Lo scrittoio

Tu sempre taci
ignori lo scrittoio

dove siedo
tra le bianche carte vuote.



Per questo

lancio al vento
gli ami:
per avere parole
da masticare piano.


Ho fame di lettere elenchi virtuosismi
e ventagli,

in questa primavera
così disadorna e muta.



Uscita dal mio antro
non chiedo

che esaltanti mistiche parole
a ogni fantasmatico viandante.


Un cencio di parole

da gustare
adagio.

Le vocali e consonanti

appese ai fili
ad asciugare all’aria


– istantanee calligrafiche con zampe di ragno

che il mio occhio succhia.

10 pensieri su “Lo scrittoio

  1. Alcuni passaggi mi ricordano l’astratta e visionaria poesia beat, soprattutto la narrativa del “Pasto Nudo”, se non erro di Burroughs. Comunque sia io ti vedo una spanna abbondantissima sopra la media poetica. Complimenti Eletta.

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