IL MIO PICCOLO ORTO

Ieri ho piantato il mio orto. Ho tolto l’erba che in un attimo era cresciuta a dismisura. Nontiscordardimè e altri fiorellini fucsia insieme al tarassaco e ad altre verdi erbe. Il prato era invaso e piacevolmente multicolore. Ho pulito il rettangolino che mi sarebbe servito. Poi ho zappato le fresche zolle. Ogni tanto sbucava un nero insettino che avevo infastidito. Con calma e cura ho alloggiato le piantine nel solco spero fertile. Con le mani nude le ho poi ricoperte di odorosa terra. Ho pressato e innaffiato abbondantemente. 
Terminato il lavoro più impegnativo, non restava che coprire la base con corteccia, per evitare alle infestanti di tornare a prendersi il territorio, e cintare il mio piccolo orto con un recinto di rete verde fermato con degli stecchi. 

Il mio vicino di casa mi ha gentilmente dato una mano: con un falcetto a togliere la foresta d’erba ( io china stavo facendo con le mani nude ) e mi ha prestato una zappa. Mi ha detto che i pomodori non matureranno: siamo a milleduecento metri di altitudine. Non importa, ho risposto sorridendo, io ci provo: quel che vorrà crescere maturare fruttificare lo farà, altrimenti sarà lo stesso. 

Io mi diverto a curare un orto perché, nel grandissimo e curatissimo orto di mio padre, sono cresciuta: insieme alle zucchine, alle melanzane, ai pomodori, ai fagiolini, alle zucche, ai fagioli, alle patate… per non parlare del frutteto. Sono cresciuta arrampicata sugli alberi di ciliegie. Sui peri, peschi, mi sono sporcata le mani con l’uva nera, il ribes, i lamponi, le deliziose fragole… 

Curare un orto mi ricorda mio padre che, come me, amava avere sempre le mani in pasta: dentro la terra. Quando tornava dal lavoro subito entrava nel suo mondo odoroso e multiforme e lì stava fino all’ora di cena. Ieri vedevo un frammento di un documentario sugli orti verticali che stanno progettando a New York. Finalmente, in mezzo a tanta cementificazione, c’è un sano ritorno alla Madre Terra, alla bellezza della natura racchiusa anche in una piccola pianta che cresce. 

Un orto ha bisogno di molto lavoro, cura e dedizione: in cambio ci regala frutti. Una foglia di salvia, un rametto di rosmarino, un gambo di sedano andranno ad aggiungere un gusto unico e prelibato alle mie pietanze: ne sono certa. 

30 pensieri su “IL MIO PICCOLO ORTO

  1. Senza senso
    […] anche il silenzio può essere considerato un discorso, in quanto rifiuto dell’uso che altri fanno della parola; ma il senso di questo silenzio-discorso sta nelle sue interruzioni, cioè in ciò che di tanto in tanto si dice e che dà un senso a ciò che si tace.

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  2. Io ti ritengo grande per il modo con cui scrivi, e per la grafica che produci ,non è da oggi , infatti leggo tutto ciò che pubblichi e talvolta stampo.Mi auguro vivamente che tu non voglia chiudere con me impedendomi l’accesso al tuo blog,mi faresti un grande torto,rinnovo la mia promessa di essere più discreto e rinnovo la mia stima,

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  3. Per carità non mi permetto di interferire fra le tue scelte, ribadisco però la mia grande ammirazione per il modo con cui scrivi.Sinceramente nutro qualche riserva per il comportamento che avete voi grandi scrittori o grandi personaggi nel campo della politica come anche in quelli dell’arte e della fotografia, avete tutti o quasi un profilo su fb ( tu no per la verità) o su qualche altro Social per raccogliere consensi ( e diciamoci la verità fino in fondo , gli applausi fanno piacere a tutti ( me compreso ) ma molto raramente vi concedete a gli altri corrispondendo.-Si attua una democrazia dall’alto.Scusa forse sto reagendo in maniera sbagliata con la persona sbagliata, forse perché ho avuto molte esperienze negative in tale senso.In fine aggiungo altre scuse per essermi comportato in maniera invadente.

