
Poi si guarda fuori e ci si inorridisce per la guerra e ci si riempie la bocca di grandi parole. Qualcuno non ha ancora capito che la pace nasce da noi. Come chi punta il dito sempre all’esterno perché il mondo è diventato cattivo e i giovani sono violenti e non c’è più l’armonia e la semplicità di un tempo quando per telefonare c’era il duplex.
Forse è ora, per qualcuno, di farsi un serio esame. Invece di continuare a guardare trasmissioni improponibili dove il male della cronaca nera viene spulciato in tutti i suoi – macabri – dettagli… possiamo chiederci finalmente a cuore aperto: Ma io agisco per il BENE? Ma io so creare pace e armonia? Oppure la guerra comincia dentro di me e si allarga a tutte le persone che incontro e che mi stanno vicino?
Ogni santo giorno che il Fato mi regala lo trasformo in un giorno buono o lo faccio diventare un campo di battaglia? Quanti sorrisi dono? Quanto gioco? Quanto sollevo lo spirito e quanto, invece, lo inabisso?
Perché tocca a noi fare per primi la pace. Fare la pace con noi stessi con i nostri errori e con le nostre debolezze e finalmente perdonarci e amarci. Fare la pace con chi ci sta vicino portando un aiuto se serve, una carezza, una cortesia.
Sarò retorica, ma è solo questione di etica. Durante le mie camminate trovo per terra a volte pezzi di plastica. Ho sempre l’istinto di raccogliere e mi sono detta che dovrei mettere nello zaino un paio di guanti e un sacchetto per lo scopo. Se non raccolgo è perché penso: a che serve? A che serve questo mio piccolo gesto di fronte allo scempio mondiale? La guerra se ci sarà avete presente cosa causerà all’ecosistema oltre alle morti?
Essere etica significa fare ogni minuto di ogni giorno tutto quello che mi è possibile fare nel bene e per il bene.
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