
Forse l’unica cosa che ci salva è l’arte e la poesia. Per questo rileggo Sylvia Plath.
I tipi esili
Sono sempre tra noi, questi tipi esili
senza dimensione come le figure grige
su uno schermo. Sono,
diciamo, irreali:
fu in un film, fu soltanto
in una guerra dalle sinistre notizie, quando
eravamo piccoli, che essi a forza di fame
divennero così smunti e poi non rimpolparono
le loro filiformi membra benché la pace
rimpinguasse le pance dei topi
sotto la più misera delle mense.
Fu durante la lunga battaglia della fame
che scoprirono il loro talento a perseverare
in esilità, per venire, più tardi,
nei nostri brutti sogni, minacciando
non con fucili, non con prepotenze,
ma con un esile silenzio.
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