Comunicazione

Ho conosciuto il mio ex compagno a un corso di comunicazione: era il relatore. Ero in piena burrasca esistenziale. Come mi era già capitato anche in quel periodo, ero oggetto di attenzione da parte di due uomini. È più ardita la lotta se ci sono due galletti: l’oggetto del contendere diventa più ambito.

Comunque il corso mi ha insegnato molto sulla comunicazione. Ho imparato a decifrare il significato sotteso dei messaggi, anche del silenzio.

La comunicazione ha un andamento circolare: l’emittente invia un messaggio, il ricevente risponde. Il messaggio si invia tramite canali. In questo momento sto inviando un messaggio a voi: occhi che mi leggete. Chi fa commenti risponde e chiude il cerchio.

Altri canali oggi in voga sono WhatsApp e i social. Se io scrivo un messaggio su WhatsApp ad amici normalmente ricevo una risposta in tempi stretti: il canale comunicativo è veloce, immediato. Lo hanno capito anche le persone di ottant’anni.

Se parlo al telefono e spiego, argomento, comunico mi attendo una reazione, un commento, una risposta. Se ottengo solo silenzio silenzio silenzio: c’è sicuramente qualcosa che non va. A meno che ci siano rumori o problemi di linea, qualcosa non va nel ricevente. Rispondere con il silenzio è quantomeno maleducato. Rompe il flusso.

Anche rispondere deviando il discorso – su un altro piano e tema – relativamente a quanto detto dall’emittente è un modo di deviare e non prendere in considerazione quanto detto. Far finta di non capire, fare lo struzzo, è dei pavidi. Chi è forte non ha timore ad argomentare, rispondere, esporre il proprio punto di vista. Dire.

A me piace molto comunicare.

E a voi? Siete aperti al confronto, alla conversazione, alla discussione? Penso di sì, considerato che scrivete in un sito. Scrivere è già condividere, comunicare. Scrivere è già esporsi.

23 pensieri su “Comunicazione

  1. Argomento complicato. Per me. Vorrei essere in grado di parlare e rispondere di persona come ne sono capace per iscritto…
    Chi è quel personaggio che disse che la risposta giusta gli veniva in mente sempre e solo salendo le scale di casa?

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    1. Non so chi l’ha detto, ma è proprio così.
      Anch’io riesco meglio ad esprimere con chiarezza un concetto, uno stato emotivo, una riflessione meglio per iscritto che a voce. Parlando mi ingarbuglio, non sempre trovo i termini giusti, mi è più difficile.
      Buona giornata Walter 🌺

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  2. Io so tutto sulla comunicazione (sono i miei studi universitari) ma forse per questo non amo molto comunicare… ho l’occhio troppo clinico, suppongo!

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  3. Cara Eletta, ci sono mezzi diversi usati in modi diversi che portano a diversi tipi di comunicazione. Possiamo parlare milenni o secondi, poco cambia se l’altro non ci considera. Senza contare poi i motivi per cui si vuole che la comunicazione /non/ avvenga.
    Forse però dovremmo tutti renderla più riflesso della nostra vita e non far di essa la vita stessa (come oggi sembra), credo, al netto delle sagge eccezioni.

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  4. Non amo l’immediatezza, a meno che non si sia viso a viso, preferisco una sedimentazione delle parole prima di chiudere il cerchio. Per questo non uso whatsapp.
    Certo che di quel corso hai afferrato tutto, relazione e relatore:)
    ml

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    1. Eh, già. Ma non subito: prima ho appreso, poi dopo un anno ho preso, o forse mi ha preso.
      Avevo capito che sei un tipo da sedimentazione.
      Buona serata caro amico ☺

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  5. Mi piace comunicare e credo che si noti.
    Mi piace anche discutere e argomentare, soprattutto con l’interlocutore davanti agli occhi, in questo caso mi diverto a giocare con le parole, con gli argomenti, soprattutto se l’interlocutore è alla “stessa altezza” e può “divertirsi” allo stesso gioco.

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    1. Bellissimo quando si trova un interlocutore che ami giocare. Una specie di guerra verbale: troppo divertente. Alla fine non ci sono né vinti né vincitori: tutti imparano a vedere un punto di vista diverso. Arricchisce. Buona serata Neda 🌷🌷🌷

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      1. Più che guerra io la chiamerei schermaglia, purtroppo di gente preparata a questo giochetto se ne trova poca, Da ragazza, con gli amici, facevamo nottate a discutere su argomenti vari.

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          1. Era un’epoca precedente e seguente il 68. A noi giovani sembrava di poter avere il mondo in mano, che potessimo raggiungere tutte le mete che ci prefissavamo, eravamo liberi e felici. Un’epoca gioiosa, piena di speranza, seguita poi, purtroppo, da quella degli anni di piombo e di un terrorismo che ho visto anche nel resto dell’Europa.

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