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Sintomi

Sono sempre propensa a considerare la malattia come una esplicazione, comunicazione non solo di una sofferenza fisica organica, ma anche di una sofferenza psicologica.

Ancora oggi, sembra incredibile ma è così, c’è chi vede e considera solo l’aspetto fisico dimenticando che non siamo solo corpo.

In particolare trovo interessante l’espressione simbolica di alcuni sintomi. Vediamo cosa ne dice Jung:

Per esempio un paziente che si trovi davanti a una situazione intollerabile può manifestare uno spasmo ogni qualvolta cerca di deglutire: egli non può mandarlo giù.

In condizioni simili di tensione psicologica un altro paziente ha un attacco di asma: egli non può respirare l’atmosfera di casa

Un altro soffre di una particolare paralisi alle gambe: egli non ce la fa più ad andare avanti

Un altro ancora che vomita quando mangia : non può digerire un fatto spiacevole

Da : L’uomo e i suoi simboli – Carl Gustav Jung

Naturalmente è sempre una questione di equilibrio di e: considero un aspetto e anche l’altro.

Se ho un malessere fisico improvviso che mi fa piegare in due dal dolore di certo non sto ad analizzare cosa c’è sotto a livello simbolico, ma prendo immediatamente qualche farmaco che mi aiuti a cessare il dolore. Poi però ci penso. E se è un fenomeno che si ripete magari mi faccio aiutare per capire che cosa mi sta comunicando il simbolo.

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Disturbi della personalità

Da tempo sono iscritta al canale di cui riporto il link. Mi piace molto la sintesi con cui vengono presentati argomenti anche complessi. Mi piace la parte grafica che esemplifica il tutto.

Oggi mi è arrivato questo nuovo video. Guardando le statistiche del mio blog ho notato che una delle voci per cui è stato trovato è proprio inerente al disturbo narcisistico di cui ho scritto tempo fa. Lo trovate al punto sette del video nel cluster B.

Tutti noi, in parte si spera non patologica, soffriamo di alcune caratteristiche dei disturbi elencati. È interessante e utile averne consapevolezza.

https://youtu.be/36YHgxPta44

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Storia in divenire

Immagine fotografica di Eletta

Siamo la traccia del nostro passato solo come segno per un balzo nel nostro futuro. Cioè non siamo solo il nostro passato.

Per chi ha fatto esperienze di psicoterapia o psicoanalisi l’affermazione appena esposta sembrerà non vera. Infatti in analisi si ripercorre il passato con le sue ferite e cicatrici. Ma non per restarvi.

Secondo Lacan, come per Jung nel processo di individuazione, si tratta di portare avanti una soggettivazione.

Non c’è processo di soggettivazione se non come movimento continuo di ripresa di ciò che è già stato verso ciò che non è ancora, verso l’avvenire come possibilità aperta di dare sempre un nuovo senso al proprio testo storico”.

Da: Jacques Lacan Desiderio godimento e soggettivazione – Massimo Recalcati – Raffaello Cortina Editore

Conviene quindi riprendere ciò che è già stato, così come si riprende il filo di un tessuto smagliato, ma solo per dare vita a un nuovo tessuto. Per fare questo occorre non restare fermi bloccati ibernati nella bara dell’accaduto, occorre saper vedere leggere e sciogliere i nodi, eventualmente anche facendosi aiutare da un buon professionista, per camminare in avanti e non più retrocedendo.

Tutti noi abbiamo croci lutti momenti difficili. Chi ne è esente? Ogni evento, anche il più difficile, serve alla nostra individuazione. L’importante è sganciare l’ancora del passato per muoversi verso nuovi lidi.

Per fare questa operazione non serve “mettere una pietra sul passato”; serve invece saper leggere le pietre del passato cogliendone il senso: a quale scopo? Qual è la meditazione la lezione che dovremmo imparare? Se siamo stati male, come possiamo muoverci ora, hic e nunc, verso un nuovo ben-essere?

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Esplora te stesso

Immagine fotografica di Eletta

Nell’ultimo periodo ho amplificato il lavoro che faccio da tempo su me stessa per capire quali sono i miei traumi, le resistenze e i bisogni.

Tuono continuato: l’immagine dello scuotimento. Così il nobile temendo e tremando mette ordine nella sua vita ed esplora se stesso. 51- Chên – L’Eccitante – I Ching

Mi piace molto la frase e l’espressione: temendo e tremando mette ordine nella sua vita ed esplora se stesso.

Cosa significa? Temere in riverente atteggiamento di ascolto tutto quello che ci capita e arriva. Ma non in modo passivo e arrendevole. Infatti la sentenza continua: mette ordine nella sua vita.

Ogni tanto occorre fare il punto. Fermarsi e mettere ordine nella propria vita esattamente come si mette in ordine un armadio: perché tutto sia disponibile e pronto a essere usato secondo le priorità. I maglioni usati maggiormente davanti, quelli meno utilizzati dietro, ad esempio.

Fare ordine nella propria vita significa stilare, anche scrivendo, quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere per il nostro benessere e scrivere quali sono le scelte che decidiamo di attuare per raggiungere questi obiettivi.

In questo periodo siamo, per esempio, bombardati dal bisogno indotto di consumare e acquistare. Io ho deciso di non acquistare nulla. Mettere ordine nella propria vita significa anche sapere esattamente cosa serve e cosa non serve. Nei rapporti fare ordine significa non trattenere i rapporti che sono negativi inquinanti o che ci tolgono energia. Dare energia alle situazioni persone o cose che, invece, ci permettono il fluire armonioso della energia.

La parte finale della sentenza dice: esplora te stesso. Che riprende l’altrettanto famoso: Conosci te stesso.

Cosa significa esplorare se stessi? Significa porci in una posizione di vero ascolto di quello che sono i nostri profondi bisogni desideri e nodi. Se possibile non rimanere solo in superficie. Ho bisogno di mangiare quindi mangio. Esplorare se stessi vuol dire: cosa veramente desideriamo e cosa ora ci fa davvero sentire bene? Cosa ci fa male, ci deprime, ci toglie l’energia vitale?

Come ho già scritto in questo lavoro su se stessi va considerato anche il mondo sommerso del subconscio, attraverso per esempio un lavoro di attenzione ai sogni e a tutti quei segni e segnali anche impercettibili che riceviamo.

Non è certamente un lavoro semplice e, in certi casi, può essere utile farci aiutare nel percorso.

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Caratteristiche del borderline 

https://youtu.be/ZLiShKI58O4

In vita ho avuto a che fare almeno con due persone borderline. Allora non lo sapevo, ma era così.

Il primo era un alcolizzato, falso come Giuda e con diverse situazioni affettive contemporanee, tanto è vero che pur convivendo con lui, ho avuto modo di conoscere almeno una delle altre donne ( la sua fidanzata storica ).

