
Con un ritmo da metronomo scrive e riscrive, tocca e ritocca, stira e ristira, allinea e inscatola… con un terrore del vuoto trattiene ogni lembo forcina spillo tovagliette e grembiulini. Non spostare un bicchiere. Non lasciare una brocca. Tutto deve essere incasellato riposto, messo in fila e in falso ordine.
Tiene così le forme eruttive espansive nella pentola bollente sotto il coperchio. Così rimuove ogni alito di vento ogni salto acrobatico ogni macchia – ha orrore delle macchie che tiene sotto controllo.
Ogni oggetto deve stare al suo posto. Nelle gabbie certe sue cose urlano la notte. Non vede la fine l’impermanenza il tic tac che, prima o poi, smette. E ogni oggetto abito colore – ogni traccia frammento orma – ogni quadro fotogramma fotografia – ogni istante sogno segno… finirà nel turbine del nulla.
Non serviranno più scatole per contenere il nulla. Il vuoto non può essere ordinato.
P.S. Per queste persone che trattengono ogni cosa in un compulsivo maniacale ordine asettico consiglio di cominciare a lasciare andare, stracciare buttare regalare riciclare un oggetto alla settimana. Sapersi “liberare” dalla schiavitù e dal possesso fa bene.
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