
Tanto per cambiare, tanto per modificare, tanto per non annoiare: ho deciso d’iniziare a pubblicare anche qualche haiku.
Forma felice della poesia giapponese che non lavora per metafore, non mette a paragone, non si trastulla in lunghe descrizioni e azioni, non compone svolgimenti: fissa momenti, ferma l’attimo. Sinteticamente.
L’haiku è un’ istantanea.
E’ accorgersi di un attimo sospeso nel fluire del tempo e depositarlo con le parole.
Il soggetto ripreso da questa macchina fotografica poetica: la vita, la semplice vita quotidiana spesso legata alla stagione.
500 modi diversi d’indicare l’autunno. E lo stesso per la primavera l’estate l’autunno…
Nella lingua giapponese gli haiku constano di sette, cinque e sette sillabe. Ma, come avevo già scritto: le nostre sillabe non corrispondono a quelle giapponesi che si chiamano more. Un haiku giapponese si compone di diciassette more.
Comunque italianizzando proviamo a cogliere l’attimo…
Tema: inverno.

Sulla carta dei
ghiacci deposito
ombre blu.
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