Il secondo era un narcisista patologico perverso e d’improvviso si trasformava, come scritto sotto da angelo in demone.

Erano entrambi plurilaureati: il borderline non è stupido è malato.

Per questo ora cerco di stare molto attenta a non ricadere in queste esperienze davvero terribili e devastanti.

Se on line vi sono diversi interventi su queste patologie un motivo ci sarà, e d’altra parte, basta ascoltare la cronaca nera per rendersi conto di quante persone disfunzionali esistono. Femminicidi e, purtroppo, infanticidi ne sono la prova. Esseri gravemente patologici si aggirano fra noi ed è bene saperli riconoscere.

Ecco dunque una sintesi di quanto trovate in modo discorsivo e molto chiaro nel link.

Caratteristiche del borderline

* poco in contatto con il loro mondo interiore

* incapaci di sintonizzarsi sulle esigenze affettive del partner

* due persone diverse: un angelo e un diavolo che si alternano

* difficoltà di regolazione delle emozioni

* sono esseri senza pelle

* ti odio proprio perché tu mi ami

* ricambia l’affetto diventando crudele

* maltrattante e anaffettivo

* mondo interno caratterizzato da sentimenti di vuoto e depressione

* ferisce chi lo ama, diventa autodistruttivo

* sconcertanti sbalzi di umore

* improvvisi cambiamenti di opinione

* promette qualcosa e poi fa l’opposto

* io fragile e poco integrato

* inconsapevole delle sue tante incoerenze

* incapace di riflettere su se stesso

* se viene posto davanti alle sue contraddizioni reagisce banalizzando o si infuria

* non accetta critiche

* individui che non sanno cosa vogliono fare della loro vita

* c’è molta instabilità psicologica che si traduce in un percorso vitale caratterizzato da continui alti e bassi

* iniziano mille progetti con grande entusiasmo senza portarne a termine nessuno

* comportamento disadattivo

* la parte peggiore emerge nella relazione intima con il partner

* insicuro: affida al partner il ruolo del salvatore

* il partner che all’inizio era il suo eroe, adesso diventa un mostro

* capacità di distorcere i fatti, modificando i dettagli

* non ha acquisito quello che gli psicologi chiamano: la costanza di oggetto, ovvero non riescono a stabilire un senso di permanenza rispetto alle situazioni e alle persone

* vale per loro il detto: lontano dagli occhi lontano dal cuore

* l’assenza, acuendo la paura di abbandono, fa raffreddare i sentimenti del bordeline

* la vittima del bordeline tenta di convincerlo ad andare in terapia per non accettare la impossibilità di un cambiamento che porti benefici alla coppia

* lottano contro un legame che avvertono come fonte di vita e di morte

* legame indispensabile, ma intrappolante

* ogni rottura indebolisce la relazione

* la vittima vorrebbe dar loro tutto l’amore che gli è mancato e tenta di salvarli

* confida subito cose molte personali

* quando la relazione comincia a concretizzarsi il bordeline fa l’attacco al legame: un comportamento che ferisce profondamente l’altro ( ad esempio prendere appuntamento con un’altra donna il giorno del compleanno della partner)

* la ferocia e la crudeltà dell’attacco sono direttamente proporzionali all’importanza del legame

* più si sente innamorato, maggiori saranno i suoi sforzi per distruggere il rapporto

* doppia personalità

* magari si scusa, ma poi ricade nel medesimo comportamento

* rapporto instabile e distruttivo

* il rapporto non si stabilizza mai

* entra ed esce in continuazione dal rapporto

* attacchi verso il partner e il legame

* un giorno ti ama alla follia e il giorno dopo ti detesta in modo viscerale

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Relazioni tossiche

Su YouTube impazzano i video sul tema: Narcisismo.
Ne ho visionati alcuni e faccio una sintesi.
Poi vi rimando ai link.

Come riconoscere il narcisista patologico.

È un bravissimo attore.

Prima fase di bombardamento di amore lui costruirà un teatrino.

Una volta che lui vi ha catturate farà le sue valutazioni per verificare quanto siete manipolabili.

Il narcisista sceglie sempre persone migliori.

Lui ascolta quello che gli fa comodo.

Non è una persona buona d’animo.

È un attore.

È un manipolatore.

Non è empatico.

È uno sfruttatore.

Si informa sulle vostre caratteristiche e farà in modo di sfruttarvi a seconda dei suoi bisogni.

È furbo.

Se ama la montagna, sceglierà una vittima che ama andare in montagna, lo stesso se ama il mare sceglierà chi ha la casa al mare come vittima.

Seleziona la vittima a seconda di quella che è la sua utilità e necessità.

La vittima scelta come partner ricoprirà il ruolo di madre rispondendo a tutti i bisogni filiali e di approvvigionamento narcisistico.

https://youtu.be/gw3X9mYJJCA

Il narcisista patologico ha la capacità oratoria: si costruisce una immagine personale che soltanto voi non sapete reale: bla bla bla, fanfarone, parla molto di sé, vantandosi di imprese interessi e fatti.

Nel momento in cui vi ha esce fuori la sua vera natura.

Non farà mai quello che dice di fare, cioè non si prenderà mai una responsabilità.

Avete una lampadina bruciata in casa da un mese, lui sa che è bruciata, glielo chiedete: non la cambierà. Avete bisogno di caricare la stufa a pellet ogni giorno: non vi aiuterà.

Il narcisista patologico per sua natura non è in grado di DARE se non a parole.

È una persona che non tollera la critica.

Nel momento in cui gli farete notare l’incoerenza tra le parole e i fatti, lui non comprenderà. Nella loro mancanza di coscienza consapevolezza ed empatia non sono in grado di comprendere cosa sia giusto e cosa sbagliato.

Anche se voi gli comunicate che un suo comportamento vi ferisce, anche se indotto a scusarsi, continuerà imperterrito a farlo. E lo rifarà e lo rifarà finché voi non esasperate esploderete e lì vi farà sentire pazze.

https://youtu.be/r58E_Dg9uKk

Le TRE FASI CON UN NARCISISTA

1- Bombardamento d’amore
2- Svalutazione
3- Scarto

( Queste fasi possono essere anche ripetute in cicli: ti bombardo di amore, ti ignoro o svaluto, ti scarto, ti riprendo ).

BOMBARDAMENTO DI AMORE: il narcisista quando seleziona le proprie prede non le prende a caso. Le prede che sceglie devono essere persone particolarmente empatiche e sensibili, persone con dei grandi talenti o delle grandi capacità. Persone facilmente manipolabili per scarsa autostima di sé.

Il narcisista dopo aver effettuato dei piccoli test, capito che questa è la persona giusta, comincia con il bombardamento di amore.

