Monovocalico in e Belle le messe per le celle dell’ebete Renéé Tremende le tele del celebre Tenebré per l’eccellente re. Vede le penne del premente Ebbé Prevé ed eccede nel premerle. Elette vette, verde erbette.
Imbibiti i crini grigi/ di stillicidi di cirri,/ riti illirici imiti./ Zip, spilli/ ricchi vini divini,/ divisi in tipici tini,/ cilindri piccini./ Cin cin, gridi,/ brindi, trinchi,/ zittisci litigi/ di mici brilli,/ ridi di sibili sinistri/ di spiriti tristi indistinti./ Gingilli di bimbi,/ cri cri cri, titilli,/ ispiri i *finissimi sistri*/ di bigi, timidi grilli…/
*Parole rubate a Giovanni Pascoli, dalla lirica “L’assiuolo
Casa d’antan/ Ada, l’ava, lava,/ spazza, ramazza./ La grassa tata Nada/ fa la pasta a casa./ Nanà, la gatta matta,/ dà la zampa, salta,/ balza, lappa la pappa./ Mamma Agata,/ alta, sana, allatta/ Anna, nata affamata./ Canta: “Fa’ la nanna!”/ Ssssh! La calma, s’alza,/ la passa alla calda zana./
Deterrente: “Se Semèle bevesse, genererebbe dee sempre ebbre.
Buongiorno questo è il mio esempio per il Giocolinguisticodellunedí.
Per chi vuole giocare con le sibilanti S il tempo è di una settimana per l’invio dei testi che saranno pubblicati qui ⤵️
Buon lunedì
Eletta
Sono sopita. Sogno. Scrigni sommersi, sottaceti senza sale, stagioni stravolte, sorrisi svenevoli, stoviglie spaccate, sole splendente, strade sterrate, sentore di sandalo. Suona la sveglia!
sussurri e stragi nello sterminato silenzio si stagliano i singoli suoni come sinistre silhouette su uno sfondo sfocato: stillicidio di sangue, sgocciolio di sudore senza stagione, scricchiolii di ossa spezzate, sibili di spade, strepitii di spari da sussultare stremati, e, sebbene siamo senza salvezza, sussurri di speranze sepolte sotto sofferenze e strazi.
Sara e Stefano sono seduti sulla spiaggia serata splendida sotto sfavillanti stelle si scrutano con soavi sorrisi i sottili spruzzi solleticano i segreti sensi sensazioni salate strisciano sottopelle si sdraiano sulla serica sabbia si sfiorano e sui sospirati sentimenti sognano sublimi suggestioni.
Buongiorno oggi per il Giocolinguisticodellunedí propongo un ABBECEDARIO cioè un testo che utilizzi in ordine, o in ordine sparso, solo parole che inizino con le lettere dell’alfabeto italiano, anche se sono ammesse anche le straniere.
Ecco il mio esempio
A llora
B elli
C ompagni
D i
E statiche/estetiche
F rasi…
G iocando
H anno
I ntrecciato
L unghe
M atasse
N ulla
O pponendo
P erché
Q ui
R iteniamo/ricerchiamo
S olo
T anta
U nica
V italità
Z uccherina
Ricordo a tutti quelli che vogliono partecipare al nostro gioco che i testi inviati in settimana saranno pubblicati qui ⤵️
Ringrazio di cuore tutti i partecipanti delle settimane precedenti per aver dato vita a fantastici giochi utilizzando in maniera creativa la nostra bella lingua italiana.
Buon lunedì
Eletta
(la cena del malato) Ancora brodino? Come darmi eterno, frustrante, guano. Ho intenzione (di) lanciarmi: mangerò nutrienti orecchiette pugliesi, quarantaquattro ravioli, sontuose tagliatelle, untuosissimi vermicelli. Zitta!!
Aspettiamo fiduciosi buoni pasti, convinti. Devono essercene giusti (per) tutti noi. Ho timore, mia splendida ragazza, invece quando Jack verrà, negherà oltre (il) limite (la) xenofobia. Kaiser! Wagon-lit (o) yacht? Unica zuppa!
Eccomi, buongiorno: Allora Bambini, Iniziamo la Nostra Lezione Con un Dettato e Facciamo Esercizi di Matematica. Quando Riprenderemo Ho Pianificato di Studiare il Tasso, Oppure Gireremo Virtualmente per Uno Zoo.
Oggi, uscita delle quattro, la nonna interroga: Ho bisbigliato: <p>[*] Dal momento che ci vai, porteresti il bambino all’allenamento? [**] Certamente! [***] La ringrazio molto!
