Dedicato a tutti quelli che dicono che la filosofia non serve

Se immaginassimo, in un gruppo di persone, un individuo che cerchi di dire la propria esperienza con tutta la specificità, o con un massimo di specificità rispetto al proprio vissuto di quel momento, le altre persone non lo capirebbero e si allontanerebbero da lui, dimostrerebbero subito uno scarso interesse a un racconto che dobbiamo presumere complicato, stratificato, e forse anche bizzarro. La potenza sociale di quell’individuo sarebbe quasi nulla. Per questo motivo, ogni volta che ci troviamo insieme ad altri, ci guardiamo bene dal procedere in quella direzione, e ci incamminiamo invece in quella opposta, ipotizzando e inducendo un piano comune di riferimento: una forma di sapere cui pensiamo ciascuno spontaneamente aderisca, non perché sia propria a qualcuno in particolare, ma precisamente per il fatto che non appartiene a nessuno”.

Da: Il pensiero debole – Feltrinelli

Quante parole frasi periodi mettiamo tra parentesi?

Sottintesi non detti sottaciuti…

Parole gettate pensate sussurrate urlate.

Parole scritte su foglietti retro copertine di libri diari pezzetti di carta…

Quanto di noi veramente diciamo?

Quanto della nostra quotidiana fatica di respirare sapere accettare reagire esistere?

Quanto ci adeguiamo – perdendo pezzi – alla platea plaudente?

Quanto aderiamo alla vera verità del nostro vivere?

Quanto siamo in grado di mostrare il nostro nudo corpo?

– Questo è il mio corpo

– Questo il mio essere

Queste le vene le cicatrici le curve le valli le rughe le asperità le ombre le vette.

Quanto mostriamo, come la luna, solo la faccia splendente?

Leggendo filosofia dedicato a chi afferma che la filosofia non serve a niente.

22 pensieri su “Dedicato a tutti quelli che dicono che la filosofia non serve

  1. Buongiorno, innanzitutto, e complimenti per il blog. Io, questa tua “lamentela” sulla spersonalizzazione a cui quasi tutti gli uomini si conformano, la chiamo “omologazione”. Io sono persuaso che, soprattutto in ambito capitalistico, sia nato una sorta di individuo “sovraindividuale” in cui si dissolvono gli “io” reali. Paradossalmente, proprio nell’epoca del cosiddetto individualismo, io noto, al contrario, l’affossamento dell’individuo reale. Non per farmi pubblicità, ma perché mi permetto di supporre che tu saresti una ottima lettrice (o lettore) del mio libro, ti propongo di leggere il mio libro di filosofia e poesia “L’uomo e la sua ombra”. Ciao!

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  2. Uno, nessuno e centomila, mi viene da dire… noi siamo, forse, da qualche parte, ma poi ci confondiamo negli innumerevoli “io” che di volta in volta modelliamo sulle situazioni presenti

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    1. Scegli sicuramente un ottimo percorso. Per quanto mi riguarda, con garbo, cerco sempre di mostrare senza troppe reticenze e recite, quel che vivo. Anche se, naturalmente, i dettagli sfuggono. Buona giornata 😜

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