La prima fase consiste in continue attenzioni, promesse, importanti gesti di interesse. Messaggi, inviti a cena o pranzi, gite fuori porta, vi chiede di rimanere a dormire la notte con lui.

Non sentendo la voce del proprio istinto, la vittima – lusingata da queste insperate attenzioni cade nella trappola.

Questa fase richiede un grandissimo impegno per il narcisista, è molto innaturale per lui, è una recita che non rappresenta la persona che è realmente. Lui non sa dare.

La prima fase è anche chiamata la fase della IDEALIZZAZIONE: lui vi mette su un piedistallo. Vi stima. Vi invidia. Vorrebbe essere come voi.

Il narcisista vive in una realtà immaginaria di se stesso. In questa fantasia egli è onnipotente, superiore, migliore, giusto, buono quindi merita il miglior trattamento, le migliori persone attorno a lui… in questo caso ha scelto una persona di qualità con grandi capacità e vi idealizza come preda, come il perfetto partner, un servo per lui che soddisferà tutte le sue richieste sottomettendosi.

Vi aggancia emotivamente prendendovi come estensione di se stesso. Non vi vede come cosa separata ( non vi vede e vedrà mai come persona ) ma come parte di stesso.

Assimilandovi nella sua persona, assimila tutte le vostre qualità, i vostri pregi. In questo modo rinforza la sua essenza narcisistica.

In questa prima fase sarete esibite come un trofeo: vi presenterà a tutti gli amici, al gruppo familiare. Spenderà per aver vicino una preda così bella interessante e intelligente. Non vedrete così tante persone vicino a lui come in questa prima fase: vi usa per rinforzare la sua immagine uscita magari svalutata da un’esperienza di crisi relazionale precedente.

SECONDA FASE: ora che vi ha agganciato si rilassa.

Inizia a godersi lo spettacolo. Ora è convinto di potersi prendere quello che si merita: ovvero la vostra totale servitù.

Inizierà a avere comportamenti non consistenti, dove vi dirà una cosa e ne farà un’altra, non sarà coerente, non sarà disponibile emotivamente, non avrà empatia, non avrà compassione profonda e vera nei vostri confronti.

Non ci sarà, come un vero partner, nei momenti in cui ne avrete bisogno.

Vi fate male? Non ci sarà neanche a farvi una fasciatura.

Vi farà promesse che non verranno mantenute.

Vi saranno parecchie menzogne, manipolazioni.

Avrà spesso comportamenti scorretti, poco etici, insomma tornerà nella sua versione più naturale senza la maschera usata nella prima fase.

Durante questa fase chiamata SVALUTAZIONE, voi iniziate a VEDERE la sua vera realtà e la relazione diventerà intollerabile percorso il suo comportamento non sarà etico.

Comportamenti malsani e quindi molto pesanti per la vittima.

La vostra intuizione, la vostra voce interiore, bombardata di attenzione e amore nella prima fase, tornerà a farsi sentire. Ormai siete agganciati emotivamente e faticate a fare un passo indietro.
In questa seconda fase una persona sana avrebbe i comportamenti dei suoi campanelli d’allarme e del suo intuito e scapperebbe a gambe levate.
La vittima invece vuole ripristinare la fase di bombardamento di amore e capire che cosa ha fatto cambiare così repentinamente il suo comportamento.

Iniziamo a criticare il narcisista.
Iniziate a parlarne con lui.
Iniziate a chiedere delle modificazioni di comportamenti.
Iniziate a dirgli come vi sentite.
Iniziate a pretendere una relazione di vero amore.

Qui iniziano i veri problemi.

Mentre una persona sana prenderebbero il vostro feedback per cercare di migliorarsi, ci sarebbero sicuramente litigi ma, alla fine, con una evoluzione da parte di entrambi, il narcisista fa l’esatto contrario.
Vive in questa immagine molto distorta di se stesso, questa sua immagine è tutto ciò per cui lui vive. Non c’è altro. Tutto nella sua vita, inclusi voi, vivete per rafforzare questa sua immagine distorta.
L’unico motivo per cui sta con voi è per confermare questa sua immagine e per essere servito.

Sotto questa immagine a cui si aggrappa esiste il suo trauma che lo ha reso narcisista. Un trauma così potente e doloroso che il narcisista non lo affronterà mai. Non lo ricorda neppure.

Quando voi iniziate a criticare delle cose che non vanno bene nella relazione, voi in pratica gli state chiedendo di iniziare a rompere sbriciolare questa visione immaginaria di se stesso, dove lui è onnipotente e superiore ed ha tutto il diritto di schiavizzarvi e di usarvi per il suo servizio e gli state creando delle crepe in questa immagine dove deve iniziare a vedere la sua VERA PERSONA: chi è veramente.

Una cosa del genere è inconcepibile e inaccettabile per lui, che non vorrebbe mai confrontarsi con il suo dolore.
Il narcisista pur di non affrontarsi preferisce morire.
Questa è la così detta : FERITA NARCISISTICA

Quindi cosa succede? Il narcisista cercherà di difendere questa sua immagine. Quindi inizieranno i litigi, userà tantissime tattiche di manipolazione e distorsione della realtà.

Diventerà molto aggressivo. Come se voi foste una minaccia alla sua vita.
Vedrete il così detto furore narcisistico che è rabbia. Cercherà di dipingersi come vittima, avrà scene di disperazione o depressione. Tutta una recita per cercare di ripristinare l’ordine.
Quando tutti i tentativi del narcisista di ripristinare l’ordine cioè di rimettervi al vostro posto non funziona allora arriva la fase dello SCARTO. Ultima risorsa del narcisista.

Lo scarto consiste nell’annientarvi.

La fase dello Scarto avviene da un giorno all’altro. In modo drastico.
Il giorno prima vi chiamava tesoro e il giorno dopo vi abbandona. Il giorno dopo non esistete più.

Il narcisista in realtà ha preparato questo momento già da molto tempo. Dietro le vostre spalle.
Già prima dello Scarto lui ha messo in atto una fase di preparazione. Avrà iniziato a mettervi in cattiva luce, vi dipingerà come persona estremamente problematica – se non pazza, instabile, dipingerà se stesso come la povera vittima.
Così prepara il campo per le sue prossime prede che lo consoleranno: poverino…
– Devi chiudere con questa terribile persona visto le sofferenze che ti sta causando…

Si è creato il suo punto di appoggio per quando vi scarterà, con molta probabilità ha già cercato e forse trovato un’altra preda, un altro partner, ha già iniziato la fase di bombardamento di amore per agganciare questa nuova vittima.

In modo da essere saldo quando perderà l’approvvigionamento narcisistico che ha ottenuto da voi.