Amore Bello Usciamo? Cenetta nel Nostro Locale Galante Rose; Ostriche; Prosit Quattro Salti In Discoteca Ho Voglie Teneramente Magiche Emozioni Zuccherine Finissime.
Stavo sfogliando alcuni numeri di Vogue. Mia rivista preferita. E avevo bisogno di rilassarmi dopo aver compiuto diverse attività di riordino per la casa nuova.
Così, presa una penna gel nera, ho cominciato a censurare togliere eliminare alcune parole e frasi dall’articolo che avevo davanti…
Ho voluto riprendere la grafica del titolo per il mio caviardage. Che, alla fine, spolpato recita:
Le donne sono le reali vittime nella quasi totalità dei casi…
L’orrore sembra affascinare, attratti, dalla messinscena in sé dalla costruzione artificiosa.
Luci camera riserve inesauribili di sangue azione.
La terribile violenza.
Un uomo legato in un sacco (del propriofragile Ego). Per mettere in scena l’eliminazione violentissima sceglie l’estetica posticcia ambienti applausi.
Uno show, non una scena che appartiene al reale.
Il reale è peggio: il reale fa paura.
Congelato in uno scatto. Non c’è palpito.
Il freeze di un momento estetico.
La fissazione dell’urlo.
Il congelamento del sangue.
La sospensione del dolore.
Un grido muto.
È interessante fare un caviardage ( il termine deriva da caviale e troverete una descrizione migliore nel mio primo articolo). Si può optare anche per una tecnica più complessa che prevede la sovrapposizione di altri pezzi strappati come in un collage…
Oggi ho preferito questa tecnica semplice: togliere levare coprire per far emergere.
Buongiorno, per il Giocolinguisticodellunedí faremo un Lipogramma in R.
Chi vuole partecipare può inviare un testo in cui non deve mai comparire la lettera R. Tenete conto che in questa mia spiegazione ne ho usate undici, per cui omettere le R non è facile.
Ecco il mio esempio
Discese la bianca china la lettera A e diede una vista, nella neve all’amica E.
Ci siamo tutte…? – Chiese la U sbucando da cumuli candidi.
Manca la I, futile stanghetta secca stecca…
ma anche la O non c’è. Testa di pupazzo!
Le piccoline, a valle innevate stanche, ma felici del tanto gioco, a casa stanno.
Buon gioco a tutti
Eletta
Ecco: l’ho scritto che non è facile evitare le r. S’infilano da ogni parte… Per fortuna una lettrice me l’ha fatto notare e quindi, al posto di letterine ho scritto piccoline 😎
Questa è facile, disse Camillo gongolando. E subito si bloccò, quella maledetta innominabile si infilava ovunque come acqua che sgocciola dalle mani. Ci pensò su a lungo, seduto al tavolo con la penna in mano, ma niente, foglio bianco! Si alzò, uscì, fece spese e cinque passi in campagna (uno in più dei classici evitando l’inghippo anche se si sentiva stanco). Poi, a casa, tentò di nuovo con cocciutaggine, ma quel lemma maledetto si affacciava in testa ad ogni tentativo. Basta!, si disse deluso, non ne sono capace. E singultò come un bambino, accendendosi una sigaretta, consapevole che conteneva la ERRE. ml
Si vede il bosco denso di abeti? Questo è popolato da elfi e gnomi e tante leggende. Giuseppe segue il nonno che legge la fiaba del bosco incantato e sta attento: non manca un singolo vocabolo. Gli piace quanto lui espone con calma. La sua voce è melodiosa e Giuseppe ne è avvinto. La folla del gnomo Ospino, letta dal Nonno Alessio, è avvincente come un testo di fantasy e stimola la fantasia di Giuseppe. Il bambino ha la bocca socchiusa e gli occhi incantati. «Adesso. Tutti a nanna!» E spegne tutte le luci uscendo dalla stanza.
Amici,colgo l’occasione,saluto te Elettasenso e tutti voi che come me,con passione pubblicano poesie. Leggo con gioia tutto quello vedo sui blog ,a volte anche la notte quando non ho sonno. Con voi mi sento meno solo. Mi scuso se a volte sono assente,ma ho tanti hobbies,non solo la poesia, come viaggi e passeggiate in montagna. Sabato e Domenica passati sono stato nel capoluogo della toscana. È stato un di fantastico,con il bel tempo e poca umidità. Tanta gente a passeggio lungo Ponte Vecchio, tanta anche a palazzo Pitti e Palazzo vecchio. Peccato che il covid stia cambiando le abitudini quotidiane di ognuno di noi. Ma io sono fiducioso e sono convinto che da questa battaglia,ingaggiata con un nemico invisibile e sfuggente,ne usciamo vincenti. Felice notte!!
