Dove finiscano le palline è un mistero. Da quando ho scoperto che Edoardo ama giocare con le palline ne ho prese due confezioni da sei ciascuna. Quindi ho in casa dodici palline sparite.
Il problema è che la sera – verso le venti – Edo vuol giocare e quindi io, l’umana, devo andare in giro a cercare una pallina. Guardo sotto i mobili. Niente. Sposto il divano: nulla. Gli dico: Edo non c’è, ma lui continua a mugolare. Sembra mi dia dell’incapace.
Ormai si è instaurato un vero e proprio dialogo tra noi. Edo è un gatto che sa il fatto suo e sa chiedere quello che vuole insistentemente. Stamattina me lo sono trovato sulla testa e ha fatto di tutto per svegliarmi anche se io avrei sonnecchiato al calduccio ancora un po’.
Il principe gatto voleva i suoi croccantini. Nella ciotola ce n’erano ancora dei resti in ordine sparso. Ma Sua Altezza Reale desidera nutrirsi solo se la ciotola è piena.
Sua Altezza Reale prende e mi riporta la pallina solo se il lancio è lungo e perfetto. Se il lancio è corto e la pallina cade sotto i suoi baffi non si muove. Così l’umana deve raccoglierla e rifare il tiro. Allora con un balzo e una fulminea corsa la riprende e me la riporta in bocca. Così per lanci e ripetute riprese.
Oggi mi toccherà andare a caccia di palline perché é impossibile che spariscano nel nulla. Qualche volta ne trova una il robot che mi parla in inglese e si ferma lamentandosi. Allora giro il suo carapace e trovo una pallina stretta tra le sue zampe roteanti.
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