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Calligrafia

Che cosa sto imparando

Che cosa sto imparando dallo sgombero ( domani ) e successivamente trasloco ( tra un mese )?

1- Ho comprato troppe cose: pensi di aver sgombrato, svuotato, buttato, regalato tutto? No: apri un armadio e… voilà: c’è ancora roba, la roba sbuca fuori, si autocrea, non finisce mai

2- Gli amici veri si riconoscono nel momento del bisogno. Le persone che veramente ti vogliono bene ci sono, vicino a te per darti una mano o un conforto. Tirare le somme.

3- È divertente leggere le lettere di un morto. Lo sto facendo. Il morto è stato il mio secondo ( o terzo? ) fidanzato. Purtroppo è morto a Mosca, dove avrei dovuto andare insieme a lui anni fa. Avremmo dovuto sposarci. Io l’ho lasciato prima. Ora, in mezzo a questo guazzabuglio per cui le cose si autocreano la notte, mentre io dormo, nell’ultimo reparto dello studio che, naturalmente credevo già vuoto, ho trovato questa scatola piena delle lettere di una vita. Ne ho già stracciate molte, ma non le sue: Babu era bravissimo nella scrittura. Babu era un uomo davvero difficile e interessante. Parlava correttamente quattro lingue, aveva diverse lauree, aveva vissuto anni e anni all’estero per il suo prestigioso lavoro.

Mi piacciono le sue lettere perché mi mettono con le spalle al muro: bravissimo ad argomentare, più bravo di me, mi scrive punto per punto i miei errori. E io rido. E penso: chissà dove sei caro Babu. Chissà se mi vedi, ora, tra tutti gli scatoloni e la casa sottosopra, che rido per la tua incredibile scrittura.

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Calligrafia 


Calligrafia significa bella scrittura. Per me è bella ogni grafia. Ogni segno tracciato su un supporto cartaceo. L’impronta più o meno greve della penna, a incidere o solleticare la pelle del foglio, possiede un proprio carattere e un unico temperamento. Chi siamo lo denota la nostra scrittura. 

Stanotte ho sognato un mio amante. Pathos é deflagrato – tra noi – attraverso un foglietto manoscritto. Mai un foglietto fu più amato per le sue continue emanazioni. Possedeva nel proprio corpo il mana. 

La nostra relazione é stata principalmente epistolare. Noi ci scrivevamo: sempre. Fogli e fogli di parole. La calligrafia ha stampigliato il nostro tempo d’amore. Il demone della scrittura ci legava all’attesa di una lettera. Solo in quello spazio esisteva l’esistente. Ogni altro colore o contorno appariva sfumato. Ogni sua frase era una erotica carezza. 

Per quegli strani capovolgimenti del destino ora non ho più parole scritte. Né le scrivo, né le ricevo. In questo piatto deserto a volte mi trascino in cerca di un po’ di refrigerio. 

P.s. Il sogno lo potete trovare sull’altro mio blog: Tranellidisetaduesolosogni