In questo modo aspetta il momento opportuno per scartarvi. Con un narcisista una rottura non è semplicemente la fine di una relazione, lo scarto nel caso del narcisista non ha semplicemente l’obiettivo di terminare la relazione, anzi lui vorrebbe tenervi lì a sua disposizione per il futuro. L’intento di questa azione è di ANNIENTARVI per cui lo farà nella maniera più crudele possibile per crearvi la sofferenza più grande apposta perché in questa maniera ha ripristinato la sua fantasia narcisista. Nel momento in cui siete distrutti non siete più un pericolo.
Vi taglierà di netto con un litigio dai toni molto alti. Vi esaspererà in modo da addossare a voi la responsabilità della fine del rapporto. Lavorerà sui vostri sensi di colpa, chiudendo per esempio in un momento in cui lui deve subire un intervento ospedaliero.

Lui in tal modo riuscirà ad uscire dalla relazione senza dover affrontare la sua responsabilità. È colpa vostra, non sua.
Esce illeso perché ha dimostrato che voi siete il problema.
Sarà un momento devastante come un fulmine a ciel sereno. Il giorno prima una persona gentile e grata, il giorno dopo un mostro che vi insulta e urla in faccia…
Questa non è semplicemente una rottura è una violazione dei vostri diritti umani.

Momento devastante per la vittima, ma anche l’occasione per sganciarsi ed evolvere, riprendere in mano la propria vita e liberarsi per sempre da una relazione tossica.

https://youtu.be/udQaaW11n6U

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Il tiranno

“Per quanto concerne il carattere dell’anima, vale, secondo la mia esperienza, il principio generale secondo il quale essa, nel suo complesso, è complementare al carattere esteriore.
L’esperienza ci dice che l’anima suole contenere tutte le qualità geneticamente umane che fanno difetto nell’ atteggiamento cosciente.

Il tiranno tormentato da brutti sogni, da foschi presentimenti, da angosce interiori, è una figura tipica.

Esteriormente privo di scrupoli, duro e inaccessibile, egli è interiormente sensibile a ogni ombra, schiavo di ogni capriccio, come se fosse l’essere più dipendente e più cedevole alle altrui influenze.

La sua anima contiene quindi tutte le qualità genericamente umane dell’influenzabilità e della debolezza, che mancano del tutto al suo atteggiamento esterno, alla sua Persona”.

CARL GUSTAV JUNG – Tipi psicologici

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Caratteristiche del narcisista

( Immagine fotografica di Eletta Senso )

Questo articolo è una sintesi di quanto detto in diversi video presenti su YouTube dello psicologo R.Ruga. Non sempre è una fedele trascrizione, vi sono anche mie aggiunte.

https://youtu.be/H1qEDMSh4Qo

Sarà interessante scoprire quali caratteristiche del disturbo narcisistico siano rintracciabili nei nostri, o altrui comportamenti.

Per me lo è stato.

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Caratteristiche del disturbo narcisistico

Il narcisista patalogico è un manipolatore affettivo che inganna e mente.

È anche un predatore che maschera la sua identità mostrando quello che non è.

È astuto
Privo di scrupoli
Smania di protagonismo che ha le sue origini nel senso di inferiorità.

Si sente fragile. Stato emotivo freddo. Come se fosse rinchiuso in una fortezza. Non si apre per paura di svelare le proprie intime debolezze.

Non sopporta di essere lasciato.
Illusione onnipotente di poter controllare e sottomettere l’altro.

Prepotente prevaricante. Decide lui. L’altro – la vittima – deve semplicemente soddisfare i suoi bisogni. Non viene rispettato nella sua unicità.

La vittima ai suoi occhi è trasparente .

Il narcisista tende a succhiare, per poi lasciare. Anche se non accetta la perdita del partner, in realtà non fa nulla per tenerlo in un rapporto di rispetto empatico ed affettivo: semplicemente perché è egoista e non ha nessuna intenzione di rimettersi in gioco.

Per la psicoanalisi questo non coinvolgersi profondamente con l’altro, sarebbe un tentativo di negare la paura, esorcizzando la potenza malefica dell’altro. La donna è vista come strega maga dotata di poteri magici di cui avere paura.

Per Jung la caratteristica del narcisista manipolatore è quella di non voler svelare la propria identità.

Il narcisista si nasconde per proteggere la propria fragilità emotiva.

Il narcisista sceglie con cura le sue vittime che tendono a essere persone molto empatiche. Che si sacrificano pur di tenere in piedi la relazione.

https://youtu.be/udQaaW11n6U

Il narcisista desidera lo status quo per mantenere il proprio potere sulla vittima. Ma non la ama. Perché non sa uscire dal proprio centro egoico.

All’inizio tutto va bene, anzi attua una serie di attenzioni verso la vittima, per poi cominciare a diventare ambigui… dicono che non vogliono il fiato sul collo.

La partner, che viene scelta per la sua avvenenza, viene poi svalutata ( sei grassa, vecchia, stupida, non ti sta bene quel colore… ).

Diventano gelosi. Essendo loro il centro del mondo non tollerano che il/la partner possa avere altri amici/amiche o interessi.

Molto critici e svalutanti.

Finiscono per tormentare il partner senza avere scrupoli. È sempre colpa dell’altro in qualsiasi occasione di litigio. Continuano a giustificare ogni loro azione, anche se indegna. Raccontano a se stessi una continua realtà distorta. Negano l’evidenza e, se colti in fallo, minimizzano.

Obiettivi di controllo e di dominio dell’altro.

Una volta raggiunto il possesso della vittima, questa perde di ogni interesse. Non interessa minimamente scoprire chi è, cosa pensa, come vive. Non c’è condivisione empatica delle esperienze. Conquistata la preda il narcisista non fa nulla per tenerla. Non dà. Desidera solo ricevere.

Il vissuto emozionale del narcisista è caratterizzato da instabilità affettiva.

Crolli dell’umore. Un giorno splendente e il giorno dopo buio. Mancanza totale di un equilibrio umorale.

La tendenza a cadere in comportamenti distruttivi. ( Beve prende droghe parla di suicidio è preda di depressioni ).

Spesso ha un giudizio che oscilla tra polarità opposte: bianco/nero. Nel dialogo è pronto a dire: sbaglio sempre io, tutto quello che faccio è sbagliato. Anche se gli si chiede di puntualizzare solo un comportamento sbagliato non è in grado di focalizzare. Generalizza per salvarsi.

Le sue relazioni sono caratterizzate da alternanza di idealizzazione e svalutazione.

Marcata impulsività insieme a sentimenti cronici di vuoto. Sguardo perso nel nulla.
Difficoltà a controllare la rabbia.
Frequenti accessi di ira immotivata. Chiusura automatica di porte e portoni quando si sente sotto attacco.
Sospettosità di tipo paranoide.

