Prima di Pasqua mi è stato regalato un taccuino. La persona che me l’ha regalato ha scoperto da poco il piacere di annotare, attraverso la scrittura o un disegno, un attimo di un viaggio di scoperta.
Un viaggio di scoperta è qualsiasi viaggio, non necessariamente il deserto o un luogo esotico. Un viaggio di scoperta può essere qualsiasi escursione, percorso, cammino: l’importante è avere i sensi allertati e la mente aperta e rilassata. Proprio il contrario di un viaggio organizzato in cui l’importante è consumare tutto il visibile – magari dietro la bandierina di una guida o in un villaggio turistico.
Ieri sera questa persona era da me a cena e ho pensato fosse carino fargli vedere un mio diario di viaggio. Le pagine sono fitte di schizzi, disegni, acquerelli, scritte.
Invece di essere contento di questa condivisione, lui si è arrabbiato. Perché, mi ha detto, io non ho ancora usato in questo modo il taccuino che lui mi ha regalato. Così non ha guardato con interesse le pagine del mio diario di viaggio, anzi era visibilmente infastidito.
Forse perché in alcune pagine era ritratto il mio ex compagno. Per una sorte di gelosia retrospettiva che, a mio parere, non ha senso di esistere.
Il passato appartiene al passato. Non si può cancellare: perché fa parte della nostra storia terrena, ma lo abbiamo alle spalle e non vibra più. Mi ha persino accusata di non avergli fatto ritratti: abbastanza incredibile perché proprio quel giorno, era andato a ritirare una cornice per un bel ritratto che gli ho fatto ultimamente. Mah.
Quindi ho dovuto spiegargli perché fino ad allora non avevo ancora usato il taccuino, che mi ha regalato: perché per riempire un diario di viaggio deve esserci un approccio meditativo che lui non ha. Deve esserci la calma, non la fretta.
Vedi, gli ho detto, in queste pagine c’è dentro un tempo lento. In ogni pagina c’è la calma meditativa. Non la corsa il cammino, ma la sosta. Con te faccio bellissime camminate anche ascese sulle vette. Ma manca la sosta, la pausa. Ricordi? Anche in primavera e in estate ho dovuto chiederti e dirti: – Ti spiace se mi fermo mezz’oretta qui, accanto al torrente? Tu puoi proseguire, se vuoi. Mi troverai qui al tuo ritorno, ferma a contemplare l’acqua. Rilassata.
Per fare un taccuino di viaggio, serve fermarsi, non solo andare. Serve il tempo per guardare e vedere, serve avere nello zaino penne e colori, serve trovare un angolo tranquillo e comodo. Serve un modo che non privilegia la meta, ma il cammino. Non il fatto, l’obiettivo di arrivare in cima o alla fine, ma l’atteggiamento di chi – ad ogni passo – gusta i colori gli odori i sapori il calore del sole o il gelo del ghiaccio il volo di un insetto quel verde speciale di una profumata erba o quel giallo zafferano di un fiore.
A meno che non sia una professione, scrivere è un moto dell’anima, quanto meno lo scrivere per il gusto di mettere una parte di sé su un foglio bianco; scrivere, poi, a mano, su un taccuino, è un atto di amore per i propri pensieri e le proprie sensazioni, arricchite dal gesto del dare forma, personalità e vita ad una pagina bianca.
La libertà è un concetto umano, ma non è adatto a tutti gli uomini.
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Bellissima osservazione. A me piace da sempre scrivere. Per me, ultimamente anche per altri. Grazie🌸
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…e lo fai bene 😉
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Che bello questo pezzo! A parte che regalare un taccuino per vedertici scrivere quello che preferirebbe lui non è proprio il massimo… un po’ come quando ti regalano un libro e si stizziscono perché non l’hai ancora letto, e tu magari non hai tempo, o peggio non hai voglia, che da te non te lo saresti mai comprato 🙂 Però capita anche questo da sempre e sempre sarà, amen. Quoto tantissimo il consumo di viaggi, spesso lo faccio io per prima e ho sempre un amaro in bocca, perché non c’è tempo, perché vorrei vedere se non tutto, almeno di più… però col tempo ho imparato a rallentare. Forse è anche l’età 😀
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Sì. Con l’età più avanti si gustano meglio i tempi lenti. Anch’io prima ero frenetica. Io i libri li leggo solo se mi piacciono, altrimenti dopo venti pagine li chiudo e li regalo. Anche su un taccuino scrivo solo se mi va. Non sopporto i diktat. In certi ambiti della vita è bello mantenere uno spazio di libertà assoluta.
Grazie per il contributo e buona giornata
Eletta
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Elogio alla lentezza, a cui siamo poco abituati, ed elogio all’acquarello, così immediato ma così preciso
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Grazie cara Paola. Anche preparare uno dei tuoi deliziosi piatti può essere fatto con lentezza e diventare un momento meditativo. Io ho appena finito un orlo all’uncinetto: trovo che lavorare con le mani lentamente sia davvero rilassante
Buona domenica 💓
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Anche io amo lavorare ai ferri e all’uncinetto
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Molto profondo. Bellissimo elogio alla lentezza, qualcosa di necessario a cui siamo poco abituati❤️
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Grazie. In questo tempo di interconnessione e di fare, c’è bisogno di pause per connetterci con noi stessi e di non-fare. Buona giornata Lucia
💓
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Questa volta (evviva!) siamo d’accordo.
Che abbia scarpe da trekking, bici o Vespa, i momenti più belli dei miei giri sono quelli in cui decido che un posto è giusto per fermarsi. Solo lì riesco finalmente a realizzare il senso del mio percorso.
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Evviva, lieta di trovarti simile nelle soste 🏃🏄⛹🏌🚗🚖🚕🚔🚓🚓🚁🚣🚢🚜🚴🚲ché tutti corrono
Buona serata Dim
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mi sa che… scusa sa, è una sensazione e la espongo, ma mi sa che quella persona non è adatta a te…
Ecco. L’ho detto.
MI perdoni?
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Sei veramente simpatica, già me ne ero accorta dai messaggi precedenti. Diretta e simpatica. Sì, lo so ma mi accontento. Per ora.
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ok…ok… come si dice: Se son rose fioriranno. 😉
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😊
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Le persone temono le pause, così come temono il passato, forse per il troppo guardarsi dentro che ciò comporta
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Probabilmente è così. Per quanto mi riguarda sento che ogni esperienza vissuta ci è servita, nel bene e nel male. Ma sono portata a guardare l’oggi e a lasciarmi alle spalle tutto ciò che è stato.
Buona giornata Rain 🌼
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Concordo… non saremmo quello che siamo oggi, senza le nostre esperienze
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