Una settimana fa

Da Pinterest

Una settimana fa mi hanno operata e ormai da 10 giorni ho il braccio destro ingessato.

Qualcuno mi ha scritto che sono tosta. Infatti in genere sopporto l’inciampo la momentanea disabilità per cui ogni piccola operazione quotidiana risulta complicata.

Ma il periodo è – da un anno – veramente difficile e cupo e ci si mette anche il governo in crisi e le nuove limitazioni… Sono già limitata in tutto e la cosa che più mi manca è poter andare. Per un mese niente guida perché con il braccio destro imprigionato dal gesso non è proprio possibile scalar marce.

Le vacanze saltate questa estate, nessun viaggio, nessun cambio d’aria. L’unico albergo che ho visto è quello che mi ha ospitato la notte prima degli esami… del pre ricovero.

Vivere in un piccolo centro montano vuol dire anche non avere luoghi di incontro se non limitati. Ma in questo periodo beffardo neanche le scuole delle grandi città sono ormai luoghi di incontro. I luoghi di incontro sono stati azzerati mortificati negati limitati dal malefico virus…

Tutto è fermo e immobilizzato come il mio gesso in questo nero inverno. Avrei bisogno almeno di sole, di luce. Dove abito la montagna fa ombra fino a febbraio e per trovare il sole dovrei trovare un’anima buona che mi porta su. A bermi un’ora di sole per la vitamina D che aiuta l’assorbimento del calcio che serve per la calcificazione delle ossa ( pare che in questo momento io ne abbia proprio bisogno).

Di camminare a piedi neanche si parla perché qui, quando sono scesa in Ambulanza, ha nevicato ininterrottamente per 5 giorni. Le strade, ormai pulite, hanno muri di neve che restringono la carreggiata.

Mi manca poter fotografare con la Reflex, mi manca poter scrivere disegnare dipingere, mi manca poter guidare e andare via anche solo a fare un giro distraente nei piccoli borghi dei dintorni che spesso ho immortalato.

Occorre essere molto forti resilienti e tosti per non avere una crisi di nervi in questo momento. Penso sempre a chi sta peggio di me, ma difficilmente basta ad alleviare la fatica. La fatica di vestirsi, la fatica nel dormire con il braccio in posizione antideclivio, la fatica di stare molte ore in casa.

Ci vorrebbe un amico a darmi aiuto e conforto. Un’anima buona che mi facesse distrarre andare sollevare da questo pesante ingombro di gesso su cui nessuno apporrà firme colorate.

Ma, a parte voi: amici virtuali, un amico vero qui non c’è.

Come mi allaccio gli scarponcini 😳

20 pensieri su “Una settimana fa

  1. Non so come mai, ma mi sono persa fino a oggi questo tuo articolo, mentre di solito mi arrivano le notifiche. Poi, preoccupata della tua assenza, ti ho cercata sul web e ho trovato queste notizie. Sono molto dispiaciuta per te, e per non poter fare qualcosa di concreto per aiutarti. Ti auguro di guarire presto, ti mando abbracci, solidarietà e amicizia, spero di leggere presto tue notizie. Un caro saluto.

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  2. mi spiace non poterti essere d’aiuto, capisco il tuo stato, anch’io in quelle condizioni starei davvero male. Ad ogni modo non sarà per molto il gesso, magari guarirai anche prima delle date che hanno previsto. Consolati col fatto che di questi tempi di viaggi se ne possono fare ben pochi, ora con le nuove restrizioni possiamo girare solo nel nostro Comune.
    Ti mando un grosso abbraccio, fai conto di sentirlo come se fossi lì vicino a te. Coraggio, presto con l’arrivo della bella stagione tornerai sui tuoi monti, tra fiori che spuntano e la bellezza di un paesaggio meraviglioso!! 😉 Per ora viaggia attraverso il mio blog e sogna un pochino..

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    1. Ho una signora che viene ad aiutarmi ma non é certo un’amica… Qui ho tante persone cortesi, ma sono solo conoscenze. Quando si arriva in un luogo nuovo non è così semplice fare subito vere amicizie… Le mie amiche sono giù dove abitavo prima…

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