
Esplode il verde in queste giornate nere di pioggia. D’improvviso tutto è germogliato creando masse tonali.
Per attinenza e concordanza anch’io oggi ho scelto il verde e le sue varianti

Naturalmente con i complementari: fucsia magenta rubino.
Esplode il verde in queste giornate nere di pioggia. D’improvviso tutto è germogliato creando masse tonali.
Per attinenza e concordanza anch’io oggi ho scelto il verde e le sue varianti
Naturalmente con i complementari: fucsia magenta rubino.
Colore piccante come un peperoncino
Colore vivace energico deciso squillante
Colore dal tono ostinato e forte
Il più irrequieto tra gli irrequieti colori chiassosi
Colore lampo di lamponi e labbra tumide
Virtuoso dei tramonti
Colore esuberante che si fa notare
Colore esplosivo schiamazzante sanguigno inquieto
Sul cielo una volta
la trasparenza si ferí di un rosso
che sanguinava, si dileguò,
tramontava
Arthur Rimbaud
Amo il rosso ma non mi convince. Lo lasci di un umore, lo ritrovi di un altro. Ti accorgi che vive benissimo senza il tuo amore e che nel suo felice egoismo si ride di te. O prendere o lasciare.
Flaiano
Basta inoltrarsi in un bosco, in una foresta per osservare infinite tonalità di verde.
Il verde primavera delle gemme e dei germogli
Il verde cupo degli abeti – un verde potente denso e volumetrico
Il verde del muschio – e ogni muschio a seconda della sua posizione ha un tipico verde
Il verde dell’erba appena spuntata e lucente: tenera e meravigliosa
Il verde dei gambi e delle foglie del tarassaco, della primula, dei crocus o degli alberi in fiore…
Nella letteratura possiamo trovare, a seconda dello stile e dell’autore, un sussurro verde, un mare verde petrolio, una parete verde Veronese, verdi esclamazioni, un rumore verde nero, un grido verde
E… il serpente verde dell’invidia.
I primi colori autunnali con lo sfondo della neve risaltano – per contrasto – in maniera davvero mirabile.
Quello che noi umani facciamo è, sempre e solo, una pallida imitazione dell’estetica presente in natura nelle diverse stagioni.
Mi è sempre piaciuto accostare abiti e accessori per contrasto cromatico. Ho sempre sofferto per un mélange non corretto, un abbinamento mal riuscito. Tant’è vero che a volte, già uscita, ho dovuto tornare a casa a cambiarmi. Quello che sono a livello di tonalità emotiva deve intonarsi alla tonalità cromatica di quello che indosso.
Mai il giallo, anche se ultimamente ho abdicato a questa norma con un maglione peloso senape. Mai il rosso, che pure essendo mora mi donerebbe. Solo qualche foulard con inserti fiammeggianti a volte sul nero assoluto.
Sul nero assoluto è bello giocare per contrasto. Tutto risalta anche solo un paio di orecchini a cerchio d’oro, come ho messo oggi.
Lo stesso vale per il blu assoluto o il verde. Difficilmente mi vesto di bianco, anche se ho diversi capi, compresa una giacca da sci.
Il bianco lo tengo sotto, maglione pantalone o gonna, ma devo “spegnerlo” con una giacca in pelle marrone.
Mi è sempre piaciuto molto vestire con un mio stile. Anche ora che la vita in montagna mi ha reso più essenziale, ogni giorno scelgo la mia tavolozza…
Il freddo, il vento e la minor luce hanno aperto le danze per il foliage.
Per ora predomina il giallo, anzi per essere più precisa predominano i gialli. Molti, diversi, mutevoli.
” secondo una tradizione che inizia nel XII secolo, il giallo è sinonimo di falsità, di inganno e di menzogna, perché è sentito una degenerazione delle qualità luminose e morali dell’oro. Nelle raffigurazioni medievali i traditori, i musulmani e gli ebrei indossano spesso qualcosa di giallo. Una clausula obbligatoria per Giuda, richiesta dai committenti dell’arte e riconosciuta senza pensarci troppo dalle masse analfabete che frequentano le chiese: se è giallo è Giuda”.
Da: Cromorama – Riccardo Falcinelli – Einaudi
Avrei dovuto tenerlo a mente – il connubio giallo falsità – al Corso di Comunicazione quando lui ha dipinto tutto il foglio di giallo, mentre io di verde… avrei dovuto pensarci prima di diventare la sua amante, ma non ero ancora così ferrata sul linguaggio e significato insito nei colori.
Poi, con la rivoluzione industriale e con l’avvento della digitalizzazione e la nostra iperfrequentazione degli schermi il giallo usato da Giotto per dipingere il mantello di Giuda nella Cappella degli Scrovegni a Padova può sembrare molto simile al giallo della pelle dei Simpson o al giallo di una banana o del sole nella rappresentazione virtuale, ma in realtà si tratta di gialli diversissimi perché diversa è la materia su cui sono iscritte le loro lunghezze d’onda.
Un colore, come il giallo, risente anche della materia su cui giace: la buccia naturale di una banana, un cartone animato, un affresco, un disegno fatto con i pastelli da un bambino, un murales, un prodotto realizzato in plastica, un imballaggio in carta…
In realtà il giallo non esiste: esistono tutte le tonalità del giallo: zafferano, senape, limone, ocra, sabbia, canarino, paglia e molte altre.
