Parco della Pace

Ci vorrebbe una Giornata della Memoria di quello che è accaduto a Hiroshima e Nagasaki anche qui da noi e in ogni nazione dell’Europa e del mondo. Ogni giorno. Per capire. Ricordare. Non rifare.

Sto finendo di leggere Tasmania di Paolo Giordano e nelle pagine che ho davanti racconta quello che vede:

… Questo ci lascia il tempo, al mattino, di attraversare il Parco della Pace dove un monolite nero segnala l’ipocentro dell’esplosione, e di visitare il museo lì accanto. Nelle sale in penombra, all’interno delle teche, osserviamo l’ostensione dei materiali trasformati dalla potenza dell’atomica: le tegole dei tetti punteggiate di bollicine dopo che l’onda di calore ha fatto letteralmente friggere la pietra, le ombre di un uomo e di una scala tatuate su una parete, un rotolo di filo spinato fuso insieme a formare una ciambella, i ferri accartocciati, i vestiti a brandelli – e ovviamente i corpi, materiale organico fra il resto, le facce rese lisce dalle ustioni, gli occhi sigillati, le bocche sciolte.

A rischio di cadere nella retorica mi chiedo: perché?

Perché dopo tutto questo ancora oggi rischiamo che un folle butti con noncuranza un’altra Fat Man come fosse un giocattolino?

Mi chiedo perché violenza e guerra e tutto quello che sta accadendo e sempre accade nel passato e nel presente per vili uomini assetati di stupido potere e vil denaro.

Opere di Banksy

https://www.vogue.it/news/article/banksy-ucraina-guerra-street-art

12 pensieri su “Parco della Pace

  1. Condivido con te che sarebbe giusto e opportuno indire giornate per la pace per tutte quelle realtà che per un motivo o per un altro pace non hanno e in quanto alla chiusura del tuo post la penso esattamente come Max: dalla storia e i vecchi errori commessi non abbiamo imparato niente!!! Buon proseguimento di serata carissima Eletta 🌹

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