti e rivisti. Non mi annoiano mai.

Quando nella mia città hanno dato Psyco in un cinema d’essai sono andata a vederlo con mia madre. Ci siamo sedute nelle comode poltrone del cinema. Dopo venti minuti di film ci guardavamo e commentavamo: – Perché c’era stato tanto clamore alla sua uscita anni prima? Pareva un filmetto banale su una segretaria che ruba nell’ufficio dove lavora… Ci hanno trovate poi, strette ai braccioli con il cuore che pareva impazzito e gli occhi sbarrati.

Di Hitchcock mi piace l’atmosfera onirica. Mi piace la fascinazione dell’irrompere improvviso dell’orrore nel quotidiano. Come veniva detto ieri sera da illustri registi come Martin Scorsese: la regia di Hitchcock è magistrale.