Rimane il fatto che passeggiare in un bosco ora è immergersi con tutti i sensi nel giallo con tutte le sue meravigliose sfumature. Il giallo, anche in una giornata grigia come oggi, regala coriandoli di luce.
” Il giallo si può anche paragonare all’estate morente che dilapida assurdamente le sue energie dell’incendio delle foglie autunnali, di quelle foglie da cui ormai è scomparsa la quiete dell’azzurro, che è salito al cielo”.
Da Lo spirituale nell’arte – Wassily Kandinsky
Stamattina il lago era color Tiffany.
” Nel 1845 Charles Lewis Tiffany, il famoso gioielliere newyorchese, sceglie per la copertina da allora distintiva del suo catalogo una varietà di turchese diventata da allora distintiva del brand.
Con questo colore vengono realizzati tutti i materiali promozionali della Tiffany & Co. come le scatoline e le shopper per avvolgere i preziosi acquisti nei vari punti vendita sparsi nelle capitali del lusso.
Se nel XIX secolo la tinta è realizzata in modo artigianale dai tipografi che stampano per Mr Tiffany, oggi il colore ha un suo codice di riferimento: il Pantone 1837, anno di fondazione della azienda”.
Da: Cromorama – Riccardo Falcinelli
Verde. Erba. Prati. Foglie.
– Regalati il verde. Così mi aveva detto una ragazza nella sala del trono.
Ora mi pare impossibile di aver potuto fare a meno del profumo dei prati. Eppure allora l’erba non esisteva per me. Solo cemento grigio.
Ho scelto il colore verde al corso per coprire tutto il foglio. Avevo bisogno di onde calme. Ero destabilizzata. In basso, sotto la campitura verde, avevo scritto questa parola che meglio rappresentava il momento. Tutto ondeggiava e non avevo punti di appoggio.
In quei lontani momenti mai avrei immaginato di vivere un giorno circondata dal verde. Immersa. Apro la finestra sulle tonalità fresche ombrose del verde dei pini e dei larici, del mio giardino, delle nuove piccole piante del mio orto.
E in questo verde, finalmente, trovo le mie radici.
Il verde, insieme al blu e l’azzurro, fa parte dei colori freddi perché queste tinte ricordano la freschezza delle foreste, del mare e dell’acqua.
Non a caso i nomi delle tonalità del verde ricordano proprio i boschi e i vegetali: verde muschio, smeraldo, felce, verde pino, felce, erba, menta, verde foresta, palude…
Sono colori che calmano e sono, quindi, indicati per le zone della casa addette al riposo come la camera da letto o lo studio.
Il verde è il mio colore preferito, e il vostro qual è?
Detesto il grigio. Non mi vesto mai di grigio e non lo consiglio mai alle amiche: sbatte e abbatte l’incarnato, che tu sia bionda o bruna. Ho solo un pantalone di cashmere grigio che non metto praticamente mai.
Sarà che amo i contrasti e la nettezza e il grigio non è altro che mescolanza di nero e bianco. Preferisco il nero. Va bene comunque e basta un accessorio per esaltarlo.
Il grigio invece mi piace nel paesaggio. Nuvole e nebbia che creano un velo che copre e svela e trasforma. I tronchi più neri e i rami sfuggenti. Solo una parte visibile e perciò più visibile.
Lo stesso che nella seduzione femminile: non è l’ostentazione del nudo che appare affascinante, se mai oscena, ma il piccolo particolare appena intravisto sotto gli abiti: la porzione di spalla quando il maglione cade per caso di lato, o quel pezzo di gamba tra lo stivale e la gonna.
Questa immagine mi piace per i colori decisamente autunnali. Marrone e rosso: in tutte le diverse gamme cromatiche dal rubino cardinale mattone pompeiano veneziano ruggine fino al prugna; giallo : in tutte le sotto gamme dal giallo limone citrino cadmio indiano fino all’ocra; arancione e marrone: biscotto bronzo bruno mogano rame…
Ieri ho usato tutti questi colori per fare la vetrina alla mia amica parrucchiera. Ho scelto le sciarpe, le borse, i bracciali e le collane in base a questa scala cromatica. Ho aggiunto un ramo che ho raccolto dal bosco e che ho arricchito di foglie grafiche. Poi ho messo come sfondo dei miei lavori sul tema. Foglie e alberi.
Non ho mai fatto vetrine. Non vengo pagata per questa nuova attività che ormai mi impegna da novembre. Lo faccio perché mi diverto. La vetrina è come un piccolo palcoscenico ed è interessante giocare con i pezzi in primo piano e sullo sfondo.
Anche in questo campo: ” less is more” cioè “meno è meglio”, anche in questo campo è solo una questione di equilibrio. Esattamente come in qualsiasi composizione fotografica o artistica. Spostare un pezzo una linea un punto un segno un colore in alto a destra, o a sinistra in basso, fa la differenza. Ai tempi ho tenuto corsi di composizione grafica e un certo gusto entra nelle vene.
Inorridisco, a volte, nel vedere certe mise maschili o femminili. Quando una cravatta stride con la camicia o la giacca, ad esempio. In tutto occorre una giusta misura.
Equilibrio cromatico e verbale. Formale. Ci sono atteggiamenti che fanno a pugno con il garbo. Come un giallo acido sul rosa shocking.
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