Arcobaleni variopinti Postumi della pioggia Rindonda di raggi Il cielo azzurro Luce e oro poggia Esposti su balaustre Dove persi Occhi di speranza Lungimiranti e accesi Corrono lontano Esploratori curiosi Diretti altrove Oniricamente sospesi Richiamano e riecheggiano Miti e leggende Incrociano coraggio Ridestano emozioni Elargiscono entusiasmo
A rrivano P rimule R osa. I n L ieto E vento D onano O rnamento. L uminoso C ielo E splode D avanti a O cchi R imasti M uti. I nsieme R icevi E mozioni.
«Obbrobrio!» Osserva Oreste con occhio obliquo. Un obelisco orripilante si offre all’occhio e ottiene un’onda di opposizione. A occidente l’occaso obbliga occultare gli occhi con gli occhiali. A oriente l’origine dell’ombra dell’oblò ovale offusca l’osservazione dell’obelisco.
Con opinabile orgoglio, come opera mia, osservo con occhio ozioso l’orizzonte oltre l’orografia orlata ad occidente. È l’ora dell’occaso: ondate d’oro e d’ocra occupano l’olimpo, un ocone ondeggia all’orizzonte e l’ombra oblunga dell’ontano oscura ortiche e ortensie. ml
Orrendi oligarchi, odiosi opportunisti, omiciattoli oltraggiosi e oppressori offuscano l’orizzonte odierno operando orribilmente. Occorre opporsi con orgoglio, ostacolando gli obbrobri e ottenendo onestà e onorabilità.
Oggi è l’Occasione Opportuna, Osvaldo Omaggia Orietta di Odorose Ortensie e Ovattate Orchidee, Le Offre una Originale Orazione, e lo Ostenta con Onorevole Orgoglio.
Qui sono sbocciati i primi crocus. In onore dei primi fiori primaverili, viole primule margherite… propongo per il Giocolinguisticodellunedí un Haiku che colga l’attimo.
Per chi non fosse pratico la forma italiana prevede il primo verso di 5 sillabe, il secondo di 7 e il terzo di 5.
Ecco il mio esempio
Spuntano lievi /
petali colorati/
ali d’angelo/
Tempo una settimana per inviare i vostri testi che saranno pubblicati qui ⤵️
Ignora l’inizio, Ilenia. L’indice incomincia con la I. Infatti l’inventario include idee che iniziano con i. Ideologie infide inficiano ipotesi infelici. L’infimo inferno inasprisce immediatamente l’infelicità del intero insieme. Irrigidito, impettito indaga l’infinito con ieratica immobilità. Incrocia l’indizio sulla iella con la iattura dell’infelice individuo invero ingenuo.
Ignorando inezie e invisibili impedimenti Ignazio s’incamminò intrepido intonando inni irriverenti: intendeva iniziare l’impetuoso itinerario intrapreso da incoscienti o illusi che inseguono idee innovative e s’impigliano immediatamente in imitazioni invecchiate
Illustri e ingenui investitori, inventerei improbabili impedimenti, inverosimili incidenti, improvvise influenze, influssi ingovernabili, itterizie incurabili, idiozie irrecuperabili, pur di impedirvi di incontrarmi. Gli iperbolici interessi che v’illustrai per indurvi a investire nella (mia) Impresa, sono inesistenti! Vi informo per iscritto che io sono insolvente e invece di indebitarmi per impossibili inversioni dell’indice di borsa, m’involo (con i vostri investimenti da imbecilli) per un’isola indonesiana, irraggiungibile dall’Interpol. ml
Irrompe Improvviso Incontro Incantevole tra Ivano e Irene, Istinti Imprevedibili Invadono le Innocenti Intimità, Interpretano Immacolati gli Indovinelli Impuri. e I loro Intrecci Illuminano Immaginazioni Invisibili.
Monovocalico in e Belle le messe per le celle dell’ebete Renéé Tremende le tele del celebre Tenebré per l’eccellente re. Vede le penne del premente Ebbé Prevé ed eccede nel premerle. Elette vette, verde erbette.
Imbibiti i crini grigi/ di stillicidi di cirri,/ riti illirici imiti./ Zip, spilli/ ricchi vini divini,/ divisi in tipici tini,/ cilindri piccini./ Cin cin, gridi,/ brindi, trinchi,/ zittisci litigi/ di mici brilli,/ ridi di sibili sinistri/ di spiriti tristi indistinti./ Gingilli di bimbi,/ cri cri cri, titilli,/ ispiri i *finissimi sistri*/ di bigi, timidi grilli…/
*Parole rubate a Giovanni Pascoli, dalla lirica “L’assiuolo
Casa d’antan/ Ada, l’ava, lava,/ spazza, ramazza./ La grassa tata Nada/ fa la pasta a casa./ Nanà, la gatta matta,/ dà la zampa, salta,/ balza, lappa la pappa./ Mamma Agata,/ alta, sana, allatta/ Anna, nata affamata./ Canta: “Fa’ la nanna!”/ Ssssh! La calma, s’alza,/ la passa alla calda zana./
Deterrente: “Se Semèle bevesse, genererebbe dee sempre ebbre.
Buongiorno questo è il mio esempio per il Giocolinguisticodellunedí.
Per chi vuole giocare con le sibilanti S il tempo è di una settimana per l’invio dei testi che saranno pubblicati qui ⤵️
Buon lunedì
Eletta
Sono sopita. Sogno. Scrigni sommersi, sottaceti senza sale, stagioni stravolte, sorrisi svenevoli, stoviglie spaccate, sole splendente, strade sterrate, sentore di sandalo. Suona la sveglia!
sussurri e stragi nello sterminato silenzio si stagliano i singoli suoni come sinistre silhouette su uno sfondo sfocato: stillicidio di sangue, sgocciolio di sudore senza stagione, scricchiolii di ossa spezzate, sibili di spade, strepitii di spari da sussultare stremati, e, sebbene siamo senza salvezza, sussurri di speranze sepolte sotto sofferenze e strazi.
Sara e Stefano sono seduti sulla spiaggia serata splendida sotto sfavillanti stelle si scrutano con soavi sorrisi i sottili spruzzi solleticano i segreti sensi sensazioni salate strisciano sottopelle si sdraiano sulla serica sabbia si sfiorano e sui sospirati sentimenti sognano sublimi suggestioni.
Buongiorno oggi per il Giocolinguisticodellunedí propongo un ABBECEDARIO cioè un testo che utilizzi in ordine, o in ordine sparso, solo parole che inizino con le lettere dell’alfabeto italiano, anche se sono ammesse anche le straniere.
Ecco il mio esempio
A llora
B elli
C ompagni
D i
E statiche/estetiche
F rasi…
G iocando
H anno
I ntrecciato
L unghe
M atasse
N ulla
O pponendo
P erché
Q ui
R iteniamo/ricerchiamo
S olo
T anta
U nica
V italità
Z uccherina
Ricordo a tutti quelli che vogliono partecipare al nostro gioco che i testi inviati in settimana saranno pubblicati qui ⤵️
Ringrazio di cuore tutti i partecipanti delle settimane precedenti per aver dato vita a fantastici giochi utilizzando in maniera creativa la nostra bella lingua italiana.
Buon lunedì
Eletta
(la cena del malato) Ancora brodino? Come darmi eterno, frustrante, guano. Ho intenzione (di) lanciarmi: mangerò nutrienti orecchiette pugliesi, quarantaquattro ravioli, sontuose tagliatelle, untuosissimi vermicelli. Zitta!!
Aspettiamo fiduciosi buoni pasti, convinti. Devono essercene giusti (per) tutti noi. Ho timore, mia splendida ragazza, invece quando Jack verrà, negherà oltre (il) limite (la) xenofobia. Kaiser! Wagon-lit (o) yacht? Unica zuppa!
Eccomi, buongiorno: Allora Bambini, Iniziamo la Nostra Lezione Con un Dettato e Facciamo Esercizi di Matematica. Quando Riprenderemo Ho Pianificato di Studiare il Tasso, Oppure Gireremo Virtualmente per Uno Zoo.
Oggi, uscita delle quattro, la nonna interroga: Ho bisbigliato: <p>[*] Dal momento che ci vai, porteresti il bambino all’allenamento? [**] Certamente! [***] La ringrazio molto!
Amore Bello Usciamo? Cenetta nel Nostro Locale Galante Rose; Ostriche; Prosit Quattro Salti In Discoteca Ho Voglie Teneramente Magiche Emozioni Zuccherine Finissime.
Stavo sfogliando alcuni numeri di Vogue. Mia rivista preferita. E avevo bisogno di rilassarmi dopo aver compiuto diverse attività di riordino per la casa nuova.
Così, presa una penna gel nera, ho cominciato a censurare togliere eliminare alcune parole e frasi dall’articolo che avevo davanti…
Ho voluto riprendere la grafica del titolo per il mio caviardage. Che, alla fine, spolpato recita:
Le donne sono le reali vittime nella quasi totalità dei casi…
L’orrore sembra affascinare, attratti, dalla messinscena in sé dalla costruzione artificiosa.
Luci camera riserve inesauribili di sangue azione.
La terribile violenza.
Un uomo legato in un sacco (del propriofragile Ego). Per mettere in scena l’eliminazione violentissima sceglie l’estetica posticcia ambienti applausi.
Uno show, non una scena che appartiene al reale.
Il reale è peggio: il reale fa paura.
Congelato in uno scatto. Non c’è palpito.
Il freeze di un momento estetico.
La fissazione dell’urlo.
Il congelamento del sangue.
La sospensione del dolore.
Un grido muto.
È interessante fare un caviardage ( il termine deriva da caviale e troverete una descrizione migliore nel mio primo articolo). Si può optare anche per una tecnica più complessa che prevede la sovrapposizione di altri pezzi strappati come in un collage…
Oggi ho preferito questa tecnica semplice: togliere levare coprire per far emergere.
Buongiorno, per il Giocolinguisticodellunedí faremo un Lipogramma in R.
Chi vuole partecipare può inviare un testo in cui non deve mai comparire la lettera R. Tenete conto che in questa mia spiegazione ne ho usate undici, per cui omettere le R non è facile.
Ecco il mio esempio
Discese la bianca china la lettera A e diede una vista, nella neve all’amica E.
Ci siamo tutte…? – Chiese la U sbucando da cumuli candidi.
Manca la I, futile stanghetta secca stecca…
ma anche la O non c’è. Testa di pupazzo!
Le piccoline, a valle innevate stanche, ma felici del tanto gioco, a casa stanno.
Buon gioco a tutti
Eletta
Ecco: l’ho scritto che non è facile evitare le r. S’infilano da ogni parte… Per fortuna una lettrice me l’ha fatto notare e quindi, al posto di letterine ho scritto piccoline 😎
Questa è facile, disse Camillo gongolando. E subito si bloccò, quella maledetta innominabile si infilava ovunque come acqua che sgocciola dalle mani. Ci pensò su a lungo, seduto al tavolo con la penna in mano, ma niente, foglio bianco! Si alzò, uscì, fece spese e cinque passi in campagna (uno in più dei classici evitando l’inghippo anche se si sentiva stanco). Poi, a casa, tentò di nuovo con cocciutaggine, ma quel lemma maledetto si affacciava in testa ad ogni tentativo. Basta!, si disse deluso, non ne sono capace. E singultò come un bambino, accendendosi una sigaretta, consapevole che conteneva la ERRE. ml
Si vede il bosco denso di abeti? Questo è popolato da elfi e gnomi e tante leggende. Giuseppe segue il nonno che legge la fiaba del bosco incantato e sta attento: non manca un singolo vocabolo. Gli piace quanto lui espone con calma. La sua voce è melodiosa e Giuseppe ne è avvinto. La folla del gnomo Ospino, letta dal Nonno Alessio, è avvincente come un testo di fantasy e stimola la fantasia di Giuseppe. Il bambino ha la bocca socchiusa e gli occhi incantati. «Adesso. Tutti a nanna!» E spegne tutte le luci uscendo dalla stanza.
Amici,colgo l’occasione,saluto te Elettasenso e tutti voi che come me,con passione pubblicano poesie. Leggo con gioia tutto quello vedo sui blog ,a volte anche la notte quando non ho sonno. Con voi mi sento meno solo. Mi scuso se a volte sono assente,ma ho tanti hobbies,non solo la poesia, come viaggi e passeggiate in montagna. Sabato e Domenica passati sono stato nel capoluogo della toscana. È stato un di fantastico,con il bel tempo e poca umidità. Tanta gente a passeggio lungo Ponte Vecchio, tanta anche a palazzo Pitti e Palazzo vecchio. Peccato che il covid stia cambiando le abitudini quotidiane di ognuno di noi. Ma io sono fiducioso e sono convinto che da questa battaglia,ingaggiata con un nemico invisibile e sfuggente,ne usciamo vincenti. Felice notte!!
Senza di te, le tue piccole abitudini a volte così moleste, ma così tue, il tuo passo dolcemente claudicante, io non vivo più, mio dinamico peluche, caldo mite animale. Tu mi disegni la casa, i suoi spazi con invisibili segnali, sei qua, sei stato là, tu ci sei anche quando te ne vai. Non mi lasci mai, ti odio a volte, quando ambiguamente non sai se mi ami o non mi hai amato mai. Ma menti, io so che menti, me lo dice la tua mano che intanto mi tocca come se con le dita mi baciasse tutta e non mi lascia scampo. Mi mangi, ti mangio, stiamo al caldo insieme in questo letto cui la vita scivola sotto e tutto il bene e tutto il male è insieme unico e banale.
“Di settimana in settimana il gioco di Eletta si fa difficile. Un testo senza qualcosa non è poi così semplice, siccome in questo caso la cosa mancante diventa spesso essenziale, come nell’uso dell’ infinito. Se poi l’assente non si dà pace e sta continuamente in mezzo ai piedi, come la lingua che batte dove il dente duole, il tutto diventa quasi inattuabile , una sfida impossibile Io ho tentato con questo, ma auspico che voi, amici miei, con un po’ di impegno, facciate di meglio. Suvvia, non siate timidi! “
Ogni di’ scatto foto in gran quantita’ al paesaggio, al cielo, ai laghi, alle montagne, ai paesini dell’Italia o della Finlandia. E’ la mia passione. Le pubblico poi sul mio blog. C’e’ chi le vede, mi lascia un commento, una stellina, un complimento: quanta gioia mi da’!”
Ed eccomi qua, la luce si attenua e si annuncia il solito nebbione padano. Mi attende l’ennesima notte funestata da sogni cupi? Questo si chiedeva S., avvolta nella vestaglia lanosa, spalmata sul divano con una tazza di tisana di tiglio, avena e lavanda in bilico su un angolo del tavolino colmo di volumi iniziati e poi abbandonati. Neanche Simenon mi solleva più dallo stato di svogliatezza e pessimismo in cui vivo da settimane – aveva confessato al telefono all’amico topo di biblioteca, che aveva subito consigliato un bel mattone, possibilmente ottocentesco, con vicende languide di uomini e donne dai lunghissimi e complicati nomi slavi che impegnano la mente. Ecco, ce l’ho! Aveva esclamato l’amico – Oblomov!!! Macchè, l’ho già letto – aveva laconicamente detto lei. E poi; Oblomov sta disteso sul divano in una specie di lockdown dei tempi andati; No, no, Dio ne scampi! Qui ci vuole qualcosa di più vivo, dinamico, in questi tempi di pandemia abbiamo bisogno di evasione e lievità! Insomma, neanche l’amico aveva dato aiuto con un consiglio adeguato. Pazienza!! a questo punto non c’è che la TV, un bella pellicola degli anni cinquanta tipo A qualcuno piace caldo, o anche uno di quei fantastici film muti di Keaton, mio beniamino; fu la conclusione. Intanto, sulla città, sulla campagna, su tutto quanto calava la notte.
Si tratta di costruire un testo utilizzando parole che comincino sempre con la consonante L. Sono accettati articoli e preposizioni. Ecco il mio esempio:
Lamento lenti e leggeri limiti
in lande lattiginose.
Luci leniscono
languide lanterne.
Lieve là
una luna lontana.
Buon lunedì e buon gioco
Legami litigiosi
Ludovica e Luca dalle lingue loquaci lambiscono la lite. Lei gli legge laconica la lunga lista di lamentele: le lamette (da barba) lorde lasciate sul lavandino, logore Lacoste mai lavate, i libri non letti, liquori, lattine, liquami lasciati languire nel lavello, lenzuola luri…Luca livido la liquida lapidario e latra: Ludovica sei lunatica, lurido e lugubre ma è il mio luogo, se ti lamenti libera di starci lontano. Lei, tra livore e lacrime: Luca, lazzarone, ti lascio. ml
Lieve la linea lascia una lista sul libro letto. Leonarda lentamente la liquida con livore. Labili lettere su una lamina lucente. Loda il lacchè, laddove la Lady Lily lancia lagnosi lamenti. Un laconico legame lega il lacchè e la Lady lampante e lapalissiano. Leonarda lasciva lascia libera la lussuria. Si lamenta , si lecca le labbra. Libertino Lamberto, il lacchè, e il lessico del libro sul letto levita leggero.
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