Evitare il dolore


Sto leggendo un libro di uno psicoanalista dedito alla mindfulness. Si chiama Ronald D. Siegel.

Sto cercando di fare gli esercizi che propone. Io mi diverto. Non mi costa nulla perché sono una scrivana.

Nel capitolo che sto leggendo scrive una cosa importante che vi riporto.

” Sforzandoci di evitare il dolore indossiamo degli stati protettivi che alla fine ci isolano dagli altri.

Abbiamo riluttanza a confidare agli altri le nostre difficoltà: nessuno vuole essere considerato un perdente in questa terra di prosperità.

Se ci sentiamo infelici, pensiamo di aver commesso qualche errore, di aver scelto un lavoro, un coniuge o un prodotto sbagliato. Alla fine nella pubblicità sembra che tutti stiano benissimo.

Cercando di apparire felici e di non mostrare le nostre vulnerabilità agli altri, finiamo per essere soli e, paradossalmente, più vulnerabili.

Avevano ragione i Beatles quando cantavano: It’s a fool who plays it cool by making his world a little colder.

È stupido chi mantiene la calma rendendo il suo mondo un po’ più freddo”.

Tutti noi, prima o poi, nella vita ci troviamo in difficoltà. Perché nascondere il nostro stato? Perché dobbiamo sempre far finta di stare bene, come appunto nelle pubblicità? Teniamo il dolore dentro e ci isoliamo. Come scrivo sempre è assolutamente dannoso indossare maschere. Non è funzionale chiudersi e non dire.

In fondo una questione di umiltà. Sono fragile, debole, ho bisogno di aiuto. È importante comunicare il nostro stato emotivo agli amici, al partner, a chi ci sta vicino. Se, come qui, pubblichiamo e abbiamo occhi che ci leggono perché non mostrare le nostre vulnerabilità?

L’uomo forte è un robot. Senza cuore e pulsazioni. Come la donna forte. Androidi non esseri umani.

Senza piagnucolare e continuare con inutili lamentazioni è bene comunque comunicare i nostri giorni felici e quelli più bui.

16 pensieri su “Evitare il dolore

    1. Non ti fa male, alla fine, tenere tutto dentro? Chiaramente le modalità sono diverse ed estremamente personali. Ma ho sempre pensato che “tenere tutto dentro” faccia male alla salute psichica e fisica. Perché tutto sta compresso come in una pentola a pressione. Buona giornata cara Paola

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  1. Sono molto d’accordo e ormai ho sposato da tempo i concetti della mindfulness. Trovo che qualsiasi tipo di emozione va portata addosso con dignità ed eleganza e che il mostrare il proprio dolore è un gesto di maturità, non si dovrebbe mai provare vergogna.

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  2. Ciao!
    Concordo sul discorso in generale, anche se da tempo preferisco aprirmi solo con quelli che so che mi capiscono o anche solo ascoltano senza giudicare, e sono davvero pochi! Altrimenti con gli altri fioccano critiche con zero empatia e consigli non richiesti… quindi preferisco non raccontarmi, o solo ermeticamente se mi fanno domande!

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  3. Dipende dai dolori, dalle situazioni e da chi ho davanti. A volte taccio qualcosa per non condividere il mio stato con altri che, a quanto pare, stanno sempre in splendida forma. Altre volte scrivo.

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  4. Ognuno reagisce in modo diverso io, ad esempio mi chiudo ermeticamente.
    Lascio che passi e pieno riapro.
    E la cosa che non mi piace assolutamente fare è lamentarmene.
    Ne parlo in un secondo momento in modo distaccato come se non fosse accaduto a me…lascio agli altri “indovinare” comprendere quanto il dolore sia stato più o meno grande…

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