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    1. Non mi ritengo ” grande “. Non è altezzosità la mia scelta. È dovuta a esperienze negative che non ho voglia di spiegare. Io quando chiudo, chiudo.
      Eletta

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  4. Erudita
    Letterata
    Esteta
    Taumaturgica ( i tuoi scritti mi aiutano e mi consolano )
    Tenace
    Amabile

    Sincera
    Effervescente
    Nostalgica ( a volte )
    Sognatrice ( spesso )
    Originale ( sempre )

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      1. Per la verità è un escamotage per rivolgerti la mia attenzione ,ma sopra tutto per farti i miei complimenti anche se l’acrostico, nello specifico ,mi costringe ad associarli iniziali del tuo nickname, meriti molto di più.Mi piacciono a tal punto i tuoi scritti che ho deciso di stampare quelli che più mi attraggono, il supporto cartaceo mi è più consono , tu scrivi tantissimo e molto va confuso nella memoria del mio computer.Anche se hai trovato la parola ” Taumaturgica ” divertente io insisto su questa perché la sana lettura riferita in special modo a ciò che scrivi ed al modo con cui ti esprimi mi distrae dagli affanni quotidiani e mi aiuta a superarli .Se per te scrivere è vita , per me le buone letture sono grande risorse.Se permetti grato ti abbraccio.

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        1. Caspita mi lasci senza parole. La scrittura è comunque scambio e comunicazione. In una delle presentazioni di un mio libro cartaceo mi colpì profondamente una signora del pubblico che venne a ringraziarmi perché sua figlia, grazie alle parole del mio libro magistralmente interpretate da un’attrice che avevo ingaggiato, aveva preso una decisione molto importante. Più di tutto il pubblico, più degli applausi, più del libro venduto a me è rimasto questo momento come ” senso ” della mia scrittura. Oggi rinnovato dalla tua testimonianza.
          Grazie
          Eletta

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          1. Grazie per avermi risposto, ora finalmente so che hai scritto un libro , forse più di uno non lo so, ma ci avrei scommesso, me lo ero chiesto spesso , mi dicevo ma una persona che scrive così divinamente non è possibile non lo abbia ancora fatto, ora che finalmente ne sono venuto a conoscenza ti chiedo il titolo o i titoli per recarmi di corsa all’acquisto.Un forte abbraccio. Spero non aver commesso errori, non riesco a rileggere ciò che ho scritto.

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            1. Lo so che sembra assurdo, di solito non si fa così, ma ora – cioè da diversi anni – non mi va di parlare, prendere in considerazione e pubblicizzare i libri cartacei pubblicati un tempo. So che capirai, o comunque accetterai questa mia scelta che, ovviamente, non nasce solo da un capriccio.
              Grazie
              Eletta

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              1. Che tu voglia crederci o meno , considero questo messaggio un caso unico di telepatia,non riuscivo a riposare e pensavo di chiederti nuovamente e con forte determinazione il titolo o i titoli dei tuoi libri,ora sono terribilmente desolato, certo è mio costume rispettare le decisioni altrui anche se non riesco a capirne le ragioni.Ti giuro che se mi comunicherai anche un solo titolo delle tue opere non ne farò pubblicità alcuna ma lo considererò un privilegio assoluto.Ti prego caldamente.

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  5. le mani in pasta dentro la terra è un’espressione che racchiude il senso di contatto stretto con la natura.
    credo sia questo contatto il momento più gratificante dell’accudire l’orto, se poi si riescono a raccogliere anche dei risultati concreti, allora è festa grande 🙂
    ml

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  6. Curare un orto o un giardino o entrambi è prendersi cura dell’anima personale e quella della terra. Ritrovare le proprie radici tempra i significati. Tutto il resto è la vita delle piante, dei fiori, delle cose piacevoli e preziose che esse ci danno e dei colori che brulicano al nostro sguardo. Sei una brava contadina,scommetto caparbia, e a ti vedo mentre lavori a mani nude, a milleduecento metri d’altezza d’aria buona.

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    1. Proprio prendersi cura della propria anima attraverso la terra. A yoga distesi si sente, s’impara a sentire l’energia della terra. Cosa c’è di meglio che affondare le mani nella carne di Madre Terra? Nonostante tutti gli scempi ambientali umani, lei vive e stupisce ogni stagione.
      Grazie per il contributo
      Eletta

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      1. …”affondare le mani nella carne di Madre Terra.”

        Probabilmente quanto sopra è la vera carne, da cui non sgorga ne defluisce sangue innocente, e non lo scempio che ogni giorno facciamo della carne degli “animali.”

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