Tu che non sai 

Tu che non sai la fame che mi prende e deviare la direzione del boschivo sentiero, la notte. Niente ha una valida ragione per accadere. Nulla ha una valida ragione per non accadere. Deviare, non tornare. Entrare nell’instabilità. Osare.

Basta ruotare il volante verso sinistra e prendere la deviazione al posto di proseguire. Basta attendere che lui esca dal campo. Con le scarpe bianche. Attendere nel buio. Accendere le luci sulle scarpe bianche, forse scendere. Basterebbe scendere e apparire.

Tu che non sai quanti ricami fragili tesse la mente nel quieto ritorno. Mansueto ritorno come se non ci fosse alternativa. Nel mucchietto dei relitti galleggianti prendere un sostegno e lasciarsi cullare dalle onde dove non si sa.

Siamo in ogni istante artefici del nostro tragitto. Ostentiamo una stabilità stagnante finché non ci prende la tormenta. Tu che non sai la voglia di pazzia che mi solletica ogni giorno la mente.

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