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Stagioni, Tempo

Oggi sole

Pare incredibile, ma oggi potrò sorbirmi il sole con una cannuccia ecocompatibile a grandi sorsi.

Dopo 5 giorni di pioggia battente insistente e di buio assillante.

Ieri ho spento la stufa alle due dopo pranzo. Ringrazio mia madre che a Natale mi ha regalato una coperta elettrica che, se va avanti così, userò fino a Ferragosto ( non c’è nulla di più piacevole che entrare in un letto caldo).

Mi consolano le notizie di grandinate con chicchi di mele che distruggono parabrezza e di bombe d’acqua e frane giù in pianura… Qui solo cielo nero e pioggia da maggio. Tre mesi così.

Ma oggi… Oggi prenderò tutto il sole e mi scalderó dopo tanto freddo e umidità. Pensare che ho scelto la montagna per il clima secco. Persino in inverno sulla neve io non ho freddo e mi tolgo la giacca se c’è il cielo limpido e blu.

Mi sono coperta più in questi mesi pseudoestivi che in inverno…

Mah.

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Stagioni,

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Fine d’estate – Immagine fotografica di Eletta

Ci sono immagini che segnano la fine o il trascorrere di un momento, di una stagione, di un evento. Questa immagine è per me l’icona della fine estate. Così come le sdraio davanti al lago sono state l’immagine dell’estate piena.

L’altro ieri c’era un lago di nebbia. Bellissima espressione che ho imparato dai vicini montanari, insieme a soffio della valanga e rabbia di vento.

Qui le condizioni meteorologiche e gli eventi legati alla montagna dettano il vivere. Quando c’è un lago di nebbia basta avere l’ardire di salire a tremila metri per vedere il sole. Sotto, ai nostri piedi, il lago bianco e soffice dove è possibile navigare con la mente.

Mi piacciono molto queste parole legate a catenaccio al tempo e agli eventi della montagna. Mi piacciono le novità legate alla stagione, come l’apertura della caccia. I cacciatori sono passati davanti al rifugio stamattina. Uno sembrava uscito da Vogue: ton sur ton marrone militare e bande arancioni, come il bracco che lo accompagnava con la pettorina identica, nel cromatismo, al padrone.

Qui si vedono i pescatori con gli stivaloni verdi e i cacciatori con i fucili in spalla, si vedono uomini sui tetti a sistemarli prima della neve e gli addetti alla diga. Mestieri e personaggi ormai scomparsi dall’habitat cittadino. Tipici del luogo esattamente come certe espressioni verbali.

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Stagioni, Tempo

Agosto

A ncora
G iorni di
O tium
S enza
T erribili
O ccupazioni

– Ma lei lavora sempre – mi ha detto ieri un vicino mentre tagliavo l’erba dietro e davanti la casa.

Sì, adoro fare. E poi riposare. Mi piace la mattina entrare nell’orto per cogliere le profumate verdure. Mi piace la sera rientrare in orto per togliere le erbacce. Che poi, a volte, mi spiace perché le trovo selvatiche come me e anche belle. Ho sempre preferito il groviglio da giungla agli asettici giardini all’italiana.

Agosto è sempre stato uno dei mesi in cui più ho sentito il vuoto e la noia. Ricordo pomeriggi al sole distesa come una lucertola a soffrire. Ora non più. Perché ho una casa che mi piace in mezzo al verde con un giardino da curare e l’orto.

L’altra mattina, invece di camminare fino in fondo al percorso, mi sono concessa una lunga sosta sulla sdraio al sole. Ho messo le cuffie e sentivo musica. Stavo bene. La mia pelle è nera.

Non mi fa più paura oziare. Stare senza far niente. Sarà che settimana scorsa ho partecipato a un corso d’arte che ha comportato spostamenti e ore di ascolto partecipato. Sarà che non ho sensi di colpa a non fare niente. A non progettare niente, tranne il mio star bene. Assecondo i miei ritmi dolcemente.

C’è stato un tempo in cui agosto voleva dire vacanza in luoghi esotici. Alberghi prestigiosi con immense piscine. A parte l’allegria di mia figlia, non mi sono mai veramente divertita. Tutto un po’ falso e da cartolina.

Preferisco ora i miei percorsi in salita, le mie pietre al ruscello che ostinatamente sposto per creare piccole dighe. Forse mi sto trasformando in un castoro.

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Stagioni,

Detesto l’estate

La mia anima di gatta
preferisce l’oscurità
e la coperta lanosa
e il caldo della stufa
e l’intimità di un angolo

all’ostentazione
luminosa
esagerata
ed eccessiva
bollente
esterna
calda
rumorosa
affollata di voci e rumori
dell’estate.

Datemi un manto di neve
Un mattino cristallino
Datemi il ghiaccio
Il silenzio
Il guizzo di una fiamma.

Datemi l’interno:
Un corpo da abbracciare
Lenti carezze
Nel caldo talamo.

Datemi maglioni
E sciarpe
I morbidi abiti
In cui avvolgermi
Proteggermi
Nascondermi.

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Stagioni,

Primavera

( Immagine fotografica di Eletta Senso )

Nell’atmosfera vegetativa mi piace catturare il minuscolo dettaglio che risuona sull’assoluto sfondo verde.
L’erba è cresciuta con un’urgenza vitale dopo le piogge.
Ha una foltezza lussureggiante di chioma selvaggia e lucida, quasi tropicale. Si piega come un’onda sinuosa alla prima folata.

La foresta ha chiazze di verde cupo e più chiaro. Maculato manto di menta.

La primavera – in una giornata di sole – rende tutti i colori saturi. Una successione di accordi cromatici puri, decisi, netti. La luce fa male agli occhi nell’allucinazione meridiana. È lancinante, nella sua piena lucidità.
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Psiche Stagioni,

Buongiorno