Presenza di una comunicazione incoerente e contraddittoria.
La persona è in grado di affermare in un momento una cosa e dopo l’esatto contrario. Comportamento evitante. Impossibile fermarli su un solo aspetto: sono scivolosi e camaleontici.

Non sopportano di essere lasciati: dicono frasi forti come: Senza di te non posso vivere. Si fanno venire anche la lacrimuccia, tranne – una volta riconquistata la vittima – comportarsi con la medesima indifferenza e prepotenza manipolatoria utilizzata prima.

Non fanno nulla di veramente notevole e importante per salvare il rapporto: anche se gli viene chiesto non inizieranno mai un percorso serio di analisi, l’unico percorso in grado di modificare il loro disfunzionale modo di vivere.

Contrastano chiunque non la pensi come loro. Hanno sempre ragione.
E contrastano coloro che non assecondano i propri desideri
reagendo aggressivamente e facendo sperimentare sensi di colpa al fine di controllarli.

Chi vive con un narcisista si sente spesso annichilito e impotente, vampirizzato. Senza più forze.

Il rapporto interpersonale è caratterizzato da un sentimento ambivalente di dominio.

I narcisisti non sono capaci di provare empatia.

Perciò il parere dell’altro viene sistematicamente svalorizzato.
E il dialogo non è costruttivo.

Di solito il narcisista lancia la sua frase fatta come se fosse verità assoluta ( sono fatto così: prendere o lasciare ) e chiude le sue porte al dialogo.

In questi casi la vittima, per salvarsi la vita bisogna che scappi.
Senza più girarsi indietro.

Perché il narcisista non è disposto a mettersi in discussione. Non è disposto a confondersi e trasformarsi attraverso il rapporto d’amore.

( Così come trattato in altri interessanti video, oltre al narcisista ( e ai suoi sottotipi ) esiste anche il borderline. Gli atteggiamenti dell’uno, a volte si confondono con quelli dell’altro. A volte differiscono.

Da queste persone, che siano narcisisti o borderline, è sempre meglio tenersi alla larga.

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Pare che

Ogni tanto mi piace fare un giro su YouTube a sentire una canzone o ascoltare una dissertazione. Pare che oggi vadano di moda, oltre ai guru, gli psicologi e le psicoanaliste che trattano di persone affette da narcisismo o psicosi varie.
Una psicologa parla per ore del narcisista. Ci ha avuto a che fare. Spiega come liberarsene. Ma qualcosa non mi convince.
Passo a uno psicologo che pare meno coinvolto emotivamente. Ascolto quel che dice delle “Relazioni tossiche”.
Mi pare più interessante. Anche perché analizzando con precisione il ruolo del manipolatore e della vittima, alla fine conclude con una sacra verità: “Inutile cercare il mostro fuori di noi. Bene per noi trovare un senso alla nostra vita scoprendo chi siamo e risvegliando la nostra parte creativa”.
Stanotte ho sognato un mio ex amante. Gli dicevo di togliere le cose “sporche” che aveva sul cruscotto dell’auto. Come scrivevo oggi chiacchierando nei commenti con Neda: il passato ci forma e trasforma. Normalmente io chiudo drasticamente con il passato: non torno mai sul luogo del delitto. Poi il passato trova strade per tornare nel mondo onirico. C’è. Inutile negarlo. Utile capire quello che ci ha lasciato. Nella relazione sognata l’idea di “sporco”. Ma comunque questa, e tutte le relazioni affettive che ho avuto, mi sono servite. Mi sono servite anche nel dolore.
Se oggi sono quella che sono, nel bene e nel male, lo devo a tutti gli incontri che ho fatto, a tutte le esperienze.
Sono consapevole che il benessere lo devo trovare in me e non fuori di me.
Sono consapevole che devo fidarmi di quello che sento e provo.
Sono consapevole che il destino è il destino che creo ogni giorno scegliendo nuovi scenari.
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Ciascuno


Una psico da cui andavo un tempo, un giorno mi disse una frase che mi è rimasta scolpita nella mente come solo certe frasi riescono a fare:
Dopo i diciotto anni ciascuno è responsabile di quello che dice e che fa e ne subisce le conseguenze”.

Ad una certa età tutti dovremmo sapere cosa diciamo e come agiamo. Io per prima. Quindi da ora in poi farò scelte precise e consapevoli e dirò quello che per me è giusto dire.
Anche se le conseguenze saranno dure o drastiche.
È una vita che cerco di giustificare e capire cosa muove o non muove l’altro. Imbozzolata in una specie di ragnatela senza potermi muovere. È giunto il momento dello strappo e del volo. Il ragno sta immobile. Romperò la tela. E volerò via.
Ci sono persone che proprio non vogliono capire: tutto per loro è immutabile e scontato. La preda è lì, pronta per il solito pasto.
Invece no. Arriva una congiunzione astrale che permette l’impensabile. Non sarò il tuo quotidiano pasto. Di me non resteranno povere ossa. Tu non hai voluto capire che era giunto il momento di agire e ora, che ti volti, guarda: c’è il vuoto. Potevi svegliarti, potevi donarti, potevi esserci. Potevi scrivere, potevi vivere, potevi scusarti, potevi ringraziare, potevi dire. La pietra non permette incursioni se non alla perenne goccia d’acqua. L’acqua è finita. La fonte prosciugata. La pietra resta nella propria ferma inutilità. Tutto le scorre addosso senza lasciare traccia. Tutto le è indifferente. Non ha braccia per abbracciare. Non ha labbra per baciare. Non ha voce per dire.

Ho fatto di tutto per svegliare stimolare avvertire. Ora basta. Ciascuno è responsabile non solo di quello che dice, ma anche di quello che non dice.
Ciascuno è responsabile non solo di quello che fa, ma anche di quello che non fa.
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Come sta?

Domani la psico chiederà “come sta”?

Sto bene perché l’ambiente che ho scelto per vivere mi regala ritagli pittorici ogni giorno.

Sto bene perché, nel mio nuovo paesino, ho trovato nuove amiche con cui tessere esperienze e confidenze.

Sto male perché lui non vuole lasciarmi, ma non fa niente per tenermi.

Il guerriero non cala lo scudo e attacca con arroganza.

Il guerriero pavido non si presenta alla giostra e non mette in campo la sua forza.

Sto male perché ci sono gravi disturbi di comunicazione.

Comunico con tutti e i messaggi vengono recepiti. C’è una risposta.

Lui non riceve la mia posta elettronica. Mi tornano indietro con ricezione fallita.

Lui non sente i messaggi su WhatsApp.

Lui se gli parlo guardandolo bene negli occhi pare non decifrare il mio alfabeto.