Senza di te, le tue piccole abitudini a volte così moleste, ma così tue, il tuo passo dolcemente claudicante, io non vivo più, mio dinamico peluche, caldo mite animale. Tu mi disegni la casa, i suoi spazi con invisibili segnali, sei qua, sei stato là, tu ci sei anche quando te ne vai. Non mi lasci mai, ti odio a volte, quando ambiguamente non sai se mi ami o non mi hai amato mai. Ma menti, io so che menti, me lo dice la tua mano che intanto mi tocca come se con le dita mi baciasse tutta e non mi lascia scampo. Mi mangi, ti mangio, stiamo al caldo insieme in questo letto cui la vita scivola sotto e tutto il bene e tutto il male è insieme unico e banale.
“Di settimana in settimana il gioco di Eletta si fa difficile. Un testo senza qualcosa non è poi così semplice, siccome in questo caso la cosa mancante diventa spesso essenziale, come nell’uso dell’ infinito. Se poi l’assente non si dà pace e sta continuamente in mezzo ai piedi, come la lingua che batte dove il dente duole, il tutto diventa quasi inattuabile , una sfida impossibile Io ho tentato con questo, ma auspico che voi, amici miei, con un po’ di impegno, facciate di meglio. Suvvia, non siate timidi! “
Ogni di’ scatto foto in gran quantita’ al paesaggio, al cielo, ai laghi, alle montagne, ai paesini dell’Italia o della Finlandia. E’ la mia passione. Le pubblico poi sul mio blog. C’e’ chi le vede, mi lascia un commento, una stellina, un complimento: quanta gioia mi da’!”
Ed eccomi qua, la luce si attenua e si annuncia il solito nebbione padano. Mi attende l’ennesima notte funestata da sogni cupi? Questo si chiedeva S., avvolta nella vestaglia lanosa, spalmata sul divano con una tazza di tisana di tiglio, avena e lavanda in bilico su un angolo del tavolino colmo di volumi iniziati e poi abbandonati. Neanche Simenon mi solleva più dallo stato di svogliatezza e pessimismo in cui vivo da settimane – aveva confessato al telefono all’amico topo di biblioteca, che aveva subito consigliato un bel mattone, possibilmente ottocentesco, con vicende languide di uomini e donne dai lunghissimi e complicati nomi slavi che impegnano la mente. Ecco, ce l’ho! Aveva esclamato l’amico – Oblomov!!! Macchè, l’ho già letto – aveva laconicamente detto lei. E poi; Oblomov sta disteso sul divano in una specie di lockdown dei tempi andati; No, no, Dio ne scampi! Qui ci vuole qualcosa di più vivo, dinamico, in questi tempi di pandemia abbiamo bisogno di evasione e lievità! Insomma, neanche l’amico aveva dato aiuto con un consiglio adeguato. Pazienza!! a questo punto non c’è che la TV, un bella pellicola degli anni cinquanta tipo A qualcuno piace caldo, o anche uno di quei fantastici film muti di Keaton, mio beniamino; fu la conclusione. Intanto, sulla città, sulla campagna, su tutto quanto calava la notte.
Si tratta di costruire un testo utilizzando parole che comincino sempre con la consonante L. Sono accettati articoli e preposizioni. Ecco il mio esempio:
Lamento lenti e leggeri limiti
in lande lattiginose.
Luci leniscono
languide lanterne.
Lieve là
una luna lontana.
Buon lunedì e buon gioco
Legami litigiosi
Ludovica e Luca dalle lingue loquaci lambiscono la lite. Lei gli legge laconica la lunga lista di lamentele: le lamette (da barba) lorde lasciate sul lavandino, logore Lacoste mai lavate, i libri non letti, liquori, lattine, liquami lasciati languire nel lavello, lenzuola luri…Luca livido la liquida lapidario e latra: Ludovica sei lunatica, lurido e lugubre ma è il mio luogo, se ti lamenti libera di starci lontano. Lei, tra livore e lacrime: Luca, lazzarone, ti lascio. ml
Lieve la linea lascia una lista sul libro letto. Leonarda lentamente la liquida con livore. Labili lettere su una lamina lucente. Loda il lacchè, laddove la Lady Lily lancia lagnosi lamenti. Un laconico legame lega il lacchè e la Lady lampante e lapalissiano. Leonarda lasciva lascia libera la lussuria. Si lamenta , si lecca le labbra. Libertino Lamberto, il lacchè, e il lessico del libro sul letto levita leggero.
