Come condurre la propria vita

Sto rileggendo: Come essere stoici di M. Pigliucci. A differenza degli studi scolastici, ora a me piace studiare e approfondire la filosofia.

Il vero studio dell’etica stoica, la vera fondamentale domanda è:

Come dovremmo condurre la nostra vita per vivere sereni?

” Qual è il risultato della virtù? La serenità.” -Epitteto, Diatribe I, 4,6

Questa la domanda su cui mi piace riflettere e che, di rimando vi pongo.

Secondo gli stoici per condurre un’esistenza dignitosa è necessario coltivare il proprio carattere e preoccuparsi per gli altri esercitando un opportuno, ma non fanatico, distacco dai beni terreni.

Tema ampio e aperto. Per coltivare il proprio carattere occorre fare un certo lavoro e una certa fatica. Infatti si parla di disciplina stoica.

” Tre sono gli ambiti nei quali deve esercitarsi chi vuol diventare uomo di perfetta virtù: il primo concernente i desideri e le avversioni, al fine di non fallire nei propri desideri e di non cadere nell’oggetto delle proprie avversioni; il secondo concernente gli impulsi e le ripulse, e insomma il dovere al fine di agire in modo regolato, riflessivo, e senza trascuratezza; il terzo concernente la fuga dall’errore e la cautela nel giudicare e, insomma, gli assensi”.

Epitteto

Vi ponete mai la domanda: Come sto conducendo la mia vita per essere sereno/a?

18 pensieri su “Come condurre la propria vita

  1. Il fanatismo è sovente la maschera peggiore di chi per convincersi di esser nel giusto deve per forza convincere gli altri.
    Brutta cosa.
    E poco “pacifica”
    Grazie a te per lo spunto meditativo.

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  2. Per anni ho lavorato sulla consapevolezza e su quel che ritenevo il peggior nemico della pace interiore: l”aspettativa…
    troppe volte ci attendiamo un preciso tornaconto.. e quando l’aspettativa viene disattesa crescono varie emozioni, nessuna positiva e tanti saluti alla pace interiore
    “io sono nei forti la forza esente da desiderio o passione” ..
    Prima o poi ci arriverò..vivrò la mia vita senza fini ultimi che non siano il fare la cosa giusta punto. E allora sarò in pace con me stessa e con tutto..
    Due o trecento reincarnazioni dovrebbero bastare -_-

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    1. Molto simpatica. Non mi piacciono i fanatismi di genere spirituale o filosofici. Però mi piace imparare dai maestri che ritengo guide. Da loro imparo a lavorare su me stessa, senza stress. Con calma cercando quelle strade che mi permettono di essere più serena.
      Grazie del commento
      Eletta

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      1. Epitteto dovrebbe vivere ai giorni nostri, per capire che la serenità, spesso e volentieri, è un’utopia. La ricerca della virtù, avviene attraverso il rispetto verso se stessi e verso gli altri.

        “…Ma essi non ascoltarono, e non porsero il loro orecchio; anzi indurarono il lor collo per non ascoltare, e per non ricever correzione…” Geremia 17.23

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  3. Tema molto sentito dall’umanità, meta utopica per eccellenza. Trovo anche una certa contraddizione tra la conservazione della ipotetica serenità raggiunta ed il continuare a preoccuparsi per gli altri. La variabile esogena è incontrollabile e la compassione può devastare.

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    1. Com-passione è una bellissima parola e significa patire insieme. A mio parere non è possibile cercare la propria serenità prescindendo da quella altrui. Fuori e dentro, non sono antitetici ma complementari.
      Naturalmente tutto è opinabile.
      Grazie del passaggio ❄

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  4. Questa domanda me la pongo spesso. Quando non sono serena mi chiedo come posso impostare la mia vita per esserlo e quando lo sono mi sento in colpa perchè c’è gente che non lo è. Comunque il tuo articolo è veramente profondo e interessante. Fa riflettere. Buona domenica!

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