“DITEMI QUANTO TEMPO E DENARO SIETE DISPOSTI A SPENDERE PER UNA PERSONA E IO VI DIRÒ QUANTO È IMPORTANTE PER VOI”. Jung

In questa settimana, dottoressa, il mio compagno ha speso più tempo e denaro per sé ( e il suo cane ) che per me.

Ho la mano fasciata?

Sì, lo so. Dal primo gennaio.

Mi ha lasciata sola.

https://youtu.be/UmE7nrfzcCo

Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te.

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Psiche

Perdersi esporsi

L’amore implica sempre l’esperienza dello scavalcamento di un limite, l’oltrepassamento di una soglia, il dispendio di se stessi. Non è solo un ritrovarsi, come fa intendere la metafora armoniosa che Platone propone nel Simposio per bocca di Aristofane, delle due metà che si ricongiungono superando la divisione inflitta loro da Zeus, ma è anche un perdersi, un esporsi in modo assoluto – senza riserve – all’incognita del desiderio dell’Altro.

Per questa ragione la vera libertà non è – come pensa la nevrosi – evitare il legame con l’Altro affermando la propria autonomia, ma è saper riconoscere la nostra insufficienza e la nostra dipendenza dall’altro.

Non consiste nel vivere senza l’Altro perché questo è il sogno profondamente narcisistico e perverso di ogni nevrotico.

Piuttosto la vera libertà implica il legame con l’Altro come ciò che apre la mia vita all’incognita ingovernabile del desiderio.

Cancellare la dipendenza simbolica dall’Altro non rende la vita indipendente ma la mutila, la arrocca su se stessa, la riduce a una fortezza vuota”.

Da: Non è più come prima – Elogio del perdono nella vita amorosa – Massimo Recalcati

Eccomi qui. Ieri ho avuto una seria crisi nervosa.
Non c’è peggior cosa, per me naturalmente, che non essere ascoltata.
Così come c’è una bella differenza tra guardare e vedere, così c’è una bella differenza tra udire – le parole che uno dice – e ascoltare.

Per me, che pongo la comunicazione al primo posto nella relazione interpersonale, ascoltare significa ascoltare col cuore. Profondamente.

Ascoltare una persona che apre il suo cuore e pone un’analisi, naturalmente soggettiva, rispetto a delle cose basilari da modificare per il benessere di una relazione, significa accoglierle, prenderle in serio esame e poi, ribattere dicendo il proprio punto di vista.

Non c’è cosa peggiore del silenzio. O della negazione. Come se l’altro non avesse neppure parlato. Come se certe istanze poste non fossero arrivate neppure all’udito, al cervello, al cuore.

Non è possibile continuare a dire all’altro che determinati comportamenti portano malessere, sofferenza. Non è possibile chiedere all’altro di tener conto e trovare solo e continuamente – dall’altra parte – una perenne giustificazione del proprio modus operandi e mai, proprio mai, un prendere in considerazione l’ipotesi di cercare di modificare un comportamento su cento. Almeno uno.

Qui viene necessario interrogarsi su alcuni punti: primo- è possibile cercare di modificare un proprio comportamento?
Attenzione: non ho scritto ” modificare un proprio comportamento”, ma almeno “cercare, con fatica, di modificare un proprio comportamento.

Nella mia vita mi è già successo di sentirmi dire che il partner che avevo scelto era affetto da un disturbo narcisistico della personalità e che l’unica soluzione era allontanarmi da lui il più presto possibile. Me lo ha detto uno psichiatra che lo aveva visto.
Così ho fatto.

Dopo questa esperienza: lasciare un progetto di coppia faticosamente costruito, perché stare con un uomo affetto da questo disturbo narcisistico non è francamente sopportabile, mi ritrovo con una persona che non considera minimamente la possibilità di modificare il proprio comportamento per il benessere della coppia e della relazione.

Stare in coppia è un adattamento continuo. Non è semplice. Lo testimoniano i divorzi e le separazioni sempre più frequenti.
Per stare in coppia occorre uscire dal proprio Ego e considerare il bene dell’altro. Perché voler bene è volere il bene dell’altro.

Se una persona non riesce a fare questo salto e considera sempre e solamente i propri bisogni interessi desideri istinti senza mai prendere in considerazione i bisogni interessi desideri istinti del partner, semplicemente non ama. Non vuole bene.

Ho imparato, nel tempo, ad abbassare l’orgoglio e ho imparato a chiedere, a dire: cosa mi manca, cosa desidero, cosa mi fa soffrire. Se – dette queste cose – l’altro non ha mai nulla da dire, se non continuamente giustificarsi: ho fatto così perché tu, è colpa tua se, io sono fatto così: prendere o lasciare… rimane un campo di azione?

Non mi fa saltare i nervi litigare. Mi piace discutere, ascoltare un punto di vista diverso, argomentare. Quello che mi fa saltare i nervi è l’indifferenza, la mancanza di risposta, di interlocuzione. Il silenzio: come se nulla fosse stato detto.

Se una persona comunica che sta male a causa nostra, almeno si può – e si deve – fare la fatica di capire cosa ci sta dicendo e, insieme, trovare una modalità per uscire dalla crisi. Naturalmente se stare in relazione con quella persona ci interessa. Ho riportato le riflessioni di Recalcati, tratte dal suo bel libro sull’amore, perché sono convinta che un po’ di fatica occorre farla per scavalcare quel limite, oltrepassare quella soglia del proprio Ego narcisistico per vedere ascoltare amare l’Altro.

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Psiche

La vita delle piante

In genere non mi piace pubblicizzare un libro, anche perché non è detto che quello che piace a me possa piacere ad altri. Non c’è nulla di più soggettivo della lettura. Però mi è stato donato questo libro di cui avevo già appuntato il titolo dopo aver visto la presentazione da parte dell’autore in tv.
Mi aveva colpito il tema: le piante, gli alberi.

Non è un libro di botanica. È un libro filosofico. Che ha come centro e linfa il mondo vegetale. La vita delle piante. La loro perenne sottovalutazione nella scala dell’esistente, come se non fossero così vitali e importanti al pari degli animali, ormai consacrati a semidei, e agli uomini che ormai si credono dei.

Adoro le piante. La loro silenziosa presenza. La loro continua metamorfosi e crescita. Il loro nascosto movimento, il loro adattarsi. Quello che prendono, quello che donano. Quello che trasformano.
Adoro camminare nei boschi tra queste mute sentinelle. Non hanno bocca, ma mi parlano. Non hanno pelle e orecchie, ma mi sentono. Adoro le loro forme. La mutevolezza del ghirigoro dei rami. Mi incantano.