Il tautogramma è un gioco linguistico in cui tutte le parole ( tranne articoli e preposizioni) iniziano con la stessa lettera.
Lancio oggi il gioco linguistico del lunedì. Anche se è domenica.
Ecco il mio esempio per il Tautogramma in P:
Povera Perfettina: perduta la poltrona da primadonna promette particolari pesanti. Provata e pressata parlerà per prima. La polverosa pedante predice primizie prelibate. La parte principale prevede piccoli pulcini. Partecipa e plaude il pietoso pubblico. Piangono portafogli pingui. Prendono penose piaghe purulente. La pacchiana paccottiglia dei piagnucolosi parla con peloso pendaglio perforante. Piacevole pulita pezza potrà plaudire la platea? Possibile psicodramma postdatato. Provvidenziale provvigione potrà perdurare per pochi pachidermi o pulci?
Buona domenica sera e buon lunedì. Chi ha voglia di giocare giochi qui.
Finalmente vaccinata domenica!
Primo provvedimento per prevedere piccoli passi per personale progresso: Piccola puntura punitiva per pandemia presso Palasport propinarono preparati professionisti, passandomi progettualità prima perduta. Potrò perciò programmare pacifiche passeggiate primaverili, perfino pregustare partenze, pungolare passioni passate per paesi precedentemente proibiti.
Parlava il papà al petulante: pur potendo preferisci da puerile porti. Una Poltrona pietisti, da politico palestrato. Potei puntellarti, perché parecchi poggiai. Poltrisci alla poltrona, poggiando pietrisco alle pur possibili prospettive. A pieni polmoni parteggiai per te povero pargolo. Poi palleggiai le prospettive per permettermi prendere premurosamente posizione. Preferii prediligere a te prediletto, prode prima piantato. Per tua pelle poco pretesi. Molti praticamente poggiavano la pratica.
Provo per piacere o per parvenza di potere! Perbacco! Possiamo poi privare poveri piccoli passerotti e pastori di pane e pollo? Penso proprio di non potere portare pene e padelle per posti poco puliti. Prego peraltro per partenze post pandemia, papali poesie postate con P di piedi , di pelle in pelle per patire postumi con penne pericolosamente pittate e puntite. Possa permettere per popoli, pacchi e pietre poco pesanti, preghiere pacate e pitture poetiche per porticati e paeselli pittoreschi.
Eccomi. Peccato perché Paolo prende paura per poco. Pensa alla partenza: paventa di perdere il posto. Prima di partire per Parigi, prenota la pensione. Potrebbe, perdinci, presentarsi al portiere, però preferisce perdere un poco per proteggersi. A Pietro piace Paolo perché perfettino. Pietro, pasticcione per predisposizione, lo pareggia perfettamente. Per poco perdono i posti, perché Pietro prende passaggi per piste. Pacatamente Paolo perdona la papera di Pietro. Paesaggi piacevoli, prospettive paradisiache. Pronti per partenza. ‘Parigi, Place Pigalle, pazientate per poco’, pensa Paolo a prescindere dalla paura.
Per una sintetica come me, il metodo chiamato Haikuizzazione
( Ricettario di scrittura creativadi G.Mozzi )
è un divertente esercizio.
Prendere una poesia e tagliuzzarla, togliendo parti, per ridurla all’osso.
Lo farò con una poesia di Pablo Neruda:
Ecco l’originale
Mi piaci silenziosa,
perché sei come assente,
mi senti da lontano
e la mia voce non ti tocca.
Par quasi che i tuoi occhi
siano volati via
ed è come se un bacio
ti chiudesse la bocca.
Tutte le cose sono colme
della mia anima
e tu da loro emergi,
colma d’anima mia.
Farfalla di sogno,
assomigli alla mia anima
ed assomigli
alla parola malinconia.
Mi piaci silenziosa,
quando sembri distante.
E sembri lamentarti,
turbante farfalla.
E mi senti da lontano
e la mia voce non ti arriva:
lascia che il tuo silenzio
sia il mio silenzio stesso.
Lascia che il tuo silenzio
sia anche il mio parlarti,
lucido come fiamma,
semplice come anello.
Tu sei come la notte,
taciturna e stellata.
Di stella è il tuo silenzio,
così lontano e semplice.
Mi piaci silenziosa
perchè sei come assente.
Distante e dolorosa
come se fossi morta.
Basta allora un sorriso,
una parola basta.
E sono lieto, lieto
che questo non sia vero.
Immagini grafiche di Eletta Senso
Haikuizzazione
Mi piaci assente:
la voce non ti tocca.
Occhi volati via
come se un bacio.
Cose colme
da loro
emergi farfalla
di sogno.
Malinconia.
Silenziosa distante
turbante farfalla.
La voce non arriva.
Il tuo silenzio.
Il mio parlarti
come fiamma
taciturna di stella.
Sei come assente.
Una parola basta:
sono lieto.
Ora provate voi. Scegliete una poesia anche più breve di quella scelta da me e provate a tagliuzzare in modo da renderla estremamente sintetica per cogliere l’attimo fuggente come fa l’Haiku.
La traduzione dell’Haiku che se ne fa qui in Italia non è corretta, perché diverso è il linguaggio giapponese ( magari un giorno spiegherò meglio dedicando un articolo completo su questo tema) comunque: per chi non ha voglia e tempo di fare questo processo di Haikuizzazione basta anche la produzione di un haiku con la struttura di 5 7 5 sillabe in ogni verso.
Esempio:
Vola sul fiore
Piccola coccinella
Petalo neo
Come sempre i testi inviati verranno pubblicati qui sotto con il link di riferimento del blog dell’autore.
Era al tramonto la ragazzina tornava con l’;erba e i fiori dalla campagna. I fior per adornar il petto. Ma l’erba? Per allegrar il dì di festa! Rispondea la vecchia che rievoca i giorni andati quando sana e lesta rallegrava le sue danze con fiori (ed erba). Ora è già notte. E nel biancor della luna la squillo dà inizio alla festa, ed a quel richiamo il cor si rigenera. Le grida dei fanciulli. Il fischio del zappator. Poi la quiete e tutto tace. Nella notte solo il martellar e la sega al chiaror della lucerna. Il dì più bello dei sette si appresta. Ragazzo godi questa è la tua festa che del diman non ccertezza.
“Alla lingua il gioco non è aderente ma inerente: è uno dei suoi apparati circolatori, ha la sua autonomia, ma con una certa sistematicità interferisce con tutti gli apparati linguistici considerati maggiori e fondamentali.
Non c’è epoca e non c’è lingua in cui non si sia giocato con le parole: troviamo giochi di parole nei testi più solenni di religioni e letterature; il gioco verbale una dimensione comune a tutti i parlanti, dagli analfabeti ai Premi Nobel…”
Da: Parole in gioco – Stefano Bartezzaghi
Non si può imparare a disegnare senza fare esercizio ed esercizio con matite e pennelli e colori… Non si può imparare a scrivere senza giocare e giocare con le parole, spostando lettere sillabe suoni, senza anagrammare fare assonanze zeppe acrostici tautogrammi rebus…senza smontare e rimodellare le parole.
Chi ama la lingua ama anche giocare con la lingua, scoprire cosa ogni frase e parola nasconde…
Da: L’orizzonte verticale – Stefano Bartezzaghi
” L’incasellamento, la molteplicità delle direzioni di lettura con l’aggiunta occasionale del palindromo e del bifronte sono principi che ritornano nel quadrato di parole.
Quadrati di due, tre o quattro lettere per lato erano noti nell’antica Roma”.
In tutto il bacino del Mediterraneo e in tutta Europa tale quadrato è attestato sin dal Primo Medio Evo sia in forma di incisione, mosaico, cartiglio apposto sui frontespizi dei libri
Considerato che mi è stato richiesto, ripropongo il gioco linguistico del lunedì.
Si tratta di nascondere in un breve testo una serie di parole che variano per un solo elemento in modo progressivo. Ad esempio: rosso, posso, passo, parso, parco, Marco, marca…
Per chi ha voglia di cimentarsi ricordo che i testi mandati nei commenti saranno pubblicati qui sotto.
Le parole possono essere scritte nell’ordine corretto e progressivo o mescolate come nel mio testo esempio.
Marta la sarta, disegna sulla carta una cappa corta a forma di manta, conta i centimetri e poi la monta sulla portasanta, sorta lì vicino.
L’ordine corretto di progressione del metagramma:
Carta Marta sarta sorta porta corta conta monta manta santa
Eletta Senso
Buon lunedì 🤗
Ecco i vostri testi:
Incontro piemontese con boscaiola toscana. Linda vaga nella deserta landa. Poi, nella langa, prende la vanga e mi dice: Venga, vègga e legga come qui si fa legna! Segna i tronchi e sogna del tempo in cui viveva a Signa e aveva una vigna e un gatto con la tigna che giocava con una pigna.
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