Continui adattamenti

Immagine fotografica di Eletta

E da domani si riparte.

Dopo mesi di emergenza nazionale e chiusura. Dopo mesi di lockdown e quarantena. Dopo mesi di isolamento.

Si può tornare a muoversi, viaggiare all’interno della propria regione. Si può tornare dalla parrucchiera, al bar, in chiesa, al ristorante… Basta certificazioni. Con le medesime precauzioni. Guanti e mascherina e distanziamento.

Questo lungo periodo comporta un continuo adattamento. Quello che si può fare, quello che non si può fare. Quello che si vorrebbe fare, ma non ora.

Ogni volta che arriva il momento di nuove regole si è in allerta. Dentro la tana con brevi giri intorno alla tana. Poi giri più ampi e lunghi. Poi i cerchi si allargano. Una parvenza di normalità si affaccia da domani. E, pare incredibile, ma ci si deve adattare anche alla cosiddetta normalità.

Stando molto attenti ad ogni passo, ad ogni situazione, ad ogni incontro. Ad ogni ambiente.

Non è facile. Normalmente i grandi cambiamenti intervengono raramente nella nostra vita. Alcuni eventi sporadici che ci chiedono un salto di prospettiva e di comportamento. Per esempio quando dalla famiglia di origine si va a vivere da soli o con il nuovo compagno. Allora ci si adatta perché c’è stato il tempo di progettare e pianificare. Si ha avuto il tempo di adattarsi all’idea.

In questo periodo, partito da marzo, ci siamo dovuti velocemente adattare senza un nostro progetto, senza una nostra pianificazione, senza una nostra immaginazione di ciò che ci aspettava.

Per questo ogni volta è difficile. Si cammina senza un terreno stabile, si cammina senza una chiara destinazione, si cammina nell’incertezza ad ogni passo. Andrà veramente tutto bene?

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