Emanuele Coccia scrive un libro davvero interessante sull’importanza delle piante. Base di tutto il vivente. Lo scempio operato dall’uomo nel tempo, l’uso dissennato del disboscamento a favore della cementificazione, le sciagure naturali come gli incendi e i venti ultimi, eventi che ammazzano e distruggono, senza criterio, ettari e ettari di boschi. Nostra linfa nostro polmone di verde e ossigeno.

Poi gli architetti riempiono le pareti verticali di verde sui terrazzi e nelle metropoli si fa giardinaggio sui tetti. Palliativi.
Impariamo finalmente, noi esseri umani, a rispettare le piante le forme vegetali gli alberi le foreste i prati i boschi le praterie come sorgenti di vita. Impariamo finalmente a preoccuparci seriamente di ogni ferita che viene procurata al mondo vegetale, da cui tutti noi dipendiamo: uomini e animali.
Impariamo a vedere gli alberi e a rispettare la loro muta, ma fondamentale, presenza.

Inchiniamoci al loro respiro che si fa nostro respiro.

Inchiniamoci davanti a ogni seme: racchiude in nuce ogni ragione e progetto vitale.

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Psiche Stagioni,

Buongiorno

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Coppia Psiche

Ci sono uomini che

Ci sono alcuni uomini bambina. Hanno una paura folle dell’ombra della madre.

Della madre – se morta – hanno tenuto tutto: dal grembiulino logoro alla tovaglia ricamata a mano, alla sveglia e il lenzuolino. Forse persino gli stracci: che non si sa mai.

Se li avvicini ti guardano con sospetto. Portano il sacco delle paure ataviche legato sulle spalle e hanno, spesso, problemi alla schiena.

Non ti abbracciano perché “sai in famiglia non siamo stati abituati a questi gesti”.

La sera, quando tornano alle tre con te, aprono piano piano la porta della camera della madre viva e sussurrano: – Buonanotte.

Altrimenti vengono puniti e vanno all’inferno.

Ci sono gli uomini spirituali. Scoprono Gesù- Padre Pio- la Madonna di Medjugorje- Buddha e Maometto tutti insieme. Se gli chiedi di fare una passeggiata e quattro chiacchiere pensano che si fa peccato così preferiscono star chiusi a sgranare rosari, mala e altri aggeggi vari. A volte suonano cimbali. Meditano sempre. Hanno molto da espiare e forse usano anche la fustigazione.

L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol far l’angelo fa la bestia. Essi vogliono mettersi fuori di se stessi e sfuggire all’uomo. E’ follia; invece di trasformarsi in angeli, si trasformano in bestie; invece di innalzarsi, si abbassano”. – Montaigne

Ci sono gli uomini tuttatesta e nientecorpo. Hanno un lieve filamento che tiene su, sollevato verso il cielo, il loro cervello; così volano in alto e non si sporcano i piedini con le umane cose.

Abitano case sugli alberi o grotte: non tollerano di venir disturbati. Loro “pensano”.

Ci sono gli uomini tartaruga. Hanno la testa retrattile e, al minimo avviso di pericolo, nascondono la testa nel carapace. Assomigliano agli uomini struzzo. Sono l’icona moderna rovesciata di San Giorgio che combatte col drago per liberare la principessa. La principessa da liberare sono loro, ma non lo sanno.

Ci sono alcuni uomini appiccicaticci come il miele. Se non hai il particolare attrezzo per scodellarli filano all’infinito e il loro denso essere ti rimane addosso ovunque. Ti seguono ti stanno alle calcagna ti fiutano ti osservano, prendono nota di ogni tuo spostamento. Sono la versione moderna della carta moschicida.

Ci sono alcuni uomini psichiatri o psicanalisti: usano il rapporto terapeutico per mostrare la loro forza maschile dall’alto del loro potere, tanto la paziente è inerte – sul lettino e loro non possono temere. Hanno spesso bianchi capelli scomposti o fluenti che tirano all’indietro con una coazione a ripetere ossessiva; possono avere anche la barba e occhi penetranti. Registrano e interpretano ogni tuo minimo sussulto : “loro sanno perché”. Se ti portano a letto, prima stanno mezz’ora nel bagno: certe pastiglie blu danno più sicurezza così quietano la loro “ansia da prestazione”.

Ci sono alcuni uomini che d’improvviso spariscono. Prima eri solo tu… poi il vuoto. Ritornano in vita quando sono dall’altro capo del mondo per dirti che sono all’altro capo del mondo. Eppure ti scrivevano poesie.

Ci sono alcuni uomini dietro lo schermo del pc o dello smartphone : stanno velati come le donne con il burqa. Ne vedi solo gli occhi che percorrono parole sul plasma. Ti regalano riflessioni a granuli omeopatici. Fanno da contro-pendant ai logorroici. Questi ultimi ti buttano addosso badilate di vita trascorsa e tu, nel frattempo, fai da semplice parete rimbalzante.

Ci sono uomini poco cortesi. Poiché c’è stato il femminismo si sentono in diritto di farti pagare a metà persino una pizza ( anche se loro si sono scolati litri di birra e tu no ). Non ti aprono la portiera. Non ti regalano mai fiori. Non tengono conto dei tuoi bisogni e sogni. Ti usano. Sono rimasti al modello ” maschio che non deve chiedere mai”. La donna è nata per servire e, in tal caso, anche se hanno avuto una lunga militanza comunista, del femminismo fanno carta per pulirsi nel cesso.

Ci sono uomini che la vita ha bastonato seriamente. La moglie li ha traditi e loro si fidavano così tanto… Peccato che per anni non l’hanno proprio vista considerata amata. Dopo un anno di pianti e lamenti sono così fortunati da trovare un’altra femmina. Anche con questa: non vedono, non considerano, non amano. Così la storia si ripete e si ritrovano soli a piangere e lamentarsi. Sono uomini che non imparano mai.

Ci sono uomini – invece- che hanno imparato che é importante amare: e perciò amano.

Ci sono uomini che sono grati alla vita per aver incontrato una compagna. Sanno che la solitudine é una brutta bestia.

Ci sono uomini che hanno capito che in un rapporto occorre cortesia e tolleranza.

Hanno capito che esiste una sostanziale differenza tra uomo e donna e che solo ” insieme ” si è davvero completi.

Ci sono uomini che sanno sorridere e ridere con lei, sanno inventarsi giochi nuovi per la coppia, sanno tendere la mano se lei ha bisogno. Non la lasciano sola.

Ci sono uomini che sanno costruire una relazione stabile che nessun vento o tempesta distruggerà.

Sono uomini che, poiché danno amore, dalla compagna ricevono amore.

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Attimi Psiche

Leggere libri e vita

Il ragno dalle lunghe zampe era sgattaiolato sotto il divano meno Roberto sistemava lo stereo. Avevo lanciato un urlo.
– Anche mia figlia non sopporta i ragni – aveva detto Roberto.

