Gatto coccole e streghe

Non ho ancora scritto di Edoardo, arrivato nella mia casa – e vita – da martedì. Ora, mentre scrivo sull’Ipad ho il suo caldo corpicino bianco e morbido su di me. Scalda più di una stufetta. Sto facendo maternage perché a Edo manca – logicamente – la mamma e mancano i fratellini. Lui sta bene quando lo coccolo. E le coccole sono proprio il motivo per cui ho deciso di prendere un gatto di razza Ragdoll: bambola di pezza.

Solo ieri sera verso le nove ha avuto un momento di pura felinità: si è messo a correre saltare zigzagare come un pazzo o meglio come un felino. Scatti improvvisi e velocità incredibile. Ma è stato solo un attimo. Per il resto lui sta accoccolato in braccio o sulla sedia che ha prescelto perché morbida.

Così quando è su di me e vicino a me noi ci regaliamo calore. Ogni tanto alza la testa e mi guarda con quei suoi occhi blu così belli. Ogni tanto fa le fusa e la pasta, come tutti i suoi simili. Ogni tanto mi bacia avvicinando il suo naso al mio.

Da quando c’è Edo ogni cosa è cambiata. È come avere un bambino piccolo che abbisogna di continue cure, di accudimento. Anche cambiare aria alla stanza, apparecchiare tavola, leggere, scrivere, prepararsi una colazione, stendere il bucato… ogni cosa che faccio ormai deve tener conto della sua presenza. Mi chiama per avere attenzione. O gioco.

Ho dovuto insegnargli la nuova geografia della mia casa: dove trova il cibo, dove c’è l’angolo ludico con un tiragraffi che arriva quasi al soffitto e che ha già scalato fino all’ultima tappa…

Ogni giorno dedico almeno venti minuti la mattina e venti minuti al pomeriggio per il gioco. Ha bisogno di sfogare un po’ di energia perché lui è un gatto da appartamento e, a differenza dei gatti che vivono intorno alla mia casa, non va sui tetti e non corre nei prati a inseguire lucertole o topolini. Neve permettendo.

Lo so che qualcuno penserà che è meglio prendere un gatto di quelli abbandonati. Selvatico. Invece di acquistare un gatto di razza.

Ho sempre avuto gatti e li conosco. Opportunisti individualisti e meravigliosamente indipendenti. In questo momento avevo proprio bisogno di tanto calore e coccole. Per questo dopo vario girovagare, cercare e chiedere ho trovato lui.

I tentativi di adozione di un gattino li ho fatti. Sono scesa un giorno seguendo il navigatore in una zona sconosciuta della valle. C’era un gattile e pensavo di tornare a casa con un bel gattino.

Arrivata a fatica in una stradina di campagna ho chiesto dove fosse il gattile e mi hanno indicato una catapecchia… Ho suonato il campanello ed è uscita una signora che sembrava la strega di Hansel e Gretel.

– Cosa vuole mi ha detto, senza neanche un buongiorno.

Ho sorriso e dopo averle dato io il buongiorno, le ho detto che volevo vedere i gatti per una eventuale adozione.

Con i suoi capelli grigi spioventi sulla faccia grigia, mi ha detto con aria assai acida:

– I miei gatti stanno benissimo dove sono! Con me.

Ho avuto un attimo di smarrimento e incredulità. Penso di aver mormorato qualcosa tipo… Io posso dare una casa e amore a un gatto o… pensavo che essendo un gattile si potessero vedere e adottare gatti…

Praticamente mi ha detto:

– Vada via.

E io sono andata via.

Nel viaggio di ritorno ridevo per la situazione assurda. Veramente una situazione surreale. Così: dato che nulla accade a caso, ho direzionato la mia scelta in un’altra direzione. Ed è arrivato Edo.

Dato che l’abbondante nevicata, guarda caso, mi ha privato ancora della linea telefonica e del collegamento in rete, naturalmente ho letto – riletto – un libro: Corto viaggio sentimentale di Italo Svevo. Vi sono due paginette davvero interessanti sui cani e gatti. Ne riporto un brano:

“Forse il gatto a noi si accosta di più perché a noi meglio somiglia e meglio ci conosce. E il cane deve la sua sincerità al suo senso predominante: l’olfatto. Il suo modo di percepire gli fa credere che a questo mondo ogni tradimento sia subito scoperto perché egli non vede superfici ingannevoli, egli analizza proprio l’anima delle cose, il loro odore. (…) Mondo sincero perciò quello degli odori. Pare però che si allontani dalla realtà più di quello delle linee e dei colori”.

30 pensieri su “Gatto coccole e streghe

  1. che bello che è il tuo gattino!! Un amore!! Si legge proprio la tenerezza che provi per lui, sono felice per te di questo tuo nuovo compagno. Sai qualche volta ho pensato anch’io di prendermi un gattino, ma poi non so, vedo troppi problemi, tipo quando vado via, e sovente lo faccio, dovrei lasciarlo solo. Poi non so, ho sempre paura che potrebbe rompermi qualcosa di delicato, insomma sarei contento da una parte, ma sarei perennemente in ansia dall’altra, per questo finora ho sempre rimandato…

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      1. Grazie a te per la risposta! Anche se non vale un’unghia rispetto al tuo, anch’io ho pubblicato un nuovo post, in cui racconto uno dei momenti più felici della mia vita… spero che ti piaccia! 🙂

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  2. Ogni incontro con un gatto ha sempre qualcosa di surreale. Ogni racconto letto o ascoltato sui gatti definisce sempre un’esclusiva atmosfera tra sogno e realtà. Non ho mai vissuto in casa con un gatto, pur avendo avuto e accolto sempre gatti nel giardino. Non so perché nelle ultime settimane lontana da casa, corteggio i gatti che incontro in quartiere e vorrei portarli su, in casa. Ovviamente non ci pensano affatto ad attraversare la soglia del portone, non osano privarsi della loro libertà e tantomeno si lasciano ammaliare dalle prelibatezze che gli procuro. Tuttavia vengano sotto al balcone tutte le notti e rispondono al mio miagolio di buona notte. Amo i gatti al punto di miagolare con loro e ingannare sconosciuti passanti. Grazie del tuo racconto. Benvenuto Edo!

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  3. Bello questo tuo brano di vita. Anch’io ho sempre avuto gatti, di solito quelli trovati sperduti, abbandonati da piccoli, che venivano a rifugiarsi, diffidenti, in un angolo del giardino e poi conquistati con fatica e pazienza e rimasti con noi per sempre. Oppure regalatici da qualcuno che voleva disfarsi della cucciolata, come l’ultima gattina che ho avuto, quella nera della mia icona e alla quale ho anche fatto il ritratto. Ora di gatti non ne ho più e, sinceramente, non ho più voglia di accudirne. Sarà la vecchiaia, saranno gli inevitabili problemi di questo periodo, problemi personali e comuni da affrontare, non so che cosa sia ma non ho più il desiderio di occuparmi di un animale. Pensare che ne abbiamo avuti tanti di animali qui, sia domestici che di passaggio e mia figlia ha giocato e condiviso i suoi spazi con cani, gatti, criceti, canarini, porcellini d’India, pesciolini (in casa) e in giardino con serpentelli, topini, pipistrelli (ne ha curato uno sperando di salvarlo perché era caduto dal nido) e poi galline, anatre, conigli e perfino un maialetto, quando il nostro giardino non era ancora circondato da case. Ma ora, chissà mai perché, non ho più voglia di occuparmi di altri animali, mi limito a guardare dalla finestra i gatti dei vicini quando vengono a esplorare qui in giardino.
    Buona domenica Eletta, qui piove da giorni e una delle mie cantine si è trasformata in piscina.

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    1. Caspita Neda! Meglio allora il disagio di quasi un metro di neve( ogni mattina a spalare e togliere l’auto dal Panettone bianco). Strano che tu non abbia più voglia di un piccolo compagno ora che si sta in questo tempo così sospeso. Ne hai avuti davvero tanti di animali! Io sempre gatti tranne un barboncino tenerissimo ormai morto. Io ho sentito il bisogno di avere un gatto vicino ora proprio per distogliere la mente da questo pensiero fisso e alleggerire il momento con coccole e miao. Buona domenica cara, mi spiace per la tua cantina…

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      1. Non è strano che alla mia età io non desideri più occuparmi di un animale. La vecchiaia comporta parecchi problemi e sacrifici. Occuparmi di un animale, soprattutto essendo da sola, mi obbligherebbe a ulteriori impegni e la solitudine non mi pesa, anzi, finalmente ora posso gestire le mie giornate come più mi aggrada, senza orari fissi (a parte quelli delle medicine), senza obblighi a parte quelli verso me stessa. Ora posso fare tutto ciò che ho voglia, e capacità di fare, cosa che prima era condizionata dagli obblighi, prima verso il lavoro e poi verso la famiglia. Questo è l’ultimo periodo della vita, la quinta età appunto, dove la solitudine è affiancata dalla libertà. Una condizione da poter sfruttare, apprezzare, godere.

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        1. Sagge parole e decisioni. Siamo sempre obbligati per tutta la vita ed è bello, finalmente poter decidere della nostra quieta libertà. Fai benissimo. Un animale dà anche da fare e parecchio.
          Come ho scritto spesso nella vita ci sono diverse fasi. In questa mia fase c’era proprio desiderio di un cucciolo. Tu ti fai cucciola di te stessa, dopo tanto faticare e darti agli altri 🤗

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          1. Adesso ti faccio ridere: mia figlia, vissuta appunto sempre in mezzo agli animali, sente naturalmente la mancanza di un gatto, ma lei non può averlo a Milano, dove condivide l’appartamento con altri colleghi. Le ho regalato un bel gatto peluche, così può coccolarselo senza avere tutti gli obblighi verso un vero animale.

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              1. Lo spero. Ma bisogna sempre ricordare, e tu lo sai bene, che un animale va comunque accudito, rispettato e comporta impegno perciò, se non se ne ha tempo, o voglia, meglio non averne.

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