La responsabilità individuale

Pensavo stamattina a tutte le esperienze negative che ho avuto nella vita. Pensavo che, alla fine, a qualcosa mi sono servite. Qualcosa ho imparato tramite esse.

Recalcati in una delle sue conferenze dice:

” La psicoanalisi pensa che un soggetto è sempre responsabile. La psicoanalisi rifiuta l’idea che il soggetto sia vittima anche quando il soggetto è stato vittima ; ragiona non prendendo il soggetto come vittima perché se si prende il soggetto come vittima egli resterà inchiodato in questa posizione e farà “la vittima” tutta la vita. Sempre.

Hai subito drammi, solitudini, violenze? Hai subito uno stupro? La psicoanalisi gli dice : – Sei responsabile. Ma di che cosa? Non certo dello stupro, che hai subito, ma di che cosa ne fai di ciò che hai subito. La psicoanalisi non viene a meno di questo categoria di responsabilità.

In psicoanalisi non esiste determinismo. Non è che date certe cattive esperienze nella vita, abbiamo certi effetti necessariamente. In mezzo, tra la causa e l’effetto c’è la particolarità di ciascun soggetto. Come riesco a trasformare anche esperienze dolorose, cattive in qualcosa di generativo?”

Il testo è ridondante perché trascritto da parte di una sua conferenza, e quindi trascrizione di un linguaggio parlato.

Ecco: questa è la domanda sostanziale. Poiché tutti, chi più chi meno, nella vita deve fare i conti prima o poi con esperienze dolorose e traumatiche: come si può riuscire a trasformarle in qualcosa di generativo? Qualcosa che genera, cioè fa nascere, qualcosa di nuovo?

Come uscire dalla fantasia: sono sfortunato/a, sono vittima di eventi negativi? Come prendere in mano il nostro presente e futuro dando una decisa svolta? Probabilmente attraverso la consapevolezza.

Più facile a dirsi che a farsi.

4 pensieri su “La responsabilità individuale

I commenti sono chiusi.