L’elettricista si era portato via il corpo dello stereo senza casse come un tronco senza rami.
Venerdì sarebbe tornato per l’impianto satellitare.

Lei aveva fatto un accenno a Thoreau e alla sua vita nei boschi. Il libro stava con tutti i fratelli nella libreria. Non sarebbe bastata a contenerli tutti. Non li aveva mai contati. Li avrebbe messi per terra a formare alte torri. Piano piano sarebbero arrivati i sopravvissuti alla strage dei quattrocento che aveva regalato.

Che te ne fai di tanti libri?

Li leggo. Li accarezzo. Li guardo. Li consulto. Li rileggo. Li amo.

Imparo. Dai libri imparo. Non da tutti. Ovviamente. Ma da molti sì.
Così come imparo dagli incontri. Dai fatti. Dagli avvenimenti estremi.

Ci sono persone che non imparano mai. Non leggono mai: pagine di vita o pagine scritte. Non riflettono. Non modificano comportamenti errati perché non hanno coscienza di cosa sia errato – di cosa sia giusto.
Non pensano. Mancano di logica e previsione: se mi comporto così ottengo questo risultato.

Sono persone che non maturano perché non hanno radici e linfa. Si accontentano di sopravvivere invece che di vivere.
Ci sono persone che non hanno mai letto un libro ma leggono la vita e i segni. Leggono la fatica e il sorriso. Sanno farsi ponti flessibili. Ti guardano e ti vedono. Hanno mani calde che accarezzano.

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Psiche

Loquela

Quello srotolarsi del linguaggio spiraliforme e, perciò, senza fine e senza scopo se non lasciarsi vivere.

La tendenza a masticare e rimasticare continuamente le stesse frasi e parole.

Dipanare la matassa verbale senza trovare il capo. Tramare e tremare parossisticamente, mentre si intreccia in verbo.

Capogiro del linguaggio – come scrive Barthes.

Mulino di parole – come dice Lacan

Loquela: linguaggio senza destino perché interiore e non destinato se non a se stessi. Follia della parola. Linguaggio che si perde in una fitta nebbia senza contorni.

Fiume di discorso interiore che invade il soggetto, sfilata irrefrenabile di ferite, ragioni, ragionamenti, interpretazioni, allocuzioni, temi – Barthes

Ieri sera ho vissuto un momento di loquela. Mi accade quando, esaurite tutte le forze razionali, vado a sbattere contro il muro irrazionale illogico assurdo di un altro. Allora non è possibile creare un testo. È solo possibile creare questa infinita follia di parole che si avvitano nel vuoto.

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Psiche Scambio epistolare

Insieme 

Insieme ai ragni, ai cadaveri, ai vestiti che mai sapevi, allo sporco annidato, ai nidi di vespe, alle tremila inutili cose… il trasloco all’alba sa anche regalarti sorprese.

Un foglio piegato nel reparto tre del guardaroba. Apri, leggi, ti stupisci. 

Le tue parole hanno la bocca dischiusa e denti bianchissimi; la sensualità adombrata di un corpo svestito in controluce. Hai ragione: c’è un’intimità che sale in questo nostro scambio di parole, qualcosa di fisico nella pur completa a-fisicità dello scriversi senza neppure potersi immaginare. Le tue ultime parole sono fiocchi di neve sciolti e tiepidi, anzi goccioline di sudore che scivolano lungo la pelle con la traiettoria impressa dalla soffice orografia del corpo, parole che raccontano una femminilità densa, istintiva, traboccante. ” Spogliarsi con la benda sugli occhi… ” é un’immagine profondamente erotica, l’essenza dell’Eros oltre la percezione visiva. Lascia dunque srotolare il corpo nel tempo, prendendolo qualche volta tra le dita, per intingervi il colore di un inchiostro, gustarti il perlage di una confidenza, stamparvi il sorriso di un incontro, assecondare il tormento di una pagina da riempire, scrivendola, o il piacere torbido di svuotarla con un unico sorso di lettura. 

Lascialo rotolare il tempo. E poi raccontami. Ti aspetto”.

G.

Anno 2009 

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Psiche

La colazione

La cosa che apprezzo in montagna è che mi devo guadagnare la colazione facendo un percorso di ascesa di circa venti minuti in mezzo alla pineta.

Poi arrivo al rifugio dove la ragazza mi chiede:

– Il solito?

Io sorrido e rispondo di sì.

Poi mi gusto la brioche con il ginseng facendomi baciare le spalle dal sole che si riflette nelle acque del lago. È uno dei miei riti preferiti.

Stamattina non c’è la pace di sempre perché si disputa una corsa nazionale. I folli andranno su e giù da tutte le cime per tutto il dì. Per non essere travolta dal loro passaggio previsto per le dieci mi sono rifugiata nella spiaggia delle piscine. Le piscine vengono fatte la notte e appaiono di giorno. Non è dato sapere il nome degli autori e architetti ma, notando l’entità dei massi, debbono essere forzuti.

In questi giorni sono su da sola. Il tempo è rarefatto. Lento con i ritmi che preferisco. Cioè i miei. Senza obblighi doveri orari da rispettare. Adoro la libertà.

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Psiche Riflessioni

Il vero gioiello


Conoscete qualche altra donna che butta in un placido lago un fulgido diadema?

Ieri sera per sottolineare chi io sono ho preso le forbici e ho tagliato a pezzi la tovaglia che stava sul tavolo a pranzo. Non era lacera sporca o vecchia: era una bella normale tovaglia.

Ci sono persone che accumulano cose, ci si avvinghiano per trattenerle, le tengono avvinte a sé per sempre, fino alla tomba.

Ci sono persone che soffrono se una tovaglia si macchia, un abito si rompe, una borsa si rovina. Hanno tutto il cumulo degli oggetti del passato presente e futuro inscatolato e massicciamente assillante pendente sulle loro teste vuote. A occupare spazio vitale.

Avete presente Sisifo e il suo masso trascinato su e giù? Ecco. Sono loro con il masso inutile degli oggetti. Cose che non serviranno mai. Esseri incapaci di liberare togliere eliminare.

Ho gettato nell’acqua di un placido lago un gioiello con smeraldi diamanti e perle. È da anni che giace sul fondo tra tinche e lucci a luccicare tra le correnti.

Ieri sera ho tagliato la tovaglia perché un gesto vale più di tante parole. Dovevo ribadire il mio sostanziale effettivo distacco dalle cose.

Sono folle? Più folli e stolti coloro che si attaccano alle inutili transitorie cose che possediamo in questa vita: nell’ aldilà non porteremo che la nostra cenere.

Il vero unico gioiello é la nostra nuda vita. 
( Immagine grafica di Eletta Senso )