Ore sfolgoranti


Tra le ore che rimangono quiete in attesa della sfolgorante luce, me ne sto sotto il piumone al caldo tepore del sonno non ancora evaporato. Ho il braccio tintinnante di bracciali che segnano ogni pigro movimento. Mi piace questa musica che il corpo mi regala, mentre catturo libri e blocchi e penne dal comodino. Mi piacciono queste ore solo mie dell’alba.
– Che disordine.
M’ha detto lui che allinea ogni oggetto come se avesse un posto legato a calamita. È una calamità il disordine creativo per i maniaci ossessivi che hanno tutto riposto in scatole e scatoline. Invece io, amo avere tutto a portata di mano. Libri penne quaderni e macchine. Stilo e tavolette. Amo stare sotto il piumino ad aspettare il tempo del risveglio con ritmi lenti nel sontuoso silenzio dell’inverno. Seguo il mio ritmo interiore. Senza fretta.
Amo le ore del risveglio e i riti mattutini. Un tempo a quest’ora facevo colazione nella mia caffetteria con due chiacchiere assonnate. Uscire dal letto mi ha sempre procurato un leggero trauma. Come la Merini amo il letto e il caos delle cose. Lì si creano e nascono le ovattate idee al confine tra l’onirico e il reale. Un grifone passa solcando il buio